Quando le bombe erano ancora stupide

Gli USA, che hanno finito da poco di minacciare il bombardamento della Corea del Nord, mentre si interrogano pigramente sulla necessità di una regulation dell’uso delle armi sul territorio americano di fronte alle ennesime stragi prodotte da folli in possesso di arsenali legali,  si guardano intorno e intervengono  militarmente in Siria con gli usuali meritori intenti di dispensatori della democrazia planetaria.

800px-The_Scene_of_the_Theater_in_PalmyraLa splendida Siria, che ho visitato quando ancora era in pace, mi è rimasta nel cuore, e quando sei entrato sia pure per poco ed in punta di piedi nella storia, nella vita di un Paese, quando hai parlato e scherzato con i suoi abitanti, quei luoghi non sono più lontano altrove, ma sono anche un po’ tuoi perchè ricordi,  nei nomi delle città sentite nel bollettino di guerra del telegiornale,  soprattutto l’operosità della loro vita quotidiana in pace,  la bellezza che i loro monumenti ti hanno regalato, l’arricchimento del breve scambio di idee con qualcuno di cui magari non conosci il nome ma che sai che non è tuo nemico; quel luogo diventa qualcosa di vero, di terribilmente vicino.

damasco-2 A proposito, quando visitai Damasco, nella sua spledida grande Moschea era in corso un pellegrinaggio di donne tutte avvolte nel loro chador nero, che si battevano il petto con grandi lamenti: erano le vedove e madri iraniane dei caduti contro la guerra in Iraq, in “viaggio premio” alla moschea che è luogo di grande devozione sciita; è una scia di dolore lasciata dalle guerre che non fa che perpetuarsi nel mondo. damasco grande moscheaQueste sono invece le immagini odierne della grande moschea.

I bombardamenti americani, certo, sono solo la goccia in un vaso già traboccato e rotto, ma perchè il vaso si è rotto? Siamo sicuri che camminare sui cocci aggiusti qualcosa?E soprattutto la strategia geopolitica americana che dal secondo dopoguerra si muove nel mondo come un elefante impazzito, che logica segue, dietro ad una pretesa morale che non regge? Già di Assad padre si narravano crudeltà verso gli oppositori e le minoranze tribali anche ai tempi in cui visitai io la Siria; ricordo che arrivai in un villaggio i cui abitanti erano stati anni addietro completamente sterminati ed era stato ripopolato con pianificazione governativa, questo me lo raccontava un abitante di un paese vicino come mero dato di fatto, senza indulgere in alcun giudizio, in un Paese che allora era sotto quello che sembrava il solidissimo controllo militare del partito Baath. Niente santi quindi, ma non cediamo all’ipocrisia di pensare che il tentativo americano di rovesciare Assad aia dovuto ad un desiderio di democrazia nè che le attuali bombe siano frutto di impeto filantropico.

bombe americaneGià dal punto di vista meramente strategico, non so quanto sia stato lungimirante destabilizzare uno dei pochi punti fermi in una realtà già terribilmente difficile e complessa come quella mediorientale, non era difficile immaginare che, come ai tempi della guerra del Libano, dal vaso di Pandora sarebbe uscito un conflitto tra più forze difficilmente controllabile . Il piano era forse quello di smembrare la Siria, e comunque trarre vantaggio da condizioni di favore nello sfruttamento delle sue risorse. A rovinare il giochetto è stato però prima l’intervento (prevedibile) di forze radicali e  dei terroristi dello Stato Islamico, a cui si è permesso di devastare un tesoro dell’umanità come Palmira e di commettere delitti atroci contro la popolazione, e poi paradossalmente il coraggio e la determinazione dei curdi, scomodi estemporanei alleati che con la loro rivendicazione di una legittimazione internazionale conquistata sul campo hanno messo non poco in imbarazzo gli americani, che con grande ipocrisia ora con una mano li aiutano indirettamente nel c.d. Siraq e con l’altra li lasciano bombardare dagli alleati turchi, cui raccomandano solo”moderazione” nella zona di Afrin.

esercito kurdo in siriaL’intervento russo e iraniano rischia di spazzare via l’influenza americana da quella regione, e invece di ritagliarsi un ruolo di grandi mediatori gli USA pensano di ristabilire il loro peso soffiando sul fuoco, contro il cattivo di turno, perchè si sa, per le masse è necessario semplificare. Non solo si parte dal presupposto ideologico che non vi sia ricchezza nella diversità e che, senza neanche il beneficio del dubbio, la migliore civiltá possibile, i migliori valori possibili siano quelli americani, ma anche si ricorre  al sofisma che sia democratico esportare la democrazia con la forza senza che quella, per definizione, non essendo scelta dal popolo beneficiato, non sia più una democrazia.

Rambo e MujhaedinE se parliamo di contributo agli ideali di democrazia, come non citare il sostegno a tutti i non esattamente democratici regimi dittatoriali dell’ America Latina (Pinoquet in testa) e del Centro America? Per non parlare della glorificazione dei mujiaidin e dei talebani ai tempi della guerra russa in Afghanistan, prima di accorgersi di avere generato , addestrato e riempito di armi un mostro che con la democrazia e i diritti umani c’entrava poco. O del sodalizio con Bin Laden prima che nascesse Al Qaida o ancora del sostegno che oggi viene dato ad alcuni dei più antidemocratici regimi del Medio Oriente.

bombeE questo sofisma della democrazia imposta è sostenuto, in epoca mediatica, anche dalle armi dei probabili fake propagandistici e dall’ossimoro delle bombe intelligenti. Che Assad userebbe senza scrupoli armi chimiche se fosse vantaggioso non ho dubbi,  ma dal punto di vista di un regime che deve principalmente mantenere la faccia per essere riaccreditato nel consesso internazionale, non mi sembra proprio una scelta utile da dittatore astuto quale è, e le immagini che mostrano persone annaffiate con pompe d’acqua per eliminare i gas non sono  una gran prova, mentre una bella prova a contrariis mi sembrano i bombardamenti dei presunti depositi di armi chimiche, da cui non si sviluppa alcun incendio o contaminazione per le zone vicine. Ad ogni modo, forse poco importa la natura delle armi usate, certo è che Assad le bombe, chimiche o no, le lancia comunque, e fanno morti innocenti allo stesso modo. Del resto, la scusa delle armi chimiche è vecchia e funziona, fu usata anche contro Saddam Hussein, per verificare poi che queste armi chimiche non c’erano, ma tanto  ormai l’opinione pubblica aveva digerito il concetto di guerra giusta. 

Le conseguenze delle guerre giuste in Medio Oriente le abbiamo tutti i giorni sotto gli occhi e la destabilizzazione politica ha costituito il terreno fertile per un senso di sradicamento e di disgusto per l’occidente, in cui ha pescato nel torbido il terrorismo.

KurdistanMa poi in una guerra di orrori, in  cui abbiamo visto decapitazioni e massacri vari, siamo sicuri che le armi chimiche siano l’unica cosa raccapricciante? E le bombe al fosforo lanciate a Gaza dagli Israeliani? E le tante, troppe volte, in cui le bombe chimiche sono state usate dagli americani in giro per il mondo? Schieriamoci pure a favore di ciò che ormai ci sembra meno peggio in questa guerra in cui francamente fatico a trovare una soluzione se non quella di una ricomposizione diplomatica con una conferenza di tutte le parti in gioco e l’imposizione a tutti di un Kurdistan indipendente e sovrano, ma basta ipocrisia sulle ragioni dell’ intervento americano, che è solo la mossa in un gioco di potere, che ha per definizione regole ciniche e non morali.

In questo blog, che non è di geopolitica ma solo di viaggi alla scoperta del mondo, vi voglio parlare però di un “argomento collaterale” alla situazione siriana e all’intervento americano,  voglio ricordare una serie di ordinarie storie di guerra, risalenti a quando le bombe erano ancora stupide, i cui risultati  ho visto nel piccolo spicchio di mondo che ho conosciuto, poco rispetto ad un’analisi  della grande storia, ma abbastanza per farmi con i miei occhi un’idea sempre più convinta della morale a corrente alternata delle bombe americane. Certo è che “Chi decide che sono esauriti tutti i mezzi pacifici che il Diritto Internazionale mette a disposizione, si assume una grave responsabilità di fronte a Dio,alla sua coscienza e alla storia”,  come ammoniva Giovanni Paolo II.

16790_bastionedisremycopiafullPartiamo da casa nostra, anzi per la precisione da casa mia in senso stretto. I miei bisnonni avevano costruito un palazzetto a Cagliari, nel cuore del rione Marina, l’antico popoloso quartiere  che si affaccia sul porto, luogo di botteghe artigiane, di frotte di bambini per strada, dolcemente baciato dal sole, accarezzato dai profumi del mare e carico di storia, bellezza mediterranea e nuova civetteria piemontese. Ci cadde sopra una bomba americana, sganciata da uno dei tanti B-17, le fortezze volanti, e dalle fiamme non si salvò niente, e ancora oggi  possiamo vedere l’area vuota, come tante altre simili ferite che ancora non sono riuscite a riemarginarsi; l’80% di Cagliari, che non costituiva un obiettivo militare di alcun tipo, fu distrutto dal febbraio al maggio 1943 dai bombardamenti alleati, con monumenti, chiese e ospedali distrutti, con migliaia di morti, 45.000 sfollati. Mia mamma, che era bambina a Cagliari, ricorda quei giorni soprattutto con il terrore dei rumori nella notte: i rumori dei motori degli aerei che si avvicinavano, i rumori delle sirene che invitavano a scendere nei bunker,  i rumori delle bombe e dei crolli,  il crepitio delle fiamme, le grida e i pianti, gli scambi di aneddoti sussurrati nella strade senza neanche fare troppo caso più alla presenza dei bambini, sui morti, sulle condizioni dei corpi ritrovati, su una compagna che non fece più ritorno a scuola; mia mamma ha 87 anni, ma non dimentica ancora quei giorni. Cagliari ridotta ad un cumulo di macerie fu liberata al prezzo di tanto orrore e ricevette, poi, la medaglia d’oro al valor militare come “città martire”. Cagliari, A00172953Cassino simbolo di pace e cultura con la sua abazia distrutta, Roma città aperta violata nel suo cuore popolare, Foggia con le 9000 vittime, Reggio Calabria con i suoi 24 bombardamenti consecutivi, Napoli, La Spezia, Grosseto, Isernia, Livorno, Pisa,Pescara Treviso, una linea di dolore da sud a nord che si lasciò alle spalle 100.000morti.

Curiosità: gli americani sperimentarono sui quartieri popolari di Roma (il bombardamento di San Lorenzo il 19 luglio 1943, vedi foto sotto, 3000 morti e 11.000 feriti) per la prima volta, e poi usarono sui dintorni di Bologna e su Salerno il napalm, sostanza chimica di loro invenzione, mentre le armi chimiche erano già vietate dalle convenzioni internazionali fin da dopo la prima guerra mondiale.

san lorenzoLe bombe tedesche volavano sulle ali di un’ideologia perversa, quelle americani sulle ali della democrazia. Ma esiste un’etica nelle bombe? Il fine giustifica i mezzi o sono forse i mezzi usati a qualificare la bontà o meno del fine? Sacrificare sistematicamente e consapevolmente creature innocenti, distruggere la bellezza e l’arte millenaria, può conciliarsi con l’idea di “liberare” un popolo da mali peggiori?

Spostiamoci un po’ più  lontano, ma sempre nel cuore di quella casa nostra che è l’Europa, precisamente in Germania. Quanto mi piace viaggiare in Germania, con le sue ridenti città medioevali e rinascimentali, Germania-anno-zerocosì pulite e curate, anche se una parte dei monumenti più belli…è finta, sì, ricostruita numerando con una pazienza e una tenacia indescrivibile pietre e frammenti di pietre recuperate dalla devastazione di bombe non so se stupide ma certo ignoranti.  Qui il generale americano Spaatz sostenne per la prima volta la teoria del bombardamento “intelligente”, di precisione, sostenuto dal sistema di puntamento Norden, mentre gli inglesi sostenevano l’utilità del bombardamento a tappeto, anche a scopo di seminare il terrore tra la popolazione. Troppo bene i bombardamenti di precisione non dovevano funzionare se, tralasciando la distruzione da parte inglese di Amburgo, Brema, Koenigsberg, Osnabruck, Stoccarda, parti di Berlino, gli americani dal canto loro distrussero, in gran parte con devastanti bombe incendiarie, il 90% del centro storico di Munster, la quasi totalità di città come Wurzburg, Norimberga, Monaco, Lipsia, solo per citarne alcune.

dresda9 Dresda nel febbraio del 1945, città senza alcun obiettivo militare, fu completamente rasa al suolo in un rogo apocalittico. L’immagine di cui sopra dà una tragica idea delle vittime.  Insieme agli inglesi, gli americani scagliarono sulla Germania 1 356 828 tonnellate di bombe. In guerra si uccide, non c’è dubbio, senza falsi moralismi, e a volte bisogna schierarsi e sopportare il peso morale della scelta del male minore (che comprende accettare di uccidere innocenti per salvare un numero maggiore di innocenti), e quindi non mi permetto di dare un giudizio su azioni militari gran parte delle quali erano necessarie all’interno di quella guerra che era guerra di liberazione. Ma cito le bombe sulla Germania perchè non si parli di bombe intelligenti e selettive, che sono un falso mito.

La distruzione del patrimonio artistico, poi, è secondario rispetto alla perdita di tante vite innocenti, però fa male, perchè in quel patrimonio artistico c’è il lascito delle vite dei nostri padri, e di tutte le generazioni che ci hanno preceduto nel mondo, il loro testamento, come se i monumenti stessi fossero una cosa viva. Ecco tre soli esempi dei tanti monumenti devastati che ho visto quasi in ogni cittadina della Germania.

2018-04-17-08-31-50-79900664Dresda: ci sono stata nel 2005, proprio per l’inaugurazione, a 60 anni dalla sua distruzione, della famosa cattedrale barocca, una delle poche cose che si sono ricostruite, praticamente dal niente, in questa città. Il resto sono grandi aree ancora vuote, o riempite da anonimi edifici moderni.

2018-04-17-09-05-58-1597153972Berlino: Kaiser-Wilhelm-Gedachtniskirche questa chiesa è stata lasciata così, incompiutamente ricostruita, come simbolo della distruzione della guerra e monito alle generazioni future. Voglio ricordare proprio questa fra i vari monumenti distrutti di Berlino, perchè i moniti non bastano mai: ai piedi della chiesa martirizzata dalle bombe, pochi anni fa un attentatore dell’ISIS ha nuovamente fatto strage di innocenti intenti a passeggiare tra le bancarelle del mercatino di Natale.

imagesColonia: la prima volta che ho visto Colonia sono rimasta impressionata non solo dalla magnificenza della sua cattedrale, ma anche dal fatto che fosse stata ricostruita pezzo per pezzo, e ancora grandi mucchi di pietre numerate erano in attesa di trovare collocazione sulle ultime guglie, mano a mano che i finanziamenti tratti dalla lotteria tra i visitatori lo avessero permesso. L’anno scorso sono tornata a Colonia, e finalmente la cattedrale era rinata al suo splendore!

276385hiroshima_1Da un capo all’altro del mondo: Giappone. Delle bombe atomiche di Hiroshima e Nagasaki è inutile persino parlare. Una delle più grandi tragedie consumate nel secolo scorso, due città cancellate in pochi istanti da quei maledetti funghi, Era proprio necessario questo sacrificio di innocenti per costringere il Giappone alla resa, come ha sempre sostenuto Truman? Il 6 agosto 1945 l’esercito giapponese era già fiaccato, la marina decimata, un’azione dimostrativa della potenza della bomba atohiroshimamica in un luogo che non facesse 200.00 morti civili si poteva anche tentare, no? Il monumento alla pace dei bambini, qua a sinistra, così essenziale (ma forse il vero monumento sono tutti i lumini e i simboli che vi vengono deposti da tutto il mondo) e tristemente famoso, è un invito al “mai più” che dovrebbe servire per tutti i tipi di bombe.

vietnamFacciamo un salto avanti nel tempo, e un salto nello spazio in un luogo tanto lontano geograficamente e per cultura dall’America: ecco tutta l’Indocina, dove le bombe stupide hanno dato il meglio di sè.

IMG_1307Vietnam: bisogna solo farai un giro in bicicletta tra quelle meravigliose campagne verdi di riso, o percorrere un tratto di Mekong scivolando lenti tra le palme da cocco, o farsi salutare dai sorrisi dei bambini nei villaggi, per capire che questo è un Paese di pace, di gente buona e laboriosa, di contadini dediti prima di tutto  al loro duro lavoro ma tenaci nel difendere la propria terra. IMG_1295Dal museo di Hanoi sulla guerra del Vietnam non si esce uguali. Nell’impossibilità di vincere una guerra tutta da combattere in un territorio che sembra fatto per proteggere nelle foreste e nelle grotte la guerriglia, con i vietcong asserragliati nei tunnel scavati nel sottosuolo, la furia americana scaricava bombe su villaggi, foreste, persino monumenti e siti archeologici millenari. Restano impresse foto shock dei bambini  nudi in fuga dai villaggi in fiamme, e dei bombardamenti chimici con l’agente Orange, il defolliante alla diossina scaricato dagli aerei americani e che ha arrecato danni a oltre 4 milioni di persone, e ancora ne fanno in seconda generazione. Io stessa ho potuto vedere in tanti villaggi, persone con problemi fisici o neurologici derivanti dagli agenti chimici assorbiti dalle loro madri.

IMG_20180105_040626Laos: una tragedia dimenticata, offuscata dalla tragedia sorella del Vietnam, ma se possibile ancora peggiore, perchè in Laos, non essendoci truppe di terra statunitensi, non vi fu scrupolo a disseminare il territorio di milioni di bombe.IMG_20180105_042251 Nella sola zona di Phonsavan, nota per il sito archeologico della “Piana delle giare” ma popolosissima e povera terra di contadini, fu scatenata una potenza esplosiva di 0,885 tonnellate a persona, e le bombe non intelligenti hanno ucciso l’80% della popolazione, divelto monumenti millenari, avvelenato e resi infertili i campi e disseminato il suolo di ordigni che ancora oggi continuano a mietere vittime fra la popolazione più inerme ed innocente: i bambini che trovano un oggetto metallico e pensano di ricavarne qualche spicciolo per aiutare la famiglia, i contadini che arano il terreno a mano, le famiglie che accendono un fuoco per cucinare e risvegliano l’ordigno sepolto chissà dove. Nella foto sopra vedete uno dei tanti crateri di una bomba in mezzo ad un campo, tornato da poco accessibile dopo lo sminamento da parte dei volontari del MAG. Sotto, invece, tanti piccoli stupa eretti in una grotta di Pohnsavan: ognuno è la tomba di uno delle centinaia di contadini, in gran parte donne e bambini, che vi si erano rifugiati dentro, ma la bomba sfondò la copertura della grotta e vi esplose.IMG_20180105_045833

khmerCambogia: altri 600.00 morti di bombe americane nel tentativo di fermare i viet-cong, seguite da un’intelligentissima scelta di campo: il sostegno americano ai khmer rossi in funzione antivietnamita (ma non erano comunisti sia pure sui generis anche i kmher rossi?), che si resero responsabili di uno dei peggiori genocidi del secolo scorso.

Ma allora le bombe erano stupide. Meno male che ora le bombe, almeno loro, sono intelligenti.

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