L’Irlanda è una terra speciale: il verde dei suoi paesaggi rilassa la mente, il suo cielo dove corrono nuvole leggere fa inseguire sogni, la sua pioggia sottile mentre splende il sole mette allegria e un senso di leggerezza, il calore dei suoi abitanti porta subito a socializzare, magari a ballare e a cantare con loro perchè qui la musica è dovunque. Ma l’Irlanda ha anche un’antica storia che si perde tra leggende e miti ed una più recente di tormentata lotta per mantenere la sua identità, e di tutto ciò è fortemente impregnata anche la coscienza degli irlandesi di oggi.
CLONMACNOISE
Il mio viaggio in Irlanda incomincia da un luogo antico, mitico e sacro: l’abazia di Clonmacnoise, nel cuore delle Midlands, sulle rive del fiume Shannon. Tutto il percorso da Dublino a qui è stato caratterizzato da sconfinate pianure che si estendono a perdita d’occhio senza alcun rilievo, verdi di quel verde fresco e intenso che solo l’Irlanda regala in ogni stagione, sotto una pioggerellina così fine da sembrare quasi rugiada, intermittente e insistente anche sotto il sole, con questo cielo immenso, custode di nubi leggere trasportate dal vento. Tutto questo verde, questa pioggia nebulizzata, questo cielo mutevole, preparano ad assaporare il gran fascino tutto irlandese di Clonmacnoise.
Qui, tra le rovine disseminate in questo suggestivo paesaggio, ci si sente trasportati in una struggente atmosfera di un tempo lontano che però ci sa parlare ancora dell’anima di Irlanda; il primo insediamento di Clonmacnoise fu fondato da San Ciaràn, discepolo di Diamuld, il leggendario primo sovrano supremo d’Irlanda cristiano, nel VI secolo: lui edificò la prima piccola chiesa di legno in questo luogo immerso nel cuore delle brughiere d’Irlanda, là dove la fine dell’ultima era glaciale aveva creato una morena sullo Shannon; Ciaran morì di peste gialla a meno di 30 anni, la vita nel VI secolo in queste brughiere doveva essere davvero durissima e si può immaginare che faro di civiltà e punto di aggregazione diventasse in breve tempo questo monastero, che nel periodo d’oro ospitò fino a 2000 persone!
Alla prima chiesa si aggiunsero molti altri edifici sacri, di cui oggi possiamo vedere le romantiche rovine: oltre al monastero principale e alla torre circolare vi sono 8 chiese tra cui il tempio Finghin, il tempio Connor, il tempio Dowling, ed infine la cattedrale, ove è sepolto l’ultimo re supremo d’Irlanda, Rory O’Conor, morto nel 1198. L’area è disseminata di sepolture e grandi c roci celtiche, tra cui la Croce delle Scritture, alta 4 metri e tutta istoriata di complicati disegni che si intrecciano.Questo luogo è considerato uno dei più sacri d’ Irlanda ed sempre stato meta di pellegrinaggio nei secoli, e anche papa Giovanni Paolo II ha voluto visitarlo; è simbolo da un lato delle origini antiche della cultura irlandese e dall’altro dell’indipendenza e della libertà dell’Irlanda come nazione, perchè ha resistito al dominio inglese fino alla metà del 1500.
Se viaggiate in Irlanda non potete perdere una visita a questo luogo, che dista 120 km da Dublino e 80 da Galway, perfetta tappa nell’attraversamento dell’Irlanda da una sponda all’altra, che permette di gustare l’ attraversamento del Burren, fino ad arrivare a Galway e nel Connemara.
Qui le strate sono tutte costeggiate da quei tipici bianchi muretti a secco che delimitano i verdi pascoli, simili a quelli che possiamo trovare in certe regioni del nostro sud. I muretti a secco nascono dalla necessità di “bonificare” il terreno del Burren, una regione calcarea, con tante pietre che affiorano dal terreno e lo rendono inadatto alle colture e al pascolo, così che le pietre vengono tolte dai campi e raccolte in questi muretti tirati su senza calce.
CASTELLO DI DUNGUAIRE
Arriviamo finalmente sull’Oceano atlantico. La mia seconda tappa è un luogo anch’ esso molto suggestivo, il castello di Dunguaire, uno dei castelli più scenografici e fotografati d’Irlanda, diroccato sulle acque di un’ansa dell’oceano popolata da cigni, dove si riflette con colori mutevoli a seconda del cielo, oggi utilizzato tra l’altro per spettacolari banchetti medievali.
KINVARA
Poco lontano sull’oceano si affaccia il delizioso borgo di pescatori di Kinvara, con le casette basse e tutte colorate di tonalità accese, rosso, azzurro, verde, come le piccole barche da pesca con le caratteristiche vele color ruggine, il prato che arriva fino all’oceano, con le panchine sull’erba che guardano il mare; sono acque molto pescose e da queste parti si tiene ogni settembre un famoso festival delle ostriche, e allora perchè non fare in una capatina in uno dei tanti bar che offrono whisky e ostriche, così come spuntino, mentre fuori la pioggia si sta facendo più fitta?
IL DOLMEN DI PULNABRONE
Dopo aver incontrato lungo la strada le rovine di un’altra abazia, mentre cala la nebbia e crea la giusta atmosfera arriviamo al misterioso Dolmen di Pulnabrone, una struttura megalitica che risale al 2500-2000 a.C. e che aveva una funzione sepolcrale.
IL CASTELLO DI LEAMANEH
Proseguendo la strada verso Galway mi imbatto nelle rovine del castello di Leamaneh, un palazzo torre di 5 piani probabilmente costruito da uno degli ultimi re d’Irlanda alla fine del XV secolo, oggi è completamente abbandonato, si trova su un terreno privato recintato non è visitabile ed e ha l’aspetto un po’ spettrale.
LE SCOGLIERE DI MOHERCon un vento spaventoso che sbatte in faccia con violenza la pioggia fine che sembra trasformata in milioni di aghi, ci incamminiamo verso le scogliere di Moher. sui prati tra i monti le mucche pascolano placide, la loro stazza le rende insensibile al vento, e diciamo che anche la mia mi protegge, anche se faccio fatica in certi punti ad andare avanti col vento contrario, mentre una mia amica magrolina deve aggrapparsi al marito per non essere spazzata via dal vento! Sulle scogliere a picco sull’oceano atlantico da cui si alzano onde maestose che si spezzano con fragore sulle rocce, si dice che il vento sia così forte da permettere di sporgersi nel vuoto e rimanere in equilibrio sollevati proprio dalla corrente dell’aria, ma giuro che non conviene proprio tentare l’esperimento, visti anche i minacciosi cartelli che indicano il pericolo di caduta nel vuoto! Sono 30 km di scogliere a strapiombo sull’oceano, la più alta delle quali è è 217 metri di altezza, e l’ultima, il picco della strega, è di 120 metri, molto frastagliate e verdi di erba e muschi, un paesaggio grandioso! E pensare che milioni di anni fa’ erano 300 metri sotto i fondali marini! Penso alla struggente nostalgia di queste immagini che potevano portarsi nel cuore gli irlandesi che partivano da questi posti, salutando dall’oceano le loro verdi scogliere, per raggiungere dopo un mese di traversata l’America, e ritrovarsi magari in un deserto a combattere contro gli indiani.
MURROUGHTOOHY
Questo tratto di costa oceanica dal nome impronunciabile è un paesaggio ancora più fuori dal mondo che le scogliere di moher. Qui le montagne del Burren, tutte rocce calcaree che fuoriescono dai campi, arrivano piatte sino al mare, e con la nebbia e la pioggerellina sembra davvero uno scenario lunare.
GALWAY
Eccomi arrivata a Galway, il capoluogo di questa splendida regione, ricca di storia e tradizioni, di monumenti e anche di tanta vitalità. Ammiro una prima parte dei luoghi importanti della città: il teatro, l’abazia francescana, la piazza Eyre, gironzolo per le animate vie pedonali del centro e ammiro i palazzi storici e le vetrine di negozi caratteristici.
Su una panchina una bella ed elegante statua di bronzo di Oscar Wilde è intenta a conversare piacevolmente con un gentiluomo.
Il castello dei Lynch è un palazzo importante di Galway; i Lynch erano una delle famiglie più in vista della città, ma non furono gli unici ad abitare il palazzo che fu la residenza di molti sindaci nel tempo, e così ogni nuovo sindaco apponeva lo stemma di pietra della sua casata sulla facciata del palazzo. L’edificio è del XVI secolo anche se la leggenda narra che un sindaco di un secolo prima vi abbia appeso da una delle finestre impiccato il proprio figlio che era stato trovato colpevole di omicidio: con ironia uno storico ottocentesco scrive “non puoi appendere un uomo del XV secolo fuori da una finestra del XVI secolo”.
“The king’s head” è una particolare graziosa casa di mattoni del 1649, che ospita un pub molto animato; quando le truppe inglesi arrivarono qui un soldato inglese espropriò il vecchio proprietario di un modesto edificio che si trovava qui; i due però fecero apparentemente amicizia e iniziarono a lavorare insieme, fecero affari importando tabacco dall’ America e bevecano insieme tutte le sere; tuttavia una sera l’inglese ubriaco si fece scappare un segreto mortale e disse “questo braccio conosce la forza del collo di carlo I”: aveva cioè confessato di essere stato lui il boia che aveva ucciso Carlo I Stuart; l’irlandese, comportandosi apparentemente da amico, appena fu possibile denunciò il fatto, l’inglese fu condannato a morte, e lui ebbe una generosissima ricompensa con cui costruì questo palazzo e prosperò negli affari.
La chiesa di San Nicola del 1300 è considerata la più antica chiesa parrocchiale dell’Irlanda occidentale fu costruita su commissione dei vari clan di Gallway e infatti contiene tutte le tombe delle varie famiglie, che però sono state distrutte sistematicamente dall’esercito di Cromwell nel 1600, che devastò anche tutte le facce delle statue all’interno della chiesa, esclusa la faccia di un angelo, ed usò l’edificio sacro come stalla; successivamente la chiesa durante le guerre civili del 1600 fu passata più volte di mano tra protestanti e cattolici. Oggi è una chiesa anglicana, ma in un’ottica ecumenica si svolgono anche celebrazioni comuni con i cattolici. Mi colpisce come questa chiesa è vissuta come luogo di una comunità che si riunisce intorno a dei valori e partecipa: mentre un coro in lunghi abiti rossi sta provando dolci canti, delle ragazze addobbano l’altare con frutti freschi, mentre un altro altare con scritto “peace” è addirittura dedicato a Ghandi!
L’oggetto simbolo di Galway è la “fede di Claddagh”, un particolare anello con due mani che sorreggono un cuore incoronato, che ha origine in un borgo di pescatori ora inglobato nel tessuto cittadino, e che è donata per il matrimonio ma viene regalata anche in segno di amicizia, e anche io me ne faccio comprare una. L’insegna della gioielleria nella foto rappresenta la fede di Claddagh. L’altro oggetto tipico sono i maglioni delle isole Aaran, bianchi a collo alto e motivi di trecce, di pura lana spessissima e spesso ancora un po’ puzzolente. Gli altri souvenir sono tipici di tutto il resto dell’Irlanda, dai Lepreshaun ( i simpatici folletti dalla barba rossa e il cilindro verde che suonano la fisarmonica e portano ricchezza) alle magliette verdi con i quadrifogli o con vignette che ironizzano sulla pioggia.
Man mano che arriva la sera i luoghi più animati diventano i tanti pub, con le porte aperte ed un andirivieni di ragazzi e ragazze (queste ultime tutte scosciate nonostante il vento e inesorabilmente oscillanti su alte scarpe con le zeppe su cui cercano di stare in equilibrio nonostante i molti litri di alcool). Dai pub arrivano risate, canti e tanta musica: questa è l’Irlanda! E al pub finiamo anche noi, ma che sorpresa, tra la musica il cibo è fantastico, tra fish and chips croccantissimo, salmone affumicato locale con cipolla cruda con pane scuro e burro salato, e soprattutto ostriche, straordinariamente buone rinomate ostriche di Galway. Riesco a mangiarne ben 20, record assoluto nella mia vita di ghiottona!
Lamattina dopo la città si sveglia pigramente (e ci credo, dopo quelle bevute!), ma con il sole finalmente, e i colori delle case sembrano ancora più vivaci.
Passo attraverso l’arco di pietra della “porta spagnola”, una delle 4 entrate della città del 1584. Costeggio il fiume che attraversa la città, abitato da cigni (e di questo mi meraviglio perchè la corrente è davvero impetuosa), lungo le cui verdi sponde sono dei pali con dei salvagenti di sicurezza, qualora qualcuno cadesse inavvertitamente nell’acqua. In un certo punto c’è un sistema di ridotta dell’acqua che da un laghetto scroscia e arriva nel canale principale, che riduce la portata del fiume. Intorno tanto verde, di tutte le sfumature immaginabili. Al di là del ponte sul canale si trova la Cattedrale di Galway, di pietra semplice ma imponente e dall’interno solenne nella sua sobrietà.
Eccoci di nuovo in macchina, per le strade della regione del Connemara, il cui paesaggio è molto diverso da quello del Burren. Non ci sono le pietre calcaree che affiorano da campi, ma molto più verde, prati e zone alberate. In questa zona hanno filmato il famoso “A quiet man”, con John Wayne. Passo tra i monti dei “twelve picks”, attraverso praterie dove vengono allevati i pony del Connemara ed infine arrivo a Cliften.
CLIFTEN
Il panorama di Cliften è facilmente identificabile dai due campanili a punta delle chiese distanti ma gemelle. Questa cittadina di mare all’mbra dei monti è famosa per il pesce: granchi, ostriche e pesce affumicato qui sono di grande qualità. Ma è famosa anche perchè qui, dove un tempo c’erano verdi pascoli, atterrò quasi schiantandosi il primo aereo ad aver compiuto la transvolata oceanica (il luogo è ricordato da un piccolo obelisco). Non solo, qui anche Guglielmo Marconi fece il primo esperimento di comunicazionecommerciale telegrafica tra gli Stati Uniti e l’Europa.
La cittadina è tanquilla, anche lei con le tipiche basse case colorate, ma attrezzata ad un po’ di turismo: c’è persino davanti ad un negozio di abbigliamento una panchina con scritto “per uomini che aspettano le donne che fanno shopping”!
ABAZIA DI KYLEMORE
L’abazia di Kylemore è uno di quei luoghi romantici che non si possono perdere. E’ un palazzo – castello neogotico di fine ‘800, tutto merli e torrette, che assomiglia molto a Miramare, costruito da Michell Henry, finanziere e parlamentare inglese, per sua moglie di cui era molto innamorato; si affaccia sulle acque di un lago ed alle spalle ha i monti dei Twelve picks, sulle cui pendici gli Henry piantarono migliaia di alberi come frangivento; incominciarono a coltivare piante esotiche e orchidee e un grande noccioleto.
Ma la moglie e la figlioletta morirono improvvisamente e la favola degli Henry finì, e così il palazzo fu ceduto alle monache benedettine in fuga dal Belgio dopo la prima guerra mondiale, che ancora vi abitano tenendo perfettamente sia l’abazia, dove c’è anche un collegio femminile ed un laboratorio famoso di ceramica, sia lo splendido parco-giardino; qui vengono coltivate le fucsie, da cui si estrae un succo che è il colorante della ceramica tipica creata dalle suore.
Adesso mi preparo a ripercorrere la traversata coast to coast per dirigermi verso Dublino, ma ho la “fortuna” di imbattermi in una cosa che solo in Irlanda potevo trovare: un festival nazionale delle pecore che ha fatto chiudere la via principale e mi costringe a vagare, cercando a occhio la direzione giusta, tra stradine vicinali delimiate dai famosi muretti del Burren. La prendo con divertimento: del resto in queste terre non poteva mancare un ultimo scherzo dei folletti!
Proprio l’altro giorno io e mio marito stavamo pensando un viaggio in Irlanda. Mi sono salvata il link del tuo articolo così me lo vado a rileggere di nuovo prima di partire
Buon viaggio…e attenta alle pecore 🙂
Che dire, grazie!! Per me l’Irlanda è una seconda casa e quando ho visto il tuo post tra i primi non ho potuto resistere.
Mi piace come l’hai raccontata nonostante il tempaccio, ma è un po’ il suo bello.
Io spero di tornare quanto prima, averci vissuto due mesi mi ha legato a lei in modo profondo..
L’Irlanda è un paese che devo visitare! I panorami sono troppo belli!
Non sai quanto mi manca l’Irlanda! Ho vissuto per un anno e mezzo a Dublino, oramai secoli fa ma una volta rientrata, non ho avuto modo di ritornarci, forse per i costi un pò elevati.
Delle cose che hai elencato, io ho visitato solo ABAZIA DI KYLEMORE e di sfuggita GALWAY: giusto per far notare che anche se è un’isola relativamente piccola, ha davvero tantissime cose da vedere e da fare!
Grazie per questo post, mi è sembrato per un attimo di essere lì con te in Irlanda, una terra che sogno da anni e che sfortunatamente non sono ancora riuscita a visitare. Molto interessante il vostro percorso, avete visto tante cose, molte delle quali non avevo mai nemmeno sentito nominare, come Murroughtoohy e il castello di Leamaneh, che immagino siano fuori dalle classiche rotte…
Proprio un bel viaggetto, bravi! 😊
Mi hai fatto fare un incredibile salto indietro nel tempo, ad un viaggio on-the-road in Irlanda lungo la Wild Atlanthic Way e poi nel Burren (quando siamo andati al Dolmen, c’era un sole pazzesco) per sbucare, attraverso mille stradine strettissime, alle Cliffs of Moher. L’Irlanda è un paese stupendo, io mi sentii come a casa. <3
Questo post è davvero ricco di spunti. E a settembre potrei proporre al mio consorte un bel giro in Irlanda con sosta al festival dell’ostrica. 👍
Lui ti ringrazierà visto che è un amante delle birre irlandesi e finalmente può andarci anche con me.
Non sono mai stata in Irlanda ma solo guardando le foto so che adorerei i castelli, i panorami costieri e i paesini. Peccato che sia un Paese dove piove sovente e perciò le visite siano un po’ condizionate dal brutto tempo.
Non sono ancora stata in Irlanda ma mi affascina tantissimo come meta, con quei prati verdi ed il clima un po’ uggioso
Non ho ancora visitato l’Irlanda ma mi attira molto. Mi hai dato ottimi spunti per un prossimo viaggio!
Quante cose ho scoperto con questo post! Complimenti per l’articolo molto dettagliato e per tutti i riferimenti storici!
Mi sono innamorata a prima vista dell’Abbazia di Kylemore! In realtà di tutti i posti che hai citato… bisogna che organizzi al più presto una bella avventura di viaggio irlandese! 🙂
Ho fatto un giro molto simile con un tempo molto simile hahaha. I miei posti preferiti? Cliffs of Moher e Glaway
Non ho ancora visto la verde Irlanda ma ne ho sempre sentito parlare con un certo trasporto da chi ci è stato e noto, anche qui, una costante: non lascia indifferenti… Bello leggere e conoscere attraverso il tuo post questo paese cosi suggestivo. Penso proprio che a breve ci andrò pure io!
Ho letteralmente amato questa zona dell’Irlanda! E’ stato uno dei viaggi in solitaria tra i più belli che abbia mai fatto!
Anche io alla Cliff ho trovato un vento spaventoso e purtroppo scarsa visibilità … un peccato davvero! Già in quelle condizioni meteo la zona era di una bellezza impressionante, non oso pensare che cosa avrei provato, se l’avessi vista al suo massimo splendore!
Sono stata a Dublino, ma Irlanda è interessante per i suoi paesaggi che saranno una delle prossime mete, appena abbiamo qualche settimana da fare in macchina …. spero! 😉
Sai che abbiamo toccato più o meno le stesse tappe? E mi hai fatto tornare una nostalgia immensa di questi posti, facendomi tornare in mente colori, odori e sapori di una terra magnifica 😍
Che bel racconto. Non ho avuto ancora modo di visitare l’Irlanda ma vorrei poterlo fare presto: mi piacerebbe fare un on the road per poter vedere più sfaccettature di questo paese come hai fatto tu.
Che bel viaggio, quello in Irlanda! Ancora non l’ho realizzato, e sspesso mi chiedo perchè! Guardando le tue foto, però, ho rivissuto bellissimi momenti passati invece in Scozia, che non è così dissimile come paesaggi (e tempo atmosferico!)
in particolare, quando ho visto la foto di Dunguaire Castle ho sobbalzato: è similissimo al mio amore Eilean Donan Castle! 🙂