Hong Kong, la città sempre in cerca di spazio

Hong Kong è un luogo che non assomiglia a nessun altro.
L’aria è densa di umidità, di energia, di contraddizioni, come negli scenari di Matrix. Non è la prima città di grattacieli che abbia visto, ma qui le torri sembrano crescere una sull’altra, come se lo spazio non bastasse mai, con una densità umana e architettonica che affascina e stordisce allo stesso tempo.

panorama dei grattacieli di Hong Kong dal lungofiume

I grattacieli si stringono l’uno contro l’altro, come se volessero rubarsi gli ultimi centimetri di cielo, e la città sembra vivere sospesa fra il mare e la montagna, fra passato e futuro.

Questa complessità affonda le sue radici nella storia: fondata come porto commerciale britannico nel XIX secolo, Hong Kong è rimasta sotto il dominio inglese per oltre 150 anni.
La sua posizione strategica nel cuore dell’Asia l’ha trasformata in uno snodo economico fondamentale, crocevia di traffici, culture e influenze.

Nel 1997 tornò sotto la sovranità cinese, ma con la formula “un Paese, due sistemi”: un compromesso che avrebbe dovuto garantire per cinquant’anni una relativa autonomia amministrativa e giuridica e libertà economica. Una propria bandiera, una propria moneta, le proprie targhe delle auto (solo un tipo di targa è ammessa a circolare anche nel resto della Cina).

tra i grattacieli di Central ad Hong Kong


Questo principio — un solo Paese ma due sistemi — ha permesso a Hong Kong di mantenere per decenni la propria libertà economica, il proprio mercato finanziario e una certa indipendenza culturale, pur sotto la sovranità di Pechino.

Negli ultimi anni, tuttavia, la tensione tra la libertà locale e il controllo centrale si è fatta più evidente. Camminando per le strade, si avverte un’energia doppia: da un lato la vitalità di una città cosmopolita e aperta, dall’altro un senso di sospensione, come se questa libertà fosse sempre sul punto di essere limitata.

E’ un equilibrio fragile. Da una parte la libertà economica più spinta d’Asia, con le grandi banche internazionali e le boutique di lusso; dall’altra un senso di identità propria, orgogliosa e inquieta, che resiste dietro le insegne al neon e le bandiere rosse. Perchè Hong Kong non è solo acciaio e vetro. È una città stratificata, dove la modernità convive con la memoria coloniale, e dove il caos del traffico si mescola al ritmo lento dei tram, i famosi ding ding, che da oltre un secolo percorrono le vie principali dell’isola.

strade commerciali di Hong Kong,


Una città verticale che toglie il fiato

A Hong Kong lo spazio è un lusso.
Le colline incombono, il mare limita, e allora l’unica direzione possibile è verso l’alto. In questa mancanza di spazio sta la principale differenza con la capitale economica della Cina, Shanghai.
A Hong Kong i palazzi si moltiplicano in verticale, stretti come alveari, e i loro balconi raccontano vite ammassate, panni stesi, antenne,  gabbie per uccelli, piccoli altari domestici. Contraddizioni vere o apparenti, come quelle impalcature di bambù  che sembrano incongrue per i grattacieli e danno un senso di precarietà ma in realtà sono resistentissime e flessibili.

A volte la città dà una sensazione di oppressione fisica, come se mancasse il respiro — ma al tempo stesso, proprio in questa densità, pulsa la sua vitalità.

grattacieli di Hong Kong

Di notte, le luci dei grattacieli riflettono sulla baia di Victoria Harbour come stelle capovolte, e la linea dell’orizzonte si trasforma in un battito di luci che non dorme mai.


Il panorama dal Victoria Peack

Non è un caso che la mia guida abbia deciso di fare iniziare la mia immersione nella vita di Hong Kong dall’alto del Victoria Peak, il punto più alto dell’isola, da cui si gode una vista spettacolare sulla baia e sulla foresta di grattacieli sottostante.

grattacieli di notte a Hong Kong

Salire con il Peak Tram, un trenino storico di più di un secolo ancora con i suoi sedili di legno tirati a lucido, che si muove in pendenza vertiginosa, è un’esperienza a sé: sembra di viaggiare indietro nel tempo, ma anche di salire in un sogno sospeso tra nuvole e vetro.

Da lassù, ammirando il panorama mentre si gusta il dessert kai kai premiato da Michelin, la città appare maestosa, quasi irreale. Ma è scendendo, con lo stesso tram, che si ritorna nella realtà pulsante delle strade.

Victoria Tram a Hong Kong


I mercati notturni di Hong Kong: Temple Street e il Ladies’ Market

Una delle anime più autentiche della città vive nei mercati. Alcuni vanno vissuti di notte, altri visitati al mattino. Per questo vi consiglio di scegliere di dormire nella zona di Mong Kok, nel distretto di Kowloon, come ho fatto io con l’Hotel Cordis.

Temple Street Night Market, con le sue luci al neon e le bancarelle che si affollano fino a tarda notte, è un microcosmo dove si trova di tutto: orologi, vestiti, portafortuna, strumenti musicali, cibo di strada che sprigiona profumi d’oriente e di frittura.

Tenmple Market a Hong Kong

Poco lontano, a Mong Kok, il Ladies’ Market è il regno del souvenir e della contrattazione: magliette, borse, accessori, ma anche piccoli oggetti d’artigianato e gadget irresistibili. Passeggiare qui è un’esperienza sensoriale totale: luci, suoni, voci, odori, in un continuo alternarsi di folla e dettagli curiosi.

oggetti in vendita al Ladies Market di Hong Kong


I mercati dell’anima: tra uccelli, fiori e pesci

Di giorno, per ritrovae l’umanità nel cuore della città, basta deviare verso Mong Kok.

Nel Bird Market di Yuen Po Street, gli anziani portano a passeggio i loro uccelli canori in gabbie di bambù intagliate, come un tempo si portava un amico al bar. Le pinzette di legno servono a nutrire pappagalli e canarini con insetti e larve.

Mercato degli uccelli a Hong Kong

Accanto, il Flower Market è un tripudio di colori e profumi, un piccolo paradiso botanico dove ogni pianta ha un significato: prosperità, fortuna, longevità. Le regine sono le orchidee,  gigantesche e così economiche che verrebbe la voglia di farsele spedire  a casa da oltre oceano.

orchidee nel Flower Market di Hong Kong

Poco più avanti, il Goldfish Market scintilla di vita acquatica: centinaia di pesci tropicali nuotano in sacchetti appesi alle pareti, simbolo di abbondanza e armonia. Ma non mancano le piante acquatiche per gli acquari, topolini, criceti, tartarughine ed ogni genere di piccolo animale domestico.

golden fish market a Hong Kong

Sono luoghi dove il tempo si ferma, e dove si sente ancora il battito della vecchia Hong Kong, quella che viveva di piccoli commerci e superstizioni gentili.


Hong Kong e il gusto della strada

A Hong Kong il cibo di strada non è solo uno sfizioso piacere: è una necessità del ritmo urbano. Mangiare qui non è solo nutrirsi: è partecipare al battito stesso della città, veloce e concreto.

Nei vicoli tra Mong Kok e Temple Street si mangia in piedi, accanto a pentole che ribollono, respirando un’aria satura di spezie e mare. È una cucina che nasce dalla fretta e dallo spazio minimo, ma riesce comunque a essere sorprendentemente raffinata.

street food a Hong Kong

Fish balls – 魚蛋 (yu daan) Le polpette di pesce sono il simbolo assoluto dello street food cantonese.
Vengono infilzate su bastoncini di legno, bollite e poi immerse in salse al curry o piccanti. Il loro sapore marino e speziato racconta la semplicità geniale della cucina di strada di Hong Kong.

Siu mai e dumplings – 燒賣 / 餃子 (siu mai / gaau zi) Sono piccoli scrigni di pasta al vapore ripieni di carne, gamberi o verdure, serviti nei cestelli di bambù.
Sono l’essenza del dim sum, una tradizione antica che significa “toccare il cuore” — un nome perfetto per questi bocconi deliziosi.

Cheung fun – 腸粉 Sono rotolini di pasta di riso ripieni, lisci e vellutati, conditi con salsa di soia dolce e sesamo.
Si sciolgono letteralmente in bocca e sono tra i piatti più amati dai locali durante la colazione o le pause veloci.

Ladies Market a Hong Kong

Offal skewers e curry fish balls, Ecco la versione più audace e popolare della strada: spiedini di interiora di manzo o maiale cotti in un brodo speziato, serviti accanto alle fish balls al curry.
Un contrasto perfetto tra piccante e saporito, destinato a chi ama i gusti intensi.

Egg waffles – 雞蛋仔 (gai daan zai) Sono il dolce iconico di Hong Kong, nato negli anni Cinquanta: una cialda a bolle, croccante fuori e morbida dentro, che profuma di vaniglia e burro. Si mangia calda, piegata a cono, e oggi se ne trovano versioni creative con cioccolato, gelato o frutta.

Egg tart – 蛋撻 (daan taat) Cugina orientale del pastel de nata portoghese, arrivata qui attraverso Macao, l’egg tart è una piccola crostata con crema d’uovo dolce e profumata.
È un ponte tra Oriente e Occidente, tra colonialismo e modernità, tra la fretta della metropoli e la lentezza di un tè al latte bevuto guardando la baia.

egg tart a Hong Kong

La cucina di strada di Hong Kong è una sinfonia di rumori e profumi: il friggitore che batte il mestolo, il vapore che si alza dai cestelli, il profumo del curry che si mescola alla pioggia tropicale.


I musei di Hong Kong: tra storia, scienza e modernità

Una tappa imprescindibile è il Hong Kong Museum of History, che racconta la nascita della città dalle origini fino ai giorni nostri.
Le ricostruzioni storiche — villaggi di pescatori, templi, scene di vita coloniale — sono straordinariamente realistiche e aiutano a comprendere come un piccolo porto sia diventato una metropoli globale.

L’Hong Kong Museum of art, con la sua facciata ad onde he richiama la vicinanza del mare, contiene oltre 17.000 opere tra arte cinese antica, pittura locale contemporanea e mostre internazionali di design, fotografia e calligrafia.

Hongk Kong Museum of art e sulla destra Planetarium

Poco distante si trova il Hong Kong Space Museum, il celebre edificio a cupola bianca che custodisce un planetarium tra i più moderni dell’Asia.
Sedersi sotto la volta del cielo proiettato è un’esperienza quasi meditativa: fuori il caos della città, dentro l’immensità silenziosa dell’universo.

E ancora, nel cuore del distretto finanziario, il Museo della Moneta, ospitato presso la Hong Kong Monetary Authority, svela la storia del potere economico che ha fatto grande la città.
Dalle antiche monete d’argento ai sistemi di pagamento digitali, è un viaggio nell’identità stessa di Hong Kong come capitale della finanza asiatica.

Museo della moneta di Hong Kong

Dal piano più alto del grattacielo, il panorama sulla baia e sulle colline circostanti regala una vista unica, più silenziosa e contemplativa di quanto ci si aspetterebbe da un edificio simbolo del potere economico. E’un buon espediente : inutile pagare il biglietto er salire su una delle piattaforme panoramiche dei grattacieli simbolo del quartiere di Central quando qui si si sale gratuitamente e si ammira uno straordinario panorama a 360 gradi.


Il lungomare di Tsim Sha Tsui e la crociera in Dukling

Il lungomare di Tsim Sha Tsui è il luogo dove la città si apre al mare. Una lunghissima elegante passeggiata pedonale dove ancora si può ammirare qualche pezzo dell’Hong Kong perduta, come la torre dell’orologio dell’antica stazione ferroviaria.

torre dell'orologio a Hong Kong

Qui, tra le palme e il ritmo regolare delle onde, si trova la Avenue of Stars, il viale dedicato al cinema di Hong Kong, con le impronte delle star e la celebre statua di Bruce Lee.

Tra grattacieli che si stagliano lungo tutte le banchine del fiume a segnarne il panorama,  la grande ruota panoramica è un nano da osservare a sua volta dall’alto.

ruota panoramica a Hong Kong

Al tramonto, l’acqua si accende di riflessi rosa e arancio, e poco dopo, ogni sera, va in scena la Symphony of Lights: uno spettacolo di musica e laser che coinvolge decine di grattacieli, in una danza di luce che trasforma la città in un unico organismo vivente.

Da qui sono salita sulla Dukling, una piccola barca tradizionale in legno, dal fascino antico. Un tenmo era l’imbarcazione tradizionale di Hong Kong, oggi ne sono rimaste inservizio solo due. Navigare sul Victoria Harbour è come cambiare prospettiva: i grattacieli, visti dal basso, sembrano più umani; il vento porta l’odore salmastro del mare, e il suono delle onde copre per un momento il brusio incessante della città. 
La Dckling dondola dolcemente tra le luci riflesse sull’acqua, e Hong Kong, da lontano, appare quasi fragile, come una lanterna che galleggia nella notte.

dukling nella baia di Hong Kong


Stanley: la tregua gentile della costa sud di Hong Kong

Dopo l’abbraccio opprimente dei grattacieli e la frenesia dei quartieri centrali, si sente il bisogno di un po’ di natura. Basta salire su un autobus e lasciare che la strada inizi a serpeggiare lungo le colline affacciate sul mare del Sud della Cina.

Il viaggio verso Stanley è già parte del piacere: una strada panoramica, tortuosa e vertiginosa, che regala scorci spettacolari su spiagge, scogliere e piccole baie. In meno di un’ora, si arriva in un altro mondo.

Stanley accoglie con un’aria  coloniale rilassata, quasi mediterranea, fatta di brezza marina, case basse e caffè con le terrazze sul lungomare.
È difficile credere che si trovi ancora sull’isola di Hong Kong: qui il tempo scorre più lento, e la vita sembra tornare a una dimensione umana.

veduta di Stanley., località turistica vicino Hong Kong

Il mercato di Stanley è un labirinto coperto di bancarelle colorate dove si trovano tessuti di seta, ventagli dipinti, quadri, gioielli e abiti su misura.
È un luogo perfetto (e un po’ più caro) per chi ama i souvenir autentici, l’artigianato locale e le piccole storie raccontate da ogni oggetto.

mercato di Stanley, Hong Kong

Dopo il mercato, basta fare pochi passi per raggiungere la Stanley Main Beach, ampia e vivace, frequentata da surfisti e famiglie.
Più tranquilla e appartata è la St. Stephen’s Beach, incastonata tra le colline, dove l’acqua è calma e il silenzio quasi irreale.

Sul lungomare si erge la Murray House, elegante edificio vittoriano del XIX secolo, smontato pietra per pietra dal centro di Hong Kong e ricostruito qui.
Oggi ospita ristoranti e caffè con vista sulla baia, ma conserva ancora l’eleganza sobria dell’epoca coloniale, un dialogo pacato tra passato e presente.


Lantau Island: il respiro del Buddha

Per continuare a respirare la pace uno le escursioni più suggestive è quella verso Lantau Island, la più grande delle isole di Hong Kong.

funivia hong kong Lantau e grande Buddha

Si parte con la funivia Ngong Ping 360, che sale lentamente tra montagne verdi e il mare che luccica in lontananza. Se non soffrite di vertigini scegliete senza dubbio, per pochi soldi in più, le cabine speciali dal fondo trasparente.

funivia per Lantau con fondo trasparente
Il pavimento di vetro della cabina  permette di vedere tutto sotto i piedi — un’emozione sospesa nel vuoto, dove la città svanisce e resta solo il respiro del vento sul verde e sulla baia in lontananza.

Si può vedere dall’alto la strada che corre sul mare e che sembra finire nel nulla, ma in realtà si inabissa in un tunnel sotterraneo che porta sino a Macao.

strada sul mare e tunnel sottomarino per Macao

In cima  alla funivia si trova  Ngong Ping, un villaggio a tema culturale progettato e realizzato con caratteristiche architettoniche cinesi. che fa da porta all’escursione verso il Grande Buddha che si staglia sulla cima della montagna.

Il Grande Buddha di Tian Tan , seconda statua di Buddha all’aerto più grande al mondo, è una statua di bronzo alta 34 metri, seduta in posizione di serenità immensa.

grande Buddha di Tian Tan sull'isola di Lantau, Hong Kong

Bisogna meritarsi la benedizione con un’ascesa di 268 gradini esatti. Sono ampi e regolari, fiancheggiati da statue bronzee di divinità femminili che offrono doni simbolici al Buddha (incenso, fiori, lampade), e lungo la salita si apre una vista magnifica sulla valle e sul Monastero di Po Lin. Salendo lentamente, il percorso stesso diventa quasi meditativo — un cammino di raccoglimento più che di fatica.

Il Buddha è  rivolto verso nord, unico tra i grandi Buddha cinesi, come gesto di benedizione verso l’intera Cina continentale. Lo sguardo  sembra abbracciare il mondo, e il silenzio intorno è quasi irreale.

grande Buddha di Tian Tan

Ai suoi piedi, il monastero di Po Lin , preceduto da una via fianccheggiata dalle statue dei guardiani che corrispondono ai segni dello zodiaco cinese, è un luogo di pace, dove il profumo dell’incenso si mescola a quello dei fiori di loto, e i monaci percorrono i cortili con movimenti lievi e precisi. E’ un luogo sacro di pellegrinaggio per i fedeli buddhisti di Hong Kong.

Monastero di Po Lin sull' isola di Lantau, Hong Kong

Il Tempio dei Diecimila Buddha, il suo cuore pulsante, ospita una grande sala riccamente decorata, con pareti interamente coperte da minuscole statue dorate del Buddha.
Le colonne rosse, i tetti dorati e le lanterne appese creano un effetto  quasi ipnotico. Ogni dettaglio architettonico ha un significato spirituale: i draghi che proteggono gli angoli del tetto, le porte a più archi che simboleggiano i passaggi interiori, le offerte di fiori e frutta che rappresentano purezza e compassione.

monastero di Po Ling e tempio dei 10000 Buddha a Lantau, Hong Kong


Tai O, il villaggio dei pescatori

L’attrattiva dell’isola di Lantau  non si limita al grande Buddha e al monastero.  Spingendosi sulla costa si incontra Tai O, un antico villaggio di pescatori costruito su palafitte.
Qui il tempo sembra essersi fermato: le case di legno si specchiano nell’acqua, i mercati vendono pesce essiccato, gamberi, alghe, salsa di ostriche e curiosità del mare (si mangiano essiccate persino le povere stelle marine!).

pesce essiccato nelk villaggio di Tai O sull'isola di Lantau, Hong Kong

Un tempio semplice ma coloratissimo protegge i pescatori con divinità guardiane.

frontone del temio buddhista nel villaggio di Lai O, isola di Lantau
Le donne stendono le reti al sole, un signore anziano vende per poco qualche collana di perle infilate a mano,  trovate nelle ostriche giganti coltivate, e piccoli battelli fanno il giro della baia alla ricerca dei delfini bianchi dell’Indo-Pacifico, simbolo della fortuna.

Un suggestivo ponte pedonale dalle sponde rosse, chiamato ponte delle star perchè hanno girato molti film in questa cornice pittoresca, congiunge il villaggio di terrafferma alle palafitte sull’acqua.

ponte delle star nel villaggio di Tai O a Lantau, Hong Kong

Le case dei pescatori sulle palafitte sono molto semplici, vi si vive una vita comunitaria e affollata e ogni generazione aggiunge una stanza.  Piccole curiosità: il legno del pavimento delle palafitte  è pesante, per non galleggiare in occasione delle inondazioni; il gabinetto è un buco nel pavimento, senza fronzoli dal produttore all’acqua del mare.

palafitte del villaggio di pescatori di Tai O, HOng Kong

È un luogo che commuove, perché conserva intatto lo spirito originario di Hong Kong, quello che la modernità non è riuscita a cancellare.


Templi e spiritualità nascosta

A Hong Kong non ho avuto il tempo di visitare tutti i templi, ma alcuni restano impressi anche solo per la loro leggenda.

Il Tempio di Man Mo, nel quartiere di Sheung Wan, è uno dei più antichi: dedicato al dio della letteratura e a quello della guerra, è un luogo di equilibrio tra mente e forza.
Il soffitto è coperto da enormi spirali d’incenso che bruciano lentamente, avvolgendo tutto in una nebbia profumata.

Man Mo Temple a Hong Kong

Il Wong Tai Sin Temple, invece, è un caleidoscopio di colori, frequentato da fedeli che vengono a pregare per salute e successo, consultando gli oracoli con piccoli bastoncini numerati.

Questi luoghi raccontano un altro volto di Hong Kong: quello spirituale, nascosto ma vivo, che resiste sotto le luci dei grattacieli.

Hog Kong il tempio won tai sin


Hong Kong, un ossimoro perfetto

Hong Kong è un ossimoro che funziona.
È frenesia e quiete, oppressione e libertà, modernità e tradizione. 
In nessun’altra città ho sentito così forte il contrasto tra cielo e terra, tra il cemento che sale e l’anima che cerca uno spazio per respirare.

Forse proprio per questo, quando me ne sono andata, ho provato una strana nostalgia: quella per una città che non ti lascia mai indifferente, che ti costringe a guardare dentro di te, come lo sguardo del suo Buddha gigante sopra le nuvole.

Hong Kong isola di Lantau

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