Abu Dhabi tra sacro e profano, ma sempre a 5 stelle


Dopo Dubai e Al’Ain, ecccomi arrivata all’ultima tappa del mio viaggio negli Emirates. Abu Dhabi è la capitale dell’omonimo emirato e anche della federazione degli Emirati Arabi (l’emiro di Abu Dhabi è il presidente degli UAE) ed è  quindi il centro politico amministrativo dello Stato e anche il centro nevralgico del business, e difatti ha un po’ un’ aria milanese rispetto a Dubai. Non che Abu Dhabi non sia altrettanto scintillante e forse anche più ricca, ma mi appare più”seriosa” e meno votata al divertimento. Le sue attrazioni  più note sono la Moschea Sheikh Zayed e il circuito di Formula 1, sacro e profano con un comune denominatore: lo sfarzo! La città suda per il caldo torrido e trasuda ricchezza nelle sue strade, nei suoi grattacieli, nei suoi monumenti, nelle sue  realizzazioni sportive o per il tempo libero.

IMG_20171101_171813Scopro che i residenti emiratini ad Abu Dhabi sono una minoranza rispetto ai tanti lavoratori stranieri, pakistani, indiani, ma anche europei ed in particolare italiani; le ditte straniere possono stabilire sedi qui solo se assumono una percentuale minima fissa  di emiratini, pagandoli 10 volte gli altri lavoratori: è intuibile che nessun locale se la passi proprio male. Se poi dovesse proprio avere problemi economici, lo stato provvede ad assegnargli una lussuosa villetta assai poco popolare. I nostri connazionali sono spesso giovani laureati che trovano qui prospettive che l’Italia non riesce a dare loro, e questo è molto triste; la nostra guida è una ragazza calabrese, laureata in filologia e molto preparata, che ci dice:”meglio qui ad effettuare un lavoro correttamente retribuito e certo che nella mia terra a pagare il pizzo.” E si capisce che non le dispiacerebbe sposare un emiratino ed acquisire automaticamente la cittadinanza che dà diritto a benefits come quelli succitati, tanto più che a suo dire gli emiratini sono corteggiatori galanti e generosi, che fanno sentire la donna una principessa, e quanto a mentalità forse sono tradizionalisti  ma ricchi di cultura antica e quindi interessanti per uno scambio intellettuale gratificante e spesso più aperti dei ragazzi di certe zone d’Italia ancora così gelosi da impedire alla ragazza di uscire la sera con le amiche. Affermazioni sorprendenti ma che fanno riflettere sulla natura effimera dei preconcetti sulle culture diverse dalle nostre.

IMG-20171118-WA0009La prima mia meta è la moschea Sheikh Zayed, visitata da turisti di tutto il mondo dietro efficiente prenotazione che permette un flusso ordinato. E’ imponente e ricchissima nei materiali ma con una sua solenne sobrietà: tutta realizzata, da architetti islamici che hanno unito arte e ispirazione religiosa in ogni dettaglio, in candido marmo  che la rende luminosissima e delicati intarsi policromi a temi floreali, con grosse parti rilucenti di oro massiccio, come i capitelli delle colonne che vedete nella foto. Gli spazi esterni sono amplissimi, tra giardini e fontane e colonnati che circondano la corte, eppure sono pieni di fedeli in preghiera nei venerdì di Ramadan, quando i 40.000 posti all’interno non sono sufficienti.IMG-20171118-WA0000 Il prezioso tappeto della moschea è tutto un unico pezzo, tanto che hanno IMG-20171118-WA0006dovuto impiegare un grosso aereoplano per portarlo lì,  il lampadario d’oro e di cristalli è il più grande del mondo di questo genere, le finestre sfaccettate di vetro colorato riflettono azzurri ricami nell’interno, mutevoli come le nuvole. Da visitatrice rispettosamente avvolta nel lungo abito nero, lì dentro mi sento piccola e  resto a bocca aperta.

IMG_20171031_171422Anche le auto che sfrecciano sulle ampie strade (certo non è una cittá per pedoni) non scherzano, dalle Lamborghini alle Aston Martin alle Rolls-Royce (spesso ce ne sono  due di servizio negli hotel più belli) alle Bentley, alle adorate Ferrari, per le quali qui c’è un vero e proprio culto. Tutti i rampolli di nobile famiglia hanno la loro ferrarina che si divertono a IMG-20171118-WA0016lanciare sulle piste del famoso circuito di Formula 1 di Yas Marina, una pista ultramoderna che si snoda tra il mare, campi da golf, parchi tematici e hotel di lusso.

Alla Ferrari è dedicato anche un intero parco a tema, il Ferrari word, che è una costruzione interessante di per sé,  a forma di rosso volante col cavallino,ma dentro in realtà non è molto più che un lunapark con attrazioni da brivido, come le montagne russe più veloci del mondo,naturalmente con i vagoni a forma di Ferrari.

Abu Dhabi si ripromette di diventare anche una capitale culturale, e presto qui apriranno succursali del museo Louvre e del Guggenheim. Sarà interessante tornare qui tra qualche anno, la città è in  un così vivo fermento di crescita che il suo volto sarà irriconoscibile.

IMG_20171101_172711IMG_20171101_172606Non posso perdere una visita ad uno degli hotel più lussuosi del mondo, l’Emirates Palace, un tempo palazzo dell’emiro, dove si susseguono saloni e ambienti luccicanti di oro zecchino, e per entrare serve una speciale prenotazione per poter effettuare una consumazione al bar; inutile dire che il servizio è raffinatissimo e allietato da un quartetto musicale di musiciste classiche in abito da sera, mentre appositi bracieri bruciano incenso della miglior qualitá.

IMG-20171118-WA0008E’ la sera di halloween ma non sono attrezzata, mai pensavo che anche qui fossero arrivati i festeggiamenti anglo-dark del giorno dei morti. E invece nel mio hotel, il lussuoso Jumeirah at Ethiad Towers, è organizzato un party a tema a cui arrivano bambini vestiti da creature mostruose di vario tipo e genitori in abito da sera; naturalmente tutto è proporzionato al lusso di Abu Dhabi ed il tavolo delle caramelle e dolcetti a disposizione dei bimbi è lungo una decina di metri. Quanto al cibo, meglio restare sulle specialità locali, visto che la pizza per i bimbi è al prezzemolo (a meno che non sia una trovata horror per halloween). Vesto alla meno peggio Giulia da strega, con il mio spolverino nero che mi ero portata non sapendo bene come mi sarei dovuta vestire: le va fino ai piedi e sembra davvero una streghetta, ma poi mi rendo conto che è molto simile alla veste tradizionale locale e qui non sembra molto una maschera; mi viene il dubbio che qualcuno si offenda, ma poi vedo che tutti ridono divertiti e mi rilasso.

IMG-20171118-WA0014IMG-20171118-WA0013Seconda giornata dedicata alla ricerca di qualcosa sopravvissuta del tempo che fu. Dell’antica Abu Dhabi villaggio di pescatori non resta già oggi molto. Anche i mercati sono modermi, ma comunque interessanti per le loro particolaritá, come il grande mercato del pesce, dove sui banchi sono allineati pesci di ogni dimensione, crostacei e aragoste,  mentre in bottegucce laterali ciò che viene comprato può anche essere fatto cucinare secondo diverse ricette. Unico è poi il mercato dei datteri, dove tutti gli stand sembrano avere la stessa merce, datteri da tutto il mondo, ognuno con le sue caratteristiche di consistenza, dimensione e dolcezza. Anche al mercato della frutta si intuisce un ottimo servizio, con i clienti che ordinano direttamente dall’auto la loro spesa, che viene caricata dai venditori – ovviamente tutti pakistani. Mi delude invece il mercato dei tappeti, quasi tutta robaccia fatta a macchina, mentre i pochi pezzi pregiati non realizzati qui ma importati dall’Iran sono ovvimente cari rispetto al paese d’origine.

IMG-20171118-WA0001Il posto più romantico di Abu Dhabi è il lungomare, la Corniche, largo e lungo viale panoramico che costeggia spiaggie bianchissime insignite anche della bandiera blu. Sono molti kilometri di elegante passeggio, contornato da piante e curato verde.IMG-20171118-WA0010 Il deserto qui ad Abu Dhabi, al contrario che a Dubai, sembra lontano. Sulla Corniche ammiro il tramonto e mi imbarco per una caratteristica crociera serale su un dhow, il tipico battello di legno,  che, mentre gustiamo un banchetto a base di bontà locali, scivola sulle acque del Golfo persico per salutare un’ ultima volta la città, ora tutta illuminata al neon di vari colori, il cui luccichio sembra non dormire mai.

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