Fecisti patriam diversis gentibus unam: testimonianze della civiltà romana nel mondo – Parte I: Europa

«O Roma, nessuno, finché vive, potrà dimenticarti… Hai riunito popoli diversi in una sola patria, la tua conquista ha giovato a chi viveva senza leggi. Offrendo ai vinti il retaggio della tua civiltà, di tutto il mondo diviso hai fatto un’unica città.» E’ Rutilio Namaziano, nel De Reditu Suo, che  nel V secolo d.C., paradossalmente nel momento del declino di Roma e dell’imminente catastrofe, dedica alla caput mundi i versi che secondo me meglio di tutti rendono merito alla sua grandezza: Rutilio non esalta i successi della spada di Roma, ma la sua civiltà inclusiva, che aveva portato nel mondo il senso di una cultura condivisa che affratella e rende uno.

Dalla Francia, alla Spagna, alla Gran Bretagna, alla Germania, all’Ungheria, alla Romania, alla Bulgaria, alla Grecia, alle sponde del Nord Africa, persino in Giordania ed in Siria, le strade portavano commerci ed idee, i templi esaltavano la pietas, gli acquedotti, le terme, i teatri,  diffondevano il benessere, le basiliche e i fori erano monumento di pietra dietro cui ferveva la grande stagione del diritto romano, quella che vide nascere le leggi fondamentali del vivere civile.  In poche parole con l’impero romano si creava il primo germe dell’Europa come patria comune.

Ma Roma antica ebbe altri due grandi meriti: seppe dapprima mediare e diffondere la filosofia greca  e poi costituì il centro di irradiazione del cristianesimo, i due elementi fondamentali che hanno pervaso e forgiato la cultura occidentale nei secoli.

Che cosa resta oggi della cultura inclusiva romana in Europa e nel Medioriente? Forse questa domanda merita risposte troppo complesse. Possiamo però comprendere quanto la cultura romana sia stata pervasiva dalla testimonianze archeologiche della civiltà romana fuori dal territorio italiano.

Siete pronti? Stiamo per partire per un giro in tutto l’Impero Romano, con delle guide di eccezione:  10 scrittrici di viaggi  appartenenti al gruppo  delle Travel Blogger Italiane. A ciascuna di loro ho chiesto di parlarmi di un luogo simbolo della civiltà romana nel mondo, ed ecco che cosa è venuto fuori.

In questo articolo sono raccolti i contributi che riguardano l’Europa Romana, a seguire vedremo i luoghi romani fuori dall’Europa scelti dalle blogger.

Ostia antica: il Piazzale delle Corporazioni, la piazza dell’Impero 

Iniziamo con Marina Lo Blundo, archeologa e blogger di Maraina in viaggio , nonchè  autrice del blog di archeologia Generazione di Archeologi .

Marina, hai scelto un luogo provocatorio per un post che parla di Roma antica nel mondo,…

“Sì, Ostia è in Italia, anzi, è la prima colonia di Roma e dista pochi km dalla capitale dell’Impero. Cosa c’entra allora in un post che parla delle città romane fuori dall’Italia? 

C’entra perché Ostia era la porta di Roma: qui arrivavano persone da ogni parte del Mediterraneo che sbarcavano nel grande porto dell’impero, Portus (oggi a Fiumicino). Costoro erano per la maggior parte armatori di navi, mercanti, affaristi che, giunti a Ostia, trovavano il luogo in cui stringere contratti, accordi economici. Questo luogo era un monumento particolare di Ostia, unico nel suo genere: il Piazzale delle Corporazioni.

Ostia – piazzale delle corporazioni. Foto di Marina Lo Blundo, www.viaggimarilore.wordpress.com

Siamo alle spalle del teatro di Ostia antica. Qui si sviluppava un portico su tre lati, sul quale si aprivano tanti piccoli uffici, tanti piccoli negozi, tutti caratterizzati da pavimenti decorati a mosaico sui quali sono iscritte e illustrate le provenienze e le professioni dei gestori. Incontriamo armatori di navi di Porto Torres e di Cagliari, mercanti di Narbonne, in Francia, oppure di Cartagine. Dall’Egitto non abbiamo l’iscrizione, ma abbiamo mosaici che raffigurano animali della savana africana, che venivano trasportati a Roma per le “venationes”, ovvero le cacce che si svolgevano per puro spettacolo negli anfiteatri (come al Colosseo, ad esempio).

A Ostia durante l’Impero avremmo sentito parlare tante lingue diverse, avremmo visto tante etnie diverse, avremmo visto adorare tante divinità diverse. Ostia era un vero melting pot culturale. Molte delle persone che vennero a Ostia almeno una volta nella vita, provenivano da qualcuna delle città romane di cui leggeremo oltre in questo post.”

Grecia, Atene romana

Ohibò Marina! Come sarebbe a dire Atene romana? Atene è la città greca per eccellenza, la culla della democrazia, dell’arte classica! Il Partenone, l’Acropoli… possibile che si possa parlare anche di un’Atene romana?

” La risposta è sì. La Grecia fu conquistata dai Romani nel II secolo a.C. I comandanti romani rimasero ammaliati dall’arte greca, tanto che il poeta latino Orazio scrisse “Graecia capta ferum victorem coepit” ovvero “La Grecia conquistata conquistò il selvaggio vincitore”. Da quel momento a Roma giunsero opere d’arte greca e artisti le cui opere influirono molto sul gusto estetico dei Romani. Nonostante ciò, alcuni imperatori romani vollero lasciare la propria impronta ad Atene.

Già Augusto aveva fatto costruire sull’ Acropoli un tempio rotondo dedicato a Roma e Augusto. Ma i grandi monumenti dell’Atene romana furono costruiti sotto l’impero di Adriano (117-135 d.C.).

Adriano amava tantissimo la cultura greca tanto che preferiva passare il suo tempo in Grecia e nell’ oriente dell’impero piuttosto che a Roma. Ad Atene soggiornò a lungo in due occasioni e lasciò imperitura memoria del suo passaggio.

Ai piedi dell’Acropoli sorge l’Olympieion: un tempio di proporzioni gigantesche, sorto fin dal V secolo a.C. ma che fu finalmente portato a termine da Adriano, il quale fece erigere al suo interno una colossale statua in oro e avorio di Zeus e accanto ad essa una altrettanto colossale di se stesso.

Presso l’Olympieion si conserva un grande arco, l’Arco di Adriano: la sua architettura è al tempo stesso elegante e possente, movimentata nell’ alternarsi di linee rette e linee curve, carattere questo dello stile architettonico amato da Adriano.

Atene
Biblioteca di Adriano. lato ingresso – Foto di marina Lo Blundo, https://generazionediarcheologi.com

Ma il monumento senz’ altro più noto dell’Atene di età romana, in particolare di età adrianea, è la Biblioteca di Adriano. Sorge nei pressi dell’agorà, la grande piazza commerciale alle spalle dell’Acropoli. Edificio monumentale, di esso colpisce la leggerezza delle colonne che ne adornavano la facciata: non costituiscono un porticato, ma si staccano dalla muratura continua alle loro spalle donando movimento e ariosità all’ intera struttura. Adriano aveva le idee ben chiare in architettura e seppe dare ad Atene un nuovo aspetto, la rese ancora più monumentale di quanto già non fosse.”

Cipro nord: Salamina

Claudia e Ilaria, le autrici del blog Trottole in Viaggio, ci portano a Cipro, solo un po’ più in là della Grecia, ma  quest’isola, su cui tante civiltà hanno lasciato la loro impronta, è sempre stata un crocevia di culture ed oggi è uno spartiacque tra due mondi molto diversi.

Che cosa vi ha affascinato dell’area archeologica di Salamina? Salamina è stata polis greca prima, città strategica romana poi. Visitando il parco archeologico a pochi chilometri da Famagosta, nella parte settentrionale dell’isola di Cipro, si cammina tra le testimonianze che ci hanno lasciato le civiltà del passato. Un parco a poche decine di metri dal mare. Per tutta la visita lo potrete ammirare, vicino o distante che sia, sempre presente all’orizzonte. Un’archeologia vista mare, si potrebbe definire. E perchè no, concludere la visita con un bel bagno in spiaggia?

L’area archeologica dell’antica Salamina di Cipro si estende per oltre 7 km quadrati. Niente ombre e niente acqua ad eccezione di un piccolo bar, arrivate preparati mi raccomando. 

Cipro monumenti romani
Salamina, isola di Cipro, teatro di Augusto: foto di https://trottoleinviaggio.com/

Vista la posizione strategica all’interno del Mar Mediterraneo, è stata da sempre un crocevia di popoli. Un luogo dove le culture si sono incontrate e fuse tra loro. Le testimonianze del passato pullulano in questa zona. Camminerete a lato di capitelli corinzi perfettamente conservati, seppur sotto l’azione degli agenti atmosferici di secoli e secoli, ma anche di colonne, mosaici e statue romane. Aree fondamentali per la vita pubblica e privata quali il ginnasio, le terme, il tempio, domus romane e il più spettacolare, almeno per me, il teatro di Augusto. Mai ho avuto modo di poter ammirare così da vicino e così liberamente delle testimonianze romane. Il lato negativo di tanta libertà di movimento? Il rischio che l’inciviltà porti a non rispettare tali opere. Un vero museo a cielo aperto, lasciato un po’ a se stesso e in parte in “rovina” esso stesso. “

Ci sono altre testimonianze romane  a Cipro? “Non solo a Salamis, ma in tutta l’isola di Cipro potrete ammirare testimonianze dell’eredità che la civiltà romana ci ha lasciato, come ad esempio i famosi mosaici di Pafos o il sito archeologico di Kourion.”

Francia, Pont du Gard

Antonella Maiocchi, blogger de I viaggi dell’Anto, ha scelto di parlarci di un monumento simbolo dell’ingegneria romana, l’acquedotto di Pont du Gard, in Francia.

Antonella, perchè la Francia e perchè Pont du Gard? Può un acquedotto in qualche modo considerarsi anche un simbolo di civiltà inclusiva?

La Francia è uno dei Paesi Europei in cui le testimonianze della civiltà romana sono più evidenti. D’altra parte la conquista di questa regione è raccontata molto bene da Giulio Cesare in persona nel suo “de bello gallico”.

L’acquedotto romano del Pont du Gard, riconosciuto dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità,  è un esempio maestoso non solo delle conoscenze tecniche degli ingegneri romani ma anche della precisa volontà di rendere le città, divenute colonie, del tutto simili a Roma nella bellezza e nello  stile di vita. Un processo di acculturazione e integrazione delle popolazioni chiamato appunto “romanizzazione”.

Francia romana
acquedotto romano di Pont du Gard, Francia – foto di Antonella Maiocchi, www.iviaggidellanto.com

La sua costruzione  nasce dalla necessità di rifornire di acqua la colonia romana di Nemausus (Nîmes), che durante l’Impero di Augusto era diventata una delle città più ricche della Gallia e contava oltre 20.000 abitanti. Con una serie di canali si prendeva l’acqua dal fiume Eure ma per giungere in città era necessario superare anche il fiume Gard con un importante dislivello.

In quindici anni di lavoro venne realizzata l’opera perfetta: un ponte costituito da tre livelli per un totale di 52 archi sovrapposti che superava arditamente i 12 metri di dislivello con un incastro maniacale delle pietre tagliate una ad una. Il canale con un diametro di poco più di due metri, passava all’ ultimo piano in un tunnel di muri spessi che impedivano le infiltrazioni. Perché l’acqua potesse fluire con regolarità nonostante la pendenza, il canale era lubrificato con olio di oliva.

L’acquedotto romano più alto mai costruito è il simbolo della romanità: un monumento che attraversava la campagna per portare in città l’acqua, simbolo di salute e di piacere.

La grande importanza storica di quest’opera sta nel fatto che la sua utilità non è meramente economica, l’acqua serviva perché a Nîmes potessero esserci terme e fontane, quasi un lusso inutile ma che creava un benessere conforme allo stile di vita comune delle popolazioni romane.

Per visitare Pont du Gard occorre acquistare un biglietto, gli orari di apertura del sito variano a seconda della stagione, consiglio di consultarli su www.pontdugard.com.”

Francia, Arles

Restiamo in Francia con Helene Barale, blogger di ViaggiamoHg, al cui ampio articolo su Arles “Visitare Arles, la romana di Provenza”  vi rinvio per ogni approfondimento.

Helene, Arles è considerata la piccola Roma della Gallia. Era davvero così bella e importante?  “Arles, la cittadina Francese del Dipartimento delle Bocche del Rodano, adagiata lungo lo stesso fiume, è da sempre considerata una perla romana in Provenza, viste le numerose testimonianze visibili ancora oggi.

Seppure le sue origini antiche risalgano già al VII/VI secolo a.C. è con i Romani che accresce la sua importanza assumendo nel 46 a.C. lo stato di colonia Romana fino a diventare la residenza preferita dell’Imperatore Costantino I. 

La “Romana” Arles può essere scoperta partendo dal suo centro storico che tra l’altro, proprio grazie a questi reperti, vanta l’iscrizione nei siti Patrimonio Unesco dal 1981.

Gallia
Arles, teatro romano – foto di Helene Barale www.viaggiamohg.com

L’Anfiteatro Romano è la punta di diamante: formato da due ordini di 60 arcate è anche chiamato Les Arenes ed è uno dei più grandi anfiteatri ancora esistenti. Risalente al I secolo d.C. era capace di ospitare 20.000 spettatori e, dopo una serie di vicissitudini, dal 1800 è stato riportato all’aspetto originario, accogliendo attualmente eventi e corride.

Non si dovrà camminare molto per incontrare un altro tassello storico: Il Teatro Romano, fatto costruire da Augusto a partire dal 27 a.C. e recuperato dopo essere stato sepolto da edifici, giardini e trasformato addirittura in cava.

Sempre nel centro storico, dove un tempo si estendeva il Foro Romano, di cui sono rimaste poche tracce, troviamo Place de Forum e sotto di essa i Criptoportici: gallerie sotterranee che, solo a seguito di scavi relativamente recenti, si sono potute datare di epoca romana.  

Spingendosi verso il fiume sono ancora visitabili le Terme di Costantino, ormai inglobate ad altri edifici ed il Circo Romano i cui scavi sono iniziati solo nel XX secolo; fuori città invece, lungo la Via Aurelia, si potrà andare alla scoperta della Necropoli degli Alyscamps e concludere il nostro itinerario tutto romano in terra di Gallia.”

Spagna, Italica (Santiponce, vicino a Siviglia)

Erica Lauteri, blogger di Rivoglio la Barbie, resta nel mondo neolatino e ci fa scoprire il sito archeologico di Italica. Leggete anche il suo articolo su cosa vedere nei dintorni, se pensate ad un viaggetto in quei luoghi molto belli.

Erica, mi stupisce che la prima colonia romana in Spagna non sia nel nord ma in Andalusia. Come è nata Italica?  “Se c’è un luogo che vale davvero la pena visitare nei dintorni di Siviglia, questo è senza alcun dubbio Itálica, a Santiponce. Considerata la prima colonia romana nella penisola iberica e la città dove è nata la lingua spagnola, questo sito archeologico risale all’epoca di Scipione l’Africano, il quale decise di fondarlo nel 206 a.C. per ospitare i soldati romani feriti durante la Seconda guerra punica.

A causa delle invasioni barbariche, la città perse molto del suo prestigio. Fu solo grazie all’imperatore Adriano che riacquistò il suo splendore e i resti visibili oggi appartengono, appunto, all’epoca alto-imperiale.”

scavi romani vicino Siviglia Spagna
Anfiteatro di Italica – foto di Erica Lauteri, www.rivogliolabarbie.com

Città creata per ospitare soldati, ma gli edifici più belli che troviamo testimoniano un’alta qualità della vita…La punta di diamante del sito e punto di inizio della visita è l’anfiteatro, uno fra i più grandi al mondo con una capienza che poteva raggiungere circa 25.000 spettatori pronti a entusiasmarsi di fronte ai combattimenti fra gladiatori, animali e alle battaglie storiche. Il suo stato di conservazione è notevole e camminare lungo tutto il suo perimetro, toccando le sue pareti, è un ottimo modo per fare un salto indietro nel tempo di oltre 2.000 anni. 

In quanto sito archeologico romano non possono certo mancare il teatro, le terme (ne aveva ben due), il tempio in onore di Traiano (il Traianeum) e le domus. Queste, in particolare, rappresentano una parte importante e molto interessante della visita, poiché sono tanti i pavimenti in mosaico che sono stati rinvenuti e recuperati. I resti meglio conservati sono quelli della Casa de los Pájaros e della Casa del Planetario, quest’ultima con mosaici riportanti i giorni della settimana secondo il calendario romano e le divinità ad essi collegati.

Itálica è una testimonianza unica della maestosità dell’impero romano nella penisola iberica e, vista la vicinanza con Siviglia, è una tappa da non perdere a cui dedicare mezza giornata.  “

Spagna, Baelo Claudia (vicino a Cadice)

Raffella Bertolin,  autrice del blog Raf around the world, ci porta in una città  romana nell’estremo sud della Spagna: Baelo Claudia. Se vi  incuriosisce potete approfondire con l’articolo su Rafarountheworld.

Raffaella, ci porti  addirittura vicino alle Colonne d’Ercole...”Qualche chilometro a nord di Tarifa e dell’iconico stretto di Gibilterra, affacciata direttamente sull’inquieto (ed allora misterioso) Oceano Atlantico, sorge un’antica cittadina romana. Baelo Claudia, questo il suo nome, nacque come villaggio di pescatori, ma raggiunse la sua fama come centro di importanti rotte commerciali con le coste dell’Africa settentrionale in generale e il porto di Tangeri in particolare.

Ciò che rese davvero florida l’economia di questo insediamento romano nella penisola Iberica fu la pesca del tonno, la sua salatura e la conseguente produzione del preziosissimo garum, una salsa fermentata a base di pesce ispirata ad un’antica ricetta di origine orientale. Tutto ciò valse a Baelo Claudia il titolo di municipium durante il regno dell’imperatore Claudio.

Spagna romana Cadice
Baelo Claudia, Spagna – foto di Raffaella Bertolin, https://rafaroundtheworld.com

La natura commerciale e produttiva di questo insediamento romano si deduce facilmente passeggiando tra i suoi resti. Alla basilica, al teatro, al foro e al tempio di Iside si affiancano il mercato, il porto e una zona di produzione e stoccaggio del garum. Solo una serie di terremoti decretarono il lento declino della città nel secondo secolo d.C. Si dice che i resti di Baelo Claudia siano le vestigia romane cittadine più complete della penisola Iberica.

Nonostante ciò, queste antiche rovine oggi riposano, disturbate solo da qualche sporadico turista, in una posizione davvero privilegiata. Si specchiano nelle profonde e spesso agitate acque dell’Oceano Atlantico, si confondono con le dune della celebre spiaggia di Bolonia e sono circondate dalle colline andaluse punteggiate di ulivi. Un paradiso, in provincia di Cadice, ma con vista sulle coste del Marocco, in grado di darci un’idea sull’operosità e sulla potenza commerciale della civiltà romana.”

Germania, Colonia (Köln)

Beatrice Clerici, blogger de Il Mondo secondo Gipsy, ci porta in Germania, a Colonia, le cui testimonianze archeologiche ci ricordano come Roma fosse arrivata non solo con le armi ma anche con un profondo radicamento culturale fin nel nord della Germania.

Beatrice, tu hai abitato a Colonia,  per cosa vale la pena di visitare questa città? “Quando si sente nominare Colonia, in Germania, la prima cosa che viene in mente è l’Acqua di Colonia, il famoso profumo. Ma ci sono altre due cose per cui è famosa Colonia. Una è il Carnevale, che è molto particolare e ti consiglio di scoprire prima o poi vistando Colonia in quel periodo (https://www.ilmondosecondogipsy.it/colonia-e-il-carnevale/), l’altra sono le sue origini romane.”

Germania romana
mosaico romano a Colonia – foto di beatrice Clerici, www.ilmondosecondogipsy.it

Sono solo tracce di un passaggio o Colonia è proprio una città romana? “Colonia si chiama così proprio per il fatto di essere stata una colonia dell’impero romano. La struttura stessa della città è romana. Si sviluppa infatti lungo un Cardo (oggi Hohe Straße) e un Decumano (oggi Schildergasse). Ovunque in città ci sono tracce di questa origine. Ad esempio, proprio accanto al famoso Duomo, c’è un parcheggio per auto pubblico al coperto al cui interno sono visibili vecchie mura romane. Sempre vicino al Duomo, c’è anche un museo dove sono conservati molti reperti di origine romana rinvenuti durante gli scavi della città.

Le dimensioni del Römisch-Germanisches Museum di Colonia forse fanno sorridere noi italiani, ma ti assicuro che si tratta di uno dei musei più importanti dedicati a questo periodo storico presenti in suolo tedesco.  Al suo interno ci sono alcuni mosaici molto ben conservati, colonne, archi di pietra e molti oggetti di uso quotidiano a quel tempo. Seppur relativamente piccolo, è davvero molto ricco. In ogni caso, resti di antichi edifici romani si trovano in tutta la zona centrale della città. Molti di essi sono sotterranei e sotto il municipio di Colonia si trova uno dei più importanti, l’antico Praetorium, residenza del governatore imperiale. Purtroppo in questo periodo è chiuso per restauro. Per approfondire, questo è il link all’area archeologica di Colonia.

Insomma, Colonia ha davvero un lato nascosto, che forse sfugge a chi la visita in un week-end, ma sapendo dove cercare, ci sono molti esempi del passato romano della città, spesso ben nascosti!”

Germania, Treviri (Trier)

Restiamo in Germania, perchè Raffaella Massa, blogger di Giringiro, ci porta a Trier, dove si trova una delle porte più conosciute al mondo delle fortificazioni romane, la Porta Nigra. Tra parentesi io ricordo in modo particolare della mia visita a Trier la cura meticolosa con cui non solo la grande porta, ma ogni singola pietra romana sparsa per la città veniva preservata e valorizzata, come nemmeno in Italia avviene.

Raffaella, la città di Trier è il segno di una presenza già consolidata dei romani in Germania. Ce ne puoi parlare? “La città tedesca di Trier vanta una storia antichissima; secondo un’iscrizione, esisteva già 1300 anni prima che i Romani fondassero qui la loro “urbe”. La vicinanza al fiume Mosa, la presenza di acque termali e la conformazione del terreno di questa zona spinsero i Romani ad edificare qui Augusta Treverorum e a creare la più importante città romana oltralpe. Divenne sede del procuratore imperiale, ottenne lo status coloniale ed acquisì ulteriore importanza. Non a caso Trier è stata definita la Roma del Nord per la quantità di importanti edifici romani o tracce di essi rinvenute.”

Quale è il più importante monumento romano di Trier? “Uno degli edifici romani più maestosi giunti fino ai giorni nostri è la Porta Nigra. E’ importante sia perché fu la porta settentrionale della città di Trier e, in senso più ampio, una sorta di accesso verso il centro-nord Europa.

La Porta Nigra venne edificata nel 170 d.C.,  durante il regno dell’imperatore Marco Aurelio, come è stato appurato da studi approfonditi effettuati su un pezzo di legno di quercia rinvenuto durante degli scavi archeologici pochi anni fa.

La porta venne costruita con circa 7200 blocchi di arenaria grigia tenuti assieme con fissaggi in ferro. Deve il suo nome (nigra = nera) alla colorazione scura che ha assunto con il passare del tempo. Questo che è il più grande monumento d’epoca romana della Germania e al contempo la più grande porta romana ancora esistente oltre l’arco alpino, è stato inserito tra i beni Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco nel 1986.

Treviri Trier
Porta Nigra a Trier, foto di Raffaella Massa, https://giringiro.eu

Delle tre porte di cui era dotata la città di Trier, questa è l’unica sopravvissuta fino ai giorni nostri. Il progetto iniziale prevedeva che ai suoi lati venissero costruite due torri alte quattro piani con un cortile al centro. Per motivi ignoti la sua costruzione non venne però mai ultimata e rimase incompiuta.

In epoca medievale, subì le sorti di altri edifici di epoca romana e venne in buona parte smantellata, inoltre molte sue parti furono riutilizzate per la costruzione di altri edifici. I danni subiti in quel periodo storico ed i segni lasciati sui muri dalla rimozione dei fissaggi in metallo della cancellata sono ancora visibili tutt’oggi. Il resto della porta si salvò grazie al monaco cristiano-bizantino Simeone di Siracusa che poco dopo l’anno mille visse come un eremita in una delle due torri laterali fino alla sua morte.

Nel corso dei secoli la porta subì alcune trasformazioni. Napoleone nel 1804 non fece distruggere i resti della Porta Nigra ma ordinò che venissero rimosse le parti costruite successivamente in modo da riportarla agli splendori dell’epoca romana.

Noi oggi possiamo vederla nella forma data in epoca Napoleonica. Vale la pena visitarla, sia per ammirare il panorama della bella città ed immaginare il transito delle truppe romane attraverso le sue arcate sia per apprezzarne la robusta struttura che le ha permesso di giungere fino ai nostri giorni.”

Bulgaria, Sofia

Se la presenza romana in Francia, in Spagna o persino in Germania è ben consolidata, non è così scontata nell’immaginario comune in un Paese come la Bulgaria, che ci sembra tanto lontano dal mondo latino con il suo passato nel blocco dell’est e la sua scrittura cirillica.

Eppure sentiamo che cosa ci dice Silvia Vettori, blogger di BagaglioLeggero, che ha dedicato  Sofia anche l’ interessante post a cui vi rinvio “Week end a Sofia: 7 ottimi motivi per farlo“.

Silvia, ci ricordi che la Bulgaria in realtà era l’antica Dacia… “Sofia è la terza capitale più antica d’Europa dopo Roma e Parigi e già questo dovrebbe essere un buon motivo per visitare la capitale bulgara. Il nome originario infatti era Serdica, fondata nel VII sec. a.C. dai Traci, conquistata dai romani nel 29 a.C. e cresciuta fino a diventare provincia della Dacia Mediterranea. 

Non stupisce quindi come a Sofia tutt’oggi le testimonianze romane non manchino, ma anzi siano proprio inglobate nel tessuto della città stessa. 

Bulgaria
Sofia, scavi romani – foto di SIlvia Vettori, www.bagaglioleggero.it

A partire dal simbolo della città: la Chiesa di Santa Sofia, nata esattamente sopra alla necropoli romana della città di Serdica. Un museo sotterraneo attraversa gli scavi evidenziando i resti delle precedenti chiese, un antico tempio cristiano e spettacolari mosaici risalenti all’epoca bizantina e romana. 

E gli scavi continuano in Piazza Sveta Nadelya dove sono stati rinvenuti i resti di taverne, negozi ed edifici pubblici dove è possibile ammirare ancor oggi l’altissimo livello dell’ingegneria edile romana grazie alla messa in luce di tubi per l’acqua e dell’impianto fognario. 

Basterà poi fermarsi alla fermata della metro di “Serdika”, dove nel 2004 sono state trovate rovine dell’antica Roma durante i lavori per la costruzione della metropolitana (i napoletani ne sanno qualcosa). Oggi è possibile aggirarsi tra i prestigiosi resti grazie ad un elegante sistema di passerelle che permettono di ammirare questo vero e proprio museo a cielo aperto mentre uomini in giacca e cravatta corrono tra i moderni edifici della città. 

Ma non è finita qui perché nel 2006, durante i lavori per la costruzione di un hotel, venne alla luce un enorme anfiteatro romano risalente all’epoca di Diocleziano dalle dimensioni quasi paragonabili a quelle del Colosseo ed attualmente visibile nella hall dell’Hotel Arena.

E qualcosa mi dice che le scoperte non siano finite qui, dato che nella città sono in corso ancora numerosi scavi archeologici. “

Naturalmente questi sono solo alcuni esempi delle tantissime testimonianze romane che troviamo disseminate davvero per tutta l’Europa, unite dal filo invisibile di un’unica comune cultura. Ringrazio le amiche blogger per averci fatto fare questo tour virtuale e vi do appuntamento al prossimo articolo, dove in compagnia di altre blogger ci spingeremo sino ai confini dell’Impero Romano, in Africa e Medio Oriente.

 

7 thoughts on “Fecisti patriam diversis gentibus unam: testimonianze della civiltà romana nel mondo – Parte I: Europa

  1. Che bel giro per l’Europa che ci hai fatto fare con questo post! Tutti spunti molto interessanti per i prossimi viaggi… quando si potrà!

  2. Complimenti, gran bell’articolo!!! Anche se con un tema del genere, se ne potrebbero scrivere numerosi altri. Per esempio io ho visitato Augusta Raurica, vicino Basilea che merita una visita anche per una romana come me!

    1. Della serie non solo cucù e cioccolato! Scherzi a parte sarebbe interessante fare una rubrica periodica dulle città romane, sarebbe una fonte inesauribile

  3. Ne è venuto fuori davvero un bell’articolo, complimenti a tutte le ragazze che hanno partecipato inviando i loro contributi ed ovviamente a te Valeria che hai ideato questo originale post di gruppo. Leggendolo ho potuto approfondire diversi aspetti della storia romana che amo molto e, non mi vergogno a dirlo, a rivalutare una città che non ho mai preso in considerazione per un viaggio: Sofia in Bulgaria grazie al post di Silvia.

  4. Grazie per aver accettato il mio contributo e complimenti per l’articolo. Esistono così tante testimonianze Romane all’estero che neppure ci immaginiamo. Io ad esempio molti siti non li conoscevo e li ho appresi proprio qui.

  5. Grazie per avermi ospitato in questo tuo post! Quando si parla di siti archeologici non posso non intervenire, sia in qualità di travelblogger che di archeoblogger. E sono davvero felice di vedere che l’archeologia susciti così tanto interesse!

  6. Questo sì che è un bel salto indietro ai tempi dei Romani! Mi è piaciuto molto leggere tutti i contributi, alcuni di questi luoghi non li conoscevo e spero di poterli vedere dal vivo presto! Inizierei, vediamo un po’, da Treviri. Complimenti a te per l’idea e a tutte le blogger per i bei contributi.

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