Essaouira, la medina fortificata sull’atlantico e le capre sugli alberi di argan

Essaouira è una cittadina del Marocco affacciata sulla costa atlantica, da sempre con una vocazione di porto commerciale, che l’ha resa crocevia di diverse culture. La sua  affiascinante Medina sull’ Oceano è stata iscritta nel Patrimonio dell’Umanità UNESCO. Tra moschee, souk, bastioni, barche dei pescatori, sinagoghe, spiagge, stradine strettissime e larghe piazze, Essaouira è un luogo molto operoso e vivace dove ognuno sembra avere un gran da fare nella pesca, nei commerci e nel lavoro delle botteghe.

Per visitarla basta una giornata partendo da Agadir o da Marrakesh, ma se volete fermarvi la notte, magari in uno dei tanti bei ryad ricavati da antiche abitazioni tradizionali,  scoprirete anche l’affascinante atmosfera della sera e potrete gustare una cena di pesce fresco.

Affidatevi per l’escursione ad una guida locale come abbiamo fatto  noi con l’esperta e gentilissima guida berbera  Abdullatif

essaouira

Non ci sono particolari musei o spettacolari monumenti da visitare, ciò che più è bello ad Essaouira è l’atmosfera allegra, i colori, i profumi, e si può passare la giornata a vagare per la Medina guardandosi intorno, cercando l’acquisto perfetto,  scovando l’angolino instagrammabile, sedendosi ad un bar a bere un the  e ad osservare  la vita.

Essaouira medina e moschea

Essaouira è molto antica, il primo nucleo fu fondato nel VII secolo a.C. dai Cartaginesi, ma ancor prima il luogo era abitato dai Berberi,  popoli semiti che ancora oggi sono gli abitanti più numerosi, fieri delle proprie origini e della loro peculiarità culturale.  Dopo la terza querra punica Essaouira cadde sotto l’influenza romana,  poi sotto quella araba, infine nel VII secolo d.C. pur sotto il sultanato arabo arrivarono i mercanti portoghesi, a cui la città deve l’antico nome di Mogadur, rivitalizzando i commerci portuali e portando la cultura europea; nello stesso periodo si insediò anche una fiorente comunità ebraica, che crebbe nei secoli fino a superare il numero degli arabi e  vi rimase pacificamente sino alla nascita di Israele, quando gran parte degli ebrei decise di spostarsi.

essaouira fortezza

Nel XVIII secolo il sultano volle farne una base navale fortificata.  La città fu ridisegnata sul modello europeo, con larghi viali che la tagliano e una fortificazione che la circonda, e una fortezza a guardia della base navale. Nel corso del 1900 Essaouira, divenuta protettorato francese, perse di importanza rispetto ad altri porti africani a causa delle acque poco profonde del suo porto, ma la sua caratteristica bellezza ha fatto sì che negli ultimi 50 anni fosse riscoperta come meta turistica e cosmopolita e vivesse un nuovo periodo di crescita.

I Bastioni

La fortezza del XVIII secolo fu progettata per volere del sultano da un arhitetto francese  che si ispirò ai bastioni di St.Malò. Su di essa si aprono diverse porte monumentali, la muraglia  gira tutto intorno alla città ma la parte più spettacolare è quella che dà sul mare, con la Sqala de la Ville, la   scenografica spianata di 20 cannoni spagnoli ancora presenti.

essaouira sqala de la ville

Si può salire sulla torre di guardia e da lì si gode di una bella vista sulla medina con i suoi colorati souk e anche sul porto, l’oceano e le isolette al largo della città. Imperdibile è la vista del tramonto dai bastioni.

essaouira bastioni

 

Il porto dei pescatori

Il porto dei pescatori è uno dei punti più caratteristici di Essaouira. Le  barche azzurre con lo sfondo dei bastioni che si allungano fino a dentro le acque dell’oceano sono perfette se andate a caccia della fotografia simbolo della città.

essaouira porto barche blu

I pescatori vanno e vengono a tutte le ore del giorno, rammendano e mettono a stendere le reti, svuotano le barche dal pescato e lo vendono freschissimo nel mercato che si tiene tutti i giorni, in un gioioso e confusionario vociare della folla, accompagnato dagli stridii dei gabbiani che riescono sempre a rubare qualcosina anche per loro, mentre i numerosi e molto amati gatti si accontentano delle parti meno nobili dei pesci, disponibili in abbondanza e spesso buttate a terra apposta per loro.

essaouira poro pescatori

Un tempo il porto serviva a trasportare lungo le rotte marittime le merci provenienti dall’interno dell’Africa attraverso le rotte sahariane. Oggi il porto è famoso soprattutto per la pesca della sardine e degli altri pesci bianchi, ma sui banchi del mercato ho visto una grande varietà di pescato.

essaoira porto pescatori

Si sceglie il pesce preferito e se si vuole ci sono i banchi pronti a cucinarlo al momento. Alcuni stand vivacemente colorati vi offiranno una deliziosa spremuta di arancia in un grandissimo bicchiere per l’equivalente di un euro.

La spiaggia

La spiaggia di Essaouira è tanto bella quanto poco vivibile. Tra la fortezza e la costa sud si stende una lunga spianata di sabbia bianca e fine,  battuta dal vento che la solleva sotto un sole cocente.

Per questo il mare di Essaouira, che peraltro è freddo a dispetto dell’afa, è soprattutto un paradiso per i surfer e  per i kite surfer ed ha sempre attratto, come tutta la costa che va da qui ad Agadir, gli hippy da tutto il mondo, che vi hanno fondato diversi colorati villaggi.  La apiaggia per surfisti più bella è quella di Sidi-Kaouti, a circa 15 km dalla fortezza .

essaouira spiaggia

Sulla spiaggia è possibile anche dedicarsi ad alcune attività curiose come una passeggiata a cammello o un giro in quad, dove la polvere alzata fa parte del divertimento. e se volete potrete continuare tra le dune di Capsim, non lontano da qui.

Dalla spiaggia parte la passeggiata  che porta alla fortezza abbandonata ed in parte ricoperta dalla sabbia di Borj el Berot, che sembra abbia ispirato Jimi Hendrix a scrivere il pezzo “Castles Made of Sand”.

Piazza Moulay Hassan e l’ingresso alla Medina

La vasta piazza Mulay Hassan è il punto di collegamento tra il porto e la Medina. Sulla piazza si possono trovare numerosi bar con i tavolini all’aperto e terrazze panoramiche. Assolutamente da gustare qui sono i the alla menta, bollenti, con infuso di foglie fresche ed iperzuccherati; nonostante il caldo, incredibilmente sono rinfrescanti.

Sulla piazza spesso si esibiscono gli artisti di strada che coinvolgono i passanti con i loro ritmi travolgenti di musica gnawa (quella introdotta in Marocco dagli schiavi neri) o con spettacoli di danza sufi. Da Essaoira sono passati musicisti come Jimi Hendrix, Bob Marley e Sting, attirati dalla fama hippy e  proprio dalla musica  gnawa, a cui è dedicato ogni anno nel mese di giugno un festival molto noto.

essaouira musicisti berberi

La piazza Moulay Hassan è anche frequentata da diversi pittori che dipingono i loro quadri ad ambientazionelocale, spesso di stile, ma ve n’è qualcuno da non sottovalutare, che con poche rapide pennellate riesce a dare il senso del movimento e la suggestione del mistero della kasbah e dei cavalieri berberi.

Dalla piazza Mulay Hassan potete incamminarvi nella medina attraverso la Avenue Oqba ibn Nafi, arrivando alla Moschea Ben Youssef e poi proseguendo per la Avenue de L’Istiqlal e la sua continuazione Avenue Mohamed Zerktouni , fino a giungere alla porta Bab Doukkala.

essaouira

Percorrere una direttrice larga è d’aiuto in una medina che è fatta di tanti piccoli vicoletti che si intrecciano ed in cui è facilissimo perdersi,  ma naturalmente questa è un’indicazione di massima, il bello sta proprio nell’esplorazione personale delle stradine che più attirano. L’altra via importante di Essaourira, che interseca la prima  nel centro della città, all’altezza della moschea Sidi Ahmed, è  la Rue Mohamed el Qory che parte dalla porta Bab Marrakech.

essaouira

Il mellah, quartiere ebraico

La presenza ebraica è stata storicamente molto importante ad Essaouira. se si pensa che  un sultano incoraggiò gli ebrei a trasferirsi qui per incrementare il commercio, e all’inizio del 1900 vivevano qui quasi il doppio di ebrei rispetto ai musulmani.

essaouira centro cultura ebraica

Gli ebrei di Eassauoira non sono solo quelli spagnoli arrivati dopo la cacciata da parte dei re cattolici, ma sono anche quelli locali berberi .che seguono riti e tradizioni molto più antichi. Oggi la comunità ebraica è molto diminuita, emigrata in gran parte in Israele, ma ancora vi sono molti pellegrinaggi verso il cimitero ebraico dove è sepolto un famoso rabbino e  la convivenza è molto rispettosa e pacifica.

essaouira mellah

Il quartiere ebraico, il mellah, situato nella parte nord della città e stretto intorno alla sinagoga, mi è sembrato uno dei più malridotti ma suggestivi di Essaouira, avrebbe certo bisogno di una buona opera di riqualificazione. Non di rado tra vicoli stretti e sottopassi, palazzi scrostati o puntellati, si incontrano bei portoni antichi con i simboli ebraici, o centri di cultura in cui si conservano ancora pozzi di sorgenti sacre o antichi elementi decorativi.

essaouira mellah

Il souk

Il souk di Essaouira (o meglio sarebbe dire i souk, visto che vi sono molti mercati specializzati in vari generi di merci) merita da solo una giornata di allegro vagabondaggio.

gatto addormentato su stoffe

Che sia sotto i portici o negli edifici coperti, oppure in banchetti che si protendono sulla strada, la merce esporta nei souk di Essaouira è da un lato simile a quella di tutto il Marocco, dall’altro ha una sua nota caratteristica che deriva dalla produzione locale e dall’ìmpronta berbera della città.

essaouira souk

Cosa aspettarvi? Vistosissimi gioielli realizzati sul posto (rue de Tanger è il centro della lavorazione dell’oro e dell’argento), così come i lavori ad intarsio nel pregiato legno locale di thuya che sembra radica,  tappeti berberi,  colorati lunghi abiti da uomo e donna.

essaouira legno thuya

E ancora, dolcetti da gustare col the alla menta, spezie che diffondono il loro aroma per l’aria, boccette  con arabeschi argentati contenenti  profumi di gelsomino e rosa, il prezioso olio cosmetico ricavato dagli alberi di argan ,  fossili e cristalli dalle montagne dell’Atlante,  recipienti di terracotta per cucinare le  taijine (a proposito, provate a Essaouira quelle  squisite di pesce o di pollo!) e mille variopinti souvenir a cui non si può resistere.

essaouira spezie

Villaggi berberi  dell’Atlante

Essaouira si affaccia sull’ Oceano Atlantico, ma non lontano nel suo entroterra si staglia la catena montuosa dell’Atlante, disseminata di piccoli villaggi berberi. Poichè per raggiungere Essaouira da Agadir non si può percorrere la costa, occorre addentrarsi su per le strade di montagna, e ciò che si incontra è molto interessante.

Vi sono valli in cui l’agricoltura è ancora tradizionale, non si irriga ma si aspetta la pioggia; l’acqua è spesso attinta in pozzi con le brocche dopo lungo cammino; alcuni abitanti dei villaggi si spostano di giorno verso la costa per potersi sostentare attraverso la pesca.

Nei villaggi berberi si trovano spesso casette costruite di pietra con muri innalzati a secco. Con questa tecnica si libera la terra dalle numerose pietre e contemporaneamente si creano ripari per gli animali e dimore per le persone.

I mercati berberi sono piuttosto folcloristici e nello stesso tempo genuini spaccati di vita, passando ho visto molti uomini arrivare a dorso d’asino, parcheggiandolo come se fosse una macchina fuori dal mercato, o altri spostarsi con un camioncino pieno di pecore, e ho notato come con scarsità di mezzi le persone si ingegnino a costruire da materiali poveri gli oggetti di uso quotidiano, come ad es. le pentole fatte con i copertoni.

tajine berbera

La cultura berbera è molto diversa da quella araba, nelle origini, nella lingua che è di origine semitica e somiglia più all’ebraico che all’arabo, nei balli folcloristici, nella cucina, nel modo di vestire che cambia da zona a zona ( nella zona di Tiznit, famosa per la lavorazione dell’argento, la jallaba degli uomini è sui toni del grigio e dell’ argento, in un altro villaggio è sull’azzurro con ricami marroni, qui ad Essaouira ho visto diversi costumi sul rosso).

Olio di Argan e caprette atletiche

All’olio di argan va dedicato un discorso a parte, perchè è tanto caratteristico della valle di Souss, che va da Essaouira a Toaroudant, da esserne divenuto propio un elemento distintivo.

albero argan

L’albero di argan cresce in abbondanza sull’arida  catena montuosa dell’Atlante, in certi punti forma dei veri boschi, tanto che questa zona è stata dichiarata dall’Unesco “Riserva della Biosfera”.

albero argan con capre

Le caprette vanno ghiotte dell’argan  e si arrampicano sugli alberi  per poterne mangiare meglio le foglie e i frutti . Infatti passando per le strade di montagna dove pascolano le capre penserete di avere le allucinaizoni quando vedrete questi animaletti comodamente sistemati tra le fronde degli alberi, anche a 10 metri di altezza, pronti a scappare se però vi avvicinate a fontografarli (guardate se scovate l’intruso nella foto qui sopra). Siccome le capre mangiano il frutto ricco d’acqua ma non digeriscono il seme, lo espellono con gli escrementi e così contribuiscono alla diffusione della specie.

frutti argan

Dal piccolo frutto giallo dell’ albero di argan che assomiglia ad una oliva si ricava il famoso olio di argan. Esiste un olio ad uso alimentare ed uno ad uso cosmetico. L’estrazione dell’olio di argan è un processo tradizionale che richiede molta pazienza e viene esercitato soprattutto dalle donne riunite in cooperative.

semi argan

I frutti gialli costituiscono una sorta di gheriglio  polposo che contiene un frutto duro; dentro questo frutto duro si trova  un seme che è quello che viene utilizzato per l’olio. L’olio cosmetico è spremuto dai semi a freddo a mano con una macchina tradizionale, quello alimentare a caldo, dai semi tostati.

donne preparano olio argan

Con i semi macinati vengono fatti dei panetti che vengono lavorati a lungo a mano e piano piano rilasciano tutto l’olio, mentre ciò che rimane viene dato da mangiare agli animali o usato per le saponette. 100 kg di frutti diventano alla fine  circa poco meno di 3 litri di olio, ecco perchè è tanto prezioso.

panetto lavorazione argan

L’olio che di per sè non ha un odore particolarmente profumato, è arricchito con diversi profumi, come il gelsomino o la mandorla. Il guscio duro viene invece usato come combustibile o, come nel caso della cooperativa che ho visitato, come ghiaino da pavimentazione.

L’olio di argan è venduto praticamente dovunque ad Essaouira  e nei villaggi berberi, però sia per compiere un acquisto etico sia per assicurarvi la qualità vi consiglio di acquistarlo non casualmente  ma dalle cooperative femminili. Questi progetti contribuiscono molto al miglioramento della condizione femminile in una zona molto povera ed isolata, creano alfabetizzazione, un minimo di indipendenza economica e possibilità di conciliare la vita familiare con il lavoro.  Sta a noi essere un po’ più viaggiatori attenti e meno turisti alla conquista di un souvenir qualsiasi.

 

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