Il giardino di Ninfa: il nome è evocativo delle bellissime divinità delle pure acque sorgive; questo luogo doveva essere magico anche in epoca romana, quando qui sorgeva un tempio dedicato appunto alle ninfe.
Il dominio dei Caetani
Nell’VIII secolo Ninfa, con tutto il più vasto territorio circostante, passò sotto il dominio pontificio, e di volta in volta fu amministrata dalle varie famiglie nobiliari che esprimevano in quel momento il papa., finchè nel 1298 Benedetto Caetani, alias papa Bonifacio VIII, acquistò queste terre come possedimento personale per suo nipote.
Era un piccolo feudo ma in una posizione molto strategica, perchè era un luogo baciato dalla natura, un luogo rigoglioso e senza problemi di malaria da cui dovevano passare tutti coloro che volevano recarsi a Roma e dovevano oltrepassare le paludi pontine.
Il borgo fantasma
A Ninfa crebbe un prospero borgo di oltre 200 case, dove abitavano i lavoranti che gravitavano intorno alla famiglia Caetani, che qui aveva costruito un proprio palazzo, una torre merlata, il palazzo baronale, e cinque chiese. Ninfa visse così la sua storia per un secolo, fino a quando le truppe di Barbarossa in odio a papa Bonifacio VIII e ai Caetani attaccarono il piccolo borgo e lo rasero completamente al suolo, comprese le chiese.
Ninfa fu dimenticata, ridotta a città fantasma, dove la natura nei secoli si riappropriò delle rovine delle case, delle pietre, fino a coprire tutto.
La costruzione del giardino
Un sonno di secoli, e arriviamo nel 1800, quando i discendenti della famiglia Cateani, ed in particolare Ada Bootle Wilbraham, moglie di Onoraro Caetani, ed il figlio Gelasio Caetani, concepirono il sogno di fare di Ninfa un giardino in stile inglese, senza un ordine geometrico ma con un ordine apparentemente casuale, quello dettato dalla natura. Vi piantarono cipressi, lecci, faggi, ancora oggi viventi e maestosi.
Negli anni ’30 del 1900 Roffredo Caetani e Margherite Chapin con passione perseguono trasformazione di Ninfa in un luogo assolutamente unico, importando piante da tutto il mondo e distribuendole sapientemente sul territorio, aggiungendo giochi d’acqua e cascatelle approfittando della presenza di un limpidissimo fiume. La loro figlia Lelia, ultima erede della dinastia, pittrice con un gran gusto degli accostamenti di colore, introdusse tra le altre piante molte specie di rose, prunus, un giardino roccioso, magnolie, e non avendo eredi fortunatamente creò la Fondazione Caetani.
Nel 1971 gli affreschi delle chiese vengono staccati dalle pareti esposte agli agenti atmosferici e trasferiti nel castello Caetani nella vicina Sermoneta. Da ciò che resta delle cinque chiese, santa Maria Maggiore, San Salvatore, San Giovanni, San Biagio e San Pietro ne intuisce ancora l’antica grandezza.
La filosofia di Ninfa: lasciar fare alla natura
Sotto la guida del FAI il giardino si arricchisce ogni anno di nuove specie, e anche se il parco è curatissimo, non si vuole imporre alla natura una schema prestabilito, ma si lascia che sia l’estro casuale ma forse non troppo del regno vegetale a creare i più bei quadri che si rinnovano ad ogni stagione con colori sempre diversi. I curatori hanno fatto in modo che vi siano in ogni contesto alberi e fiori che danno il meglio di sè in diversi periodi dell’anno, così che lo spettacolo possa essere continuo.
Diverso in ogni stagione
Infatti ho detto che Ninfa si rinnova ad ogni stagione, ma è improprio: ogni settimana sbocciano nuovi fiori, cambiano le tonalità delle foglie, maturano frutti, creando scenari sempre diversi. Se visiterete Ninfa in diversi periodi dell’anno la troverete sempre nuova.
Io l’ho visitata in un dolce pomeriggio di fine estate e mi sono ripromessa di tornare in autunno per vedere il foliage ed in primavera per inebriarmi della superba fioritura multicolore.
Diamo i numeri
8000 metri quadrati di verde, 1300 specie di piante, 100 specie di uccelli, scoiattoli e tanti altri piccoli abitanti, Meritatamente il giardino di Ninfa è stata nominata Monumento naturale del Lazio, o Oasi Naturale.
Solo una parte del giardino è aperta al pubblico, per la necessità di preservare incontaminato l’ambiente anche a fini di ripopolamento di zone sempre più vaste dell’oasi naturale.
Lo spartiacque tra la zona aperta al pubblico e quella più vasta destinata ai soli addetti ai lavori, è il fiume. Il fiume limpidissimo, sul cui fondo c’è una vegetazione che gli conferisce uno splendido colore smeraldo, è utilizzato addirittura come fonte di acqua potabile. Nei pressi ci sono anche i resti di un acquedotto romano.
Visite guidate a numero chiuso
A Ninfa si entra solo con visita guidata a numero chiuso ad orari prestabiliti su prenotazione, e non sempre è facile trovare i biglietti, che si acquistano on-line sul sito ufficiale del giardino. Le visite durano circa 1 ora lungo itinerari studiati per avere la massima visibilità dei vari scenari naturali senza turbare il delicato equilibrio ecologico.
Il prezzo è di 15 euro oltre a 0,50 di prevendita, gratis sotto i 12 anni. Serve ahimè green pass. I gruppi sono di non più di 25 persone, la guida tiene la mascherina, ma segnala che non è obbligatorio tenerla per i visitatori, purchè non ci si avvicini troppo tra nuclei familiari diversi.
Il percorso
Il percorso inizia in quella parte di giardino creata tra le suggestive rovine dell’antica Ninfa, in un’atmosfera surreale sospesa nel tempo.
Poi si percorre una zona del giardino dedicata ai giochi d’acqua, con un laghetto e dei giochi d’acqua. Spesso sull’acqua galleggiano le arance dell’adiacente agrumeto.
Quindi si visitano i vari scenari naturali ricreati, dal roseto, al giardino roccioso, alle piante esotiche come le banane che incredibilmente crescono e fruttificano a questa latitudine.
Vi è un boschetto di canne di bambù, che cresce rigoglioso e fittissimo con nuove piante ogni anno, tra cui si riconoscono le diverse sfumature di verde delle vecchie canne e dei giovani virgulti.
Si passa in una zona dove vi sono alti maestosi alberi che sono stati scelti come dimora da numerosi scoiattoli scuri dalla foltissima coda, che non sembrano essere per niente timidi.
Si costeggia il fiume, che forse è la parte più incantata del giardino.
Infine si arriva al termine del percorso nella corte dove sorge il Palazzo baronale, anche attualmente ospita mostre fotografiche ed altre esibizioni temporanee, un’ala conservatasi del castello, la torre.
Ancora il tempo di qualche foto, ed è già desiderio di ritornare qui un’altra volta, perchè Ninfa, come l’ha definita il New York Times, è il giardino più romantico del mondo.