Il rione Marina è significativamente, insieme alla Basilica di Nostra Signora di Bonaria, la prima visione di Cagliari quando la nave entra nel golfo degli Angeli e saluta la città che dal porto si inerpica su fino a Castello. Il mare e il suo quartiere hanno sempre avuto un rapporto speciale, anche se si è modificato nel tempo ed il mondo collegato alla vita dei pescatori (ricordo quando ero piccola pescherie, negozi di esche vive, magazzini di reti da pesca) ha lasciato il posto a quello che gira intorno agli yacht e ad un turismo in crescita.
Il rione Marina si chiamava un tempo Lapola, nome di oscura etimologia che ha dato origine a più interpretazioni. Era chiuso tra mura con sette porte, mura che oggi non ci sono più, ma i suoi confini sono chiaramente delimitati: in basso il porto e la via Roma, a sinistra il Viale Carlo Felice, in alto la Via Manno, a destra il Viale Regina Margherita.
Il nome attuale di Marina gli sta proprio bene, e chiarisce immediatamente la sua vocazione: è il cuore della Cagliari protesa sul mare, il quartiere nato sotto la dominazione pisana in simbiosi con il porto, come luogo di magazzini e commerci legati al mare e di abitazione della gente di mare, vivace e multietnico da sempre, ricco di storia millenaria che si è stratificata nel suo tessuto, e della storia porta anche cicatrici profonde, come i devastanti bombardamenti della seconda guerra mondiale. Se il salotto con cui si affaccia sul porto, la splendida Via Roma, sembra un angolo di Torino sul mare, e se l’impianto urbanistico delle sue strade che salgono su fino alle pendici di Castello risale al periodo della dominazione aragonese, basta scavare e viene fuori tanto altro, fin dal periodo romano e addirittura fenicio-punico.
Il porto, dopo le distruzioni della guerra, è stato completamente rifatto e raddoppiato con un porto-canale, dove attraccano le navi da carico più grandi, perchè Cagliari, al centro del Mediterraneo, è in una splendida posizione per gli scambi marittimi. Il porto storico di Cagliari si affaccia su tutta la via Roma, e vi attraccano grandi e medi yacht e velieri, alcuni veramente spettacolari, così che la passeggiata lungo la sua ampia banchina, abbellita da panchine e da graziosi monumenti moderni, è molto piacevole, specialmente al calar della sera, quando il sole dà tregua e il venticello fresco porta i profumi del mare. Quando ero piccola ricordo che gli yacht erano una presenza eccezionale e il porto era dei pescherecci, con le loro reti lasciate a seccare sul molo. I grandi traghetti che collegano Cagliari alla penisola non approdano più dirimpetto a via Roma, peccato, era uno splendido impatto per chi arrivava “dal continente” sbarcare e trovarsi nel cuore di Cagliari, così armonioso e accogliente.
A sinistra guardando il mare, dove sorge il palazzo dell’Ammiragliato, la passeggiata è stata allungata ben oltre il porto, fino ad arrivare ai piedi della Basilica di Bonaria, con la bella idea di una ampia strada pedonale di legno come il ponte di una nave, tutta illuminata. Una passeggiata molto rilassante per chi non cerca solo la movida notturna ma il contatto con il mare,vero signore di questi luoghi.
La degna dirimpettaia del porto è via Roma, il salotto buono del rione Marina e di tutta Cagliari, con i suoi alti portici, i palazzi di fine 1800 e prima metà del 1900, in stile eclettico, in parte con elementi classici, in parte con vezzi liberty, i bar storici i cui tavolini sono sempre affollati di cagliaritani e di turisti, le gelaterie, e molti bei negozi di abbigliamento, artigianato, oreficerie, gastronomia tipica di qualità.
Ad un estremo sorge il bianco palazzo del Municipio, con le sue due torri, in uno stile molto particolare che aggiunge al gotico catalano elementi liberty; segue lo storico palazzo della Rinascente, ancora occupato dal grande magazzino, davanti alla quale spesso sosta una curiosa attrazione: un uomo con una scatola di cartone su cui una gatta molto buona convive con tanti piccoli topolini bianchi che le corrono sopra e si scaldano sotto il suo pelo. Tra i bar storici in Via Roma segnalo il Caffè Roma e il Caffè Torino, tra le gelaterie quella all’angolo con Piazza Matteotti.
Su via Roma si affaccia anche la chiesetta di S.Francesco da Paola, dei primi del ‘900, con la particolaritá dell’ingresso sotto ai portici come gli altri palazzi e la facciata neoclassica sull’esterno dei portici, all’interno abbastanza modesta.
Quasi verso la fine della via Roma, in un’area derivante dall’abbattimento delle case vecchie che vi erano edificate, sorge un palazzo moderno, quello della Regione Sardegna, di cemento, vetrate brunite, e due emicicli grigi che sembrano gasometri sollevati sui pilastri, scelta architettonica che fu molto discussa, perchè nonostante abbia voluto mantenere la continuità attraverso dei portici moderni e a medesima altezza della palazzata di via Roma, è un po’ un pugno nell’occhio rispecchio ai palazzi di fine ‘800. Ricordo che da bambina nelle lunghe estati trascorse a Cagliari negli anni ’70, dalla finestra della casa dei miei nonni in via Sardegna mi divertivo a guardare i (mancati) progressi del cantiere,che una volta si era allagato, poi il ferro del cemento armato lasciato a lungo scoperto si era tutto arrugginito e avevano dovuto ricominciare da capo; io intanto mi godevo da quello spicchio di cielo lasciato vuoto la vista del mare, scintillante di luce e operoso di navi in partenza e in arrivo di giorno, solenne di notte sotto le stelle, dopo la sirena delle ultime navi che salutavano il porto. Poi un’estate tornando a Cagliari il mio meraviglioso spicchio di mare non c’era più, e al suo posto si ergeva il nero palazzo della Regione, e per questo nutro un’antipatia particolare nei suoi confronti. Quando si arriva a Cagliari con la nave, si riconosce subito la sua massa scura nella palazzata chiara di Via Roma. Però in fondo devo riconoscere che, se non si è integrato esteticamente, il palazzo della regione ha avuto una funzione di integrazione del tessuto sociale: la vasta piazza bianca che costituisce il suo piano terra, con delle strane sculture moderne di Nivola, che rappresentano figure femminili quasi astratte ispirate alle sculture preistoriche sarde, è, forse unico nel quartiere, il luogo di gioco di bambini e ragazzini e in molti estati cagliaritane è stata caratterizzata da spontanee iniziative di aggregazione, come le serate di ballo di tango aperto a tutti; poi qualcuno ha protestato per il rumore, ed è stato posto un divieto, un vero peccato perchè queste sono le cose che rendono viva una città.
All’ estremo di Via Roma, il giardinetto di piazza Matteotti merita una visita per i tre enormi secolari ficus elastica che stendono le loro chiome maestosi come in un Paese tropicale.
La prima parallela di Via Roma è la caratteristica Via Sardegna, la strada pedonale dei ristoranti e della movida estiva. E’ tutto un susseguirsi di locali di cucina sarda, alcuni più rustici, altri più di tendenza, tutti pienissimi nelle sere estive, quando trovare un tavolo è una fortuna. Il pesce e i crostacei la fanno certo da padrona, e sono di qualità e gran varietà di ricette, sia da soli sia cone condimento dei primi, ma non pensate che in Sardegna non ci siano degli ottimi piatti di terra, basti pensare al porceddu, anche se non è facilissimo da trovare, perchè la ricetta tradizionale richiede una preparazione al di fuori del locale del ristorante. Non potete non finire assaggiando le seadas, il tipico dolce ripieno di formaggio e fritto nell’olio, servito bollente e ricoperto di miele: farle buone è un’arte, e la qualità delle seadas vi darà un’idea circa la qualità di tutta la cucina del ristorante. Tra i ristoranti di Via Sardegna vi consiglio “Da Serafino” (le migliori cozze di Cagliari, primi squisiti e prezzi molto buoni!), “Lillicu” (il più famoso locale storico), “ci pensa Cannas” (altro locale storico più piccolo perchè senza tavoli esterni, personale gentilissimo e cibo ottimo e low cost), e se per una volta avete voglia di eclettismo culinario e non della solita cucina regionale sarda, provate “Osteria Paradiso” (un genuino angolo di Romagna mixato con prodotti sardi di alta qualità).
Spesso su via Sardegna passano musicisti e artisti di strada che vivacizzano ancora di più le serate di movida estiva.
Su via Sardegna si trovano anche i resti della chiesa di S. Lucia, danneggiata per il vero in maniera non del tutto devastante dai bombardamenti, fu abbattuta per un progetto urbano di dare aria alle strade del quartiere con la realizzazione, mai avvenuta, di una nuova piazza.
Le ferite dei terribili bombardamenti che fecero conferire a Cagliari il titolo di città martire sono qua e là ancora visibili in tutto il quartiere (forse ti interesserà leggere “Quando le bombe erano ancora stupide”).
Le stradine che corrono perpendicolari da via Roma, tagliando via Sardegna, su in salita fino a via Manno, l’altra via dello shopping che segna il limite dove il rione Marina confina con Castello, stanno in questi anni riqualificandosi anch’esse, e vanno cercando un equilibrio con una multietnicitá a cui il quartiere del porto è abituato da sempre ma che oggi ha certo portato nuove problematiche. Il processo di riqualificazione sta avendo successo, e sempre più sono i negozi tradizionali che stanno risorgendo, accanto a proposte enogastronomiche per tutti i gusti. Se via Sardegna rimane il tempio della cucina tradizionale cagliaritana, oggi la sera tutto il rione Marina brulica di vita, e i localetti delle viuzze e piazzette di cui è disseminato sono punto di aggregazione dei cagliaritani più giovani e a volte alternativi, fino a tarda notte.
Alcune chiese storiche di varie epoche segnano la memoria del quartiere Marina. La Chiesa del Santo Sepolcro, che si trova in una piazzetta raggiungibile salendo da Via Roma attraverso Via Napoli, è molto antica, nel 1200 forse era dei Templari, e si dice vi fosse stata portata terra appunto dai luoghi del Santo Sepolcro, con funzione di luogo santo per le sepolture; certamente intorno c’era un area cimiteriale e anche l’interno e soprattutto la sua cripta è un po’lugubre, con dipinti di drappi neri e teschi e dello scheletro della morte sovrana nel suo mantello di Ermellino con la falce recante le parole “Nemini parco”, non risparmio nessuno. Del resto per cinque secoli la chiesa fu retta dalla Confraternita dell’Orazione e della Morte.
Con il biglietto di ingresso alla Chiesa del Santo Sepolcro si può accedere anche agli scavi che ultimamente sono stati realizzati sotto la Chiesa di S.Eulalia e raccolti in un piccolo interessante museo. Partendo da un’investigazione sulla cripta e i vari strati di edificazione della chiesa, si sono scoperte vestigia romane più antiche, un profondo pozzo, l’impianto idrico e fognario, una strada lastricata, un tempietto, resti di abitazioni e di una piccola necropoli. La chiesa di S.Eulalia, che attualmente è la parrocchia del rione, è invece risalente a a fine 1300, ed è in stile gotico-catalano.
Altra chiesa del rione Marina è Santa Rosalia, che conserva le spoglie di S. Salvatore da Horta (per questo conosciuta anche con questo secondo nome), settecentesca, con affaccio su via Torino. Su via Torino è anche l’edificio gotico che ospitava il famoso hotel “La scala di ferro”, dove hanno alloggiato tanti personaggi celebri, oggi utilizzato parzialmente dalla Prefettura.
Il Viale Carlo Felice, ampio, alberato e scenograficamente terminante in cima alla salita con la statua del Principe Carlo Felice alta sul suo piedistallo in Piazza Jenne, vede sulla destra l’entrata secondaria della Chiesa di Sant’Agostino, nella cui cripta, sotto l’altare di S.Agostino appunto, erano originariamente conservate le spoglie del santo poi portate a Pavia. Ha una struttura a croce greca e la particolarità di una cupola semisferica nel punto dove si incrociano le braccia della croce. Il convento adiacente alla chiesa, che oggi ospita le ultime pochissime suore vincenziane, per la memoria degli abitanti del rione Marina ha un valore particolare, perchè fino alla fine del secolo ha ospitato l’asilo Marina e Stampace, nel quale per lunghissimo tempo sono stati accolti ed educati, sotto la spinta caritatevole di Suor Giuseppina Nicoli, molto amata e ora beatificata (la sua tomba è nella chiesa di S. Agostino), e poi dalle suore che si sono dedicate all’opera, i “marianelli”, i bambni poveri e successivamente gli orfani di guerra, di cui il quartiere pullulava, che giravano scalzi e dormivano nelle grotte; mamma mia ricorda ancora come nonna si facesse aiutare a portare la spesa dai “piccioccus de crobi”, letteralmente i bimbi da cestino, che circondavano a nuvoli le signore eleganti per offrire piccoli servigi come appunto portare i pacchi sino a casa, in cambio di un soldo e magari di un panino.
Insomma tra vecchie memorie e nuove proposte, il rione Marina parla come nessun altro dell’anima di Cagliari, e offre storia, arte, tradizione, gastronomia, divertimento. A Cagliari il mare si vive anche sulla terraferma.
Come mi affascina Cagliari, poi dopo il tuo post ancora di più perché mi hai incuriosito!! Sono stata più volte in Sardegna, ma mai qui…È già da un po’ che sogno di tornare, e Cagliari sarà la prima tappa: seguendo le tue dritte!!
che città affascinante è Cagliari, non sono mai stata in Sardegna, incredibile ma vero! Ho molti amici che vivono in zona ma, non abbiamo mai avuto l’occasione per andare a vedere questa città!
Ci osno molti volti da scoprire di questa città, non la immaginavo così ricca di angoli da visitare 🙂
In genere si pensa a Cagliari come porto di approdo per poi raggiungere le spiagge meravigliose della Sardegna. Invece vale proprio la pena di visitarla con un po’ di tempo e attenzione. Grazie
Sono stata in Sardegna e mi sono innamorata letteralmente di Alghero. Confesso di non aver visitato Cagliari. Ora leggendo il tuo articolo un po’ me ne pento perché il Rione Marina sembra davvero bello. mi sono già segnata alcuni degli angoli di cui parli e alla prossima occasione non mancherò di fare un sopralluogo!
La Sardegna solitamente si approccia pensando al mare. Non sapevo che Cagliari offrisse tutte queste opportunità turistiche
Sono stata a Cagliari qualche anno fa e devo dire che mi ha colpita!
Leggendo il tuo post si capisce quante attrazioni ci siano, brava!
Non ho mai pensato di visitare Cagliari, però sembra una città interessante e ricca di attività
Cagliari è una di quelle mete piene di cultura e buon cibo alla quale non si dedica mai troppo tempo! Ogni volta che vado mi stupisco della sua bellezza
Ho fatto una breve gita nella sardegna del Sud a Marzo 2018, e devo dire che sono rimasto veramente colpito da Cagliari! E’ una città molto viva, con tantissime cose da vedere, circondata da luoghi meravigliosi (il mare, il parco di Molentargius con i fenicotteri, la spiaggia del Poetto). veramente una città affascinante – come il resto della Sardegna!
Andrò in Sardegna a settembre e Cagliari sarà una tappa del viaggio. Non sapevo cosa aspettarmi prima di leggere questo articolo. Mi sono segnata alcune attrazioni interessanti anche se l’uomo con la gatta e i topolini mi ha lasciata perplessa, devo ammetterlo!