Islanda: il circolo d’oro, ritorno alle origini del mondo

Parto per l’Islanda con l’immaginario pieno delle suggestioni di un classico delle avventure per ragazzi: il Viaggio al centro della terra di Jules Verne.

Certo Verne deve essere stato colpito dagli elementi estremi che costituiscono l’anima di questa terra, forze contrapposte che suggeriscono un qualcosa di selvaggio e di primordiale, e la sua fervida fantasia ha poi immaginato  all’interno del vulcano Snæfell un mondo senza tempo, o meglio sopravvissuto al tempo, fatto di mostri preistorici, di foreste pietrificate,  e di fenomeni naturali violenti che smuovono le viscere della terra.

Islanda costa

Mi viene in mente che nel capolavoro di Verne i protagonisti, dopo la loro discesa al centro della terra dalla bocca del vulcano islandese, vengono poi eruttati dall’Etna, in Sicilia, e  penso che tra due mondi così diversi vi siano dei punti di similitudine ideali,  perché le terre di vulcani sono terre primordiali, e i mondi primordiali sono il luogo dei miti. In Sicilia i miti dei peregrinaggi di Ulisse, con i ciclopi, con Scilla e Cariddi, e qui in Islanda il mito del  vagabondare esule dei vichinghi provenienti dalla Norvegia che trovarono su queste terre  remote e inospitali una nuova patria. Ulisse supera le colonne d’Ercole, Leif Erikson dall’Islanda attraversa l’oceano e per primo mette piede nel continente americano, cinque secoli prima di Colombo.

Quanto fascino nei miti tanto antichi e tanto ancora vivi, quanto fascino nella violenza degli estremi della natura e nello  spettacolo di una terra in continua evoluzione, pulsante e viva come nessun altro luogo al mondo!

Islanda cascata Gullfoss

Non ho molto tempo a disposizione, quattro giorni che mi costringono alla selezione di un itinerario intenso ma necessariamente limitato all’esplorazione di una parte dell’isola che sia più rappresentativa possibile della sua anima.

Da Reikjavik percorrerò la costa sudoccidentale e quella meridionale. Siamo ai primi di novembre, un momento strategico scelto perché  le giornate sono ancora sufficientemente lunghe per regalare luce circa  dalle 9,30 fino alle 16.30, ma nello stesso tempo fa abbastanza freddo da rendere spettacolari i ghiacciai con le loro grotte.

Islanda parco nazionale thingvellir

Il lago Þórisvatn

Partendo da Reikjavik  percorro la regione meridionale degli altopiani islandesi e costeggio le sponde del lago Þórisvatn, il più grande lago d’Islanda con i suoi circa 88 km quadrati,  profondo 114 metri, con acqua proveniente dai ghiacciai, così pura che si può bere  e viene utilizzata come riserva idrica di acqua sanitaria per la capitale.

lago Þórisvatn

Le acque del lago vengono anche utilizzate per la produzione di energia elettrica.

Il lago corre parallelo alla frattura delle placche euroasiatica e americana.

Il Circolo d’Oro

Il mio itinerario si dipana attraverso il così detto Circolo d’Oro (cioè la costa sudoccidentale d’Islanda), che tocca molte delle attrazioni naturali per le quali è famosa l’Islanda, dalla valle dei Geyser alle Cascate Gullfoss, alle rocce basaliche degli altipiani costieri.

Questo percorso offre delle viste spettacolari di un paesaggio molto vario.

Il parco Thingvellir e la faglia tra le placche tettoniche continentali

Il mio viaggio inizia in un luogo simbolico molto particolare: il parco Thingvellir, dove la storia e la natura hanno lasciato due diversi profondi segni.

Dobbiamo tornare indietro all’alba del nostro pianeta, prima della deriva dei continenti, quando c’era solo la Pangea, un’unica indivisa crosta terrestre. Dopo le eruzioni delle forze sconvolgenti provenienti da un cuore giovane e ribollente del pianeta, arrivarono le  glaciazioni, che imprigionarono grandi volumi di acqua, il livello dei mari si abbassò, la minore evaporazione rese il clima secco, e la pangea iniziò pian piano a dividersi, creando delle profonde fratture  tra le zolle terrestri, di cui  una delle più importanti è la faglia che ha diviso la placca euroasiatica da quella americana. La crepa ogni anno va impercettibilmente aumentando, confermando la teoria della deriva dei continenti.

islanda faglia placche tettoniche

Questa faglia, la demarcazione fisica tra i continenti, passa proprio dal Parco Nazionale Thingvellir.  Naturalmente si tratta di un continuum in cui si è scelto un luogo simbolico in un punto in cui la frattura è particolarmente evidente.

islanda faglia pacche tettoniche

Lo spettacolo naturale è grandioso. La roccia basaltica di origine vulcanica ha creato con il raffreddamento improvviso della crosta delle spettacolari fratture tutte orientante nello stesso senso.

islanda parco Thingvellir

La Cascata Gullfoss

Da questa roccia si rovescia nella grande pianura sottostante la seconda più grande,  ma certo la più spettacolare cascata della terra islandese: la cascata Gullfoss, che vuol dire “cascata d’ oro”.

Il nome di cascata d’oro forse nasce dal fatto che le acque della cascata nella luce del tramonto assumono un colore d’oro. Secondo altri il nome è ispirato dall’arcobaleno che appare spesso con gli spruzzi dell’acqua sopra la cascata.

Secondo un’altra leggenda Gygur, un contadino  che possedeva grandi quantità d’oro, non lasciando eredi, decise prima di morire di chiudere l’oro in uno scrigno e di lanciarlo nella cascata perchè nessuno potesse rubarglielo dopo la sua dipartita.

Islanda cascata Gullfuss

Il territorio su cui sorge la cascata era un tempo proprietà privata, e apparteneva ad un agricoltore. Il governo voleva confiscare la terra per realizzarvi una centrale idroelettrica che con la portata d’acqua di queste cascate avrebbe prodotto moltissima energia, ma questa meraviglia naturale sarebbe andata perduta.

cascata Gullfuss

Una delle figlie dell’agricoltore,  Sigríður Tómasdóttir, si oppose e iniziò una battaglia plateale per molto tempo, sino a quando non riuscì a convincere il governo a desistere dal progetto, ed è considerata l’eroina che ha salvato le cascate. Per esattezza, la compagnia elettrica vinse la causa, ma ormai la costruzione della centrale idroelettrica era diventata troppo impopolare, e così dovette rinuncaire all’idea. La zona fu proclamata riserva naturale ed è diventata una delle attrazioni turistiche più visitate d’Islanda.

Sigríður Tómasdóttir

Davanti alla cascata c’è un monumento a questa eroina ecologista, con la faccia corrucciata che sembra un po’ quella di Greta Thunberg,

La Cascata Gullfoss compie un doppio salto, il primo di 11 metri e poi un altro di 20 metri, e ha una portata d’acqua di media di 109 m cubi al secondo.

arcobaleno cascata gullfuss

Va ammirata prima dall’alto, dove si percepisce la portata delle acque, la sua estensione orizzontale. Poi, scendendo giù per un sentiero che viene chiuso nei giorni d’inverno perché il terreno raggiunto dagli schizzi d’acqua si ghiaccia con le temperature proibitive dell’eterna notte senza sole di questo estremo nord, va osservata dal basso per percepire la vertigine verticale del salto compiuto dall’acqua.

Cascate Gullfoss

C’è da dire che se una cosa non manca in Islanda, è l’acqua, tra quella dei ghiacciai, quella dell’oceano, quella che viene dal suolo e forma le lagune calde o viene eruttata dai geyser.

I Parlament Fields

Questa vasta pianura è stata scelta fin dal medioevo islandese,  nel 930, come luogo del primo vero parlamento islandese, poichè era un punto dove si poteva arrivare da ogni parte d’Islanda, a piedi, a cavallo o con i carri. L’Islanda non era una terra facile da attraversare con i mezzi del medioevo, tra ghiacciai che coprono l’11% del Paese, fiumi impetuosi da guadare, vulcani ed altipiani.

parco nazionale Thingvellir

Queste terre appartenevano un tempo ad un signore di una delle tribù vichinghe che fu giudicato colpevole dall’assemblea e fu ucciso, e questi possedimenti divennero pubblici, così che tutti potevano venire qui a pascolare o a raccogliere le acque o a godere di ciò che la terra donava, e questo luogo fu scelto anche per il simbolismo dell’ essere appartenente a tutti.

parco nazionale Thingvellir

Il primo parlamento,   l’Alþingi, era un’assemblea dei 48 capi tribù confluenti da tutta l’isola con i loro vasti seguiti di carovane di uomini che potevano assistere all’assise, e di donne, bambini e schiavi al seguito. Ogni anno per due settimane a giugno si riunivano qui, decidevano le questioni di interesse comune, rendevano giustizia ed eseguivano le pene capitali decise insieme.

Islanda Parlament Fields

Lo narrano con dovizia di particolari le antiche saghe, che sono giunte sino a noi dandoci un quadro completo della vita e degli eventi storici di una terra apparentemente non civilizzata ma in realtà con una sua strutturata organizzazione sociale.

Dalle saghe sappiamo anche che la popolazione islandese non è autoctona, poichè questa terra era un tempo spopolata,  ma è nata dall’incontro di colonizzatori molto diversi tra loro. I primi abitanti furono probabilmente monaci irlandesi, venuti  nel VIII secolo a cercare qui la solitudine e la pace per una vita di raccoglimento e preghiera; attorno a loro si formarono piccole comunità di coloni irlandesi.

parlaments field islanda

Poi  nel IX secolo vennero i Vichinghi dalla Norvegia, dove vigeva un sistema improntato sul diritto ereditario dei primogeniti, e gli altri figli dovevano lottare per trovare una terra per loro, oppure navigare verso l’ignoto in cerca di nuovi spazi.

I bellicosi Vichinghi assoggettarono la più mite popolazione irlandese facendone schiavi, i monaci fuggirono, si affermò per alcuni secoli il paganesimo dei conquistatori, poi l’Islanda divenne cristiana ufficialmente nel 999, per decisione del parlamento, ma fu lasciata ai pagani la possibilità di professare pacificamente la loro fede in privato. Così pian piano cessarono le lotte tra tribù e si formò una certa unità nazionale, di cui questo primitivo parlamento è un’importante espressione.

Gli islandesi vanno raccontando che non solo qui ha avuto sede il primo parlamento islandese, ma addirittura anche il primo parlamento del mondo, dimenticando le istituzioni e i luoghi dell’antica democrazia ateniese.

Qui sono stati girati, per gli appassionati, diversi episodi della saga di Games of Thrones. La location è stata decisamente azzeccata.

La Logberg

Il terreno dei Parlament Fields è costituito da rocce scure basaltiche di origina vulcanica che danno uno spettacolare colpo d’occhio. Si nota in queste formazioni una stratigrafia orizzontale, formatasi nel corso di più eruzioni nel corso dei millenni.

thingveller

Non vi sono molte tracce visibili dell’antico parlamento, la cui sede non era una monumentale costruzione, ma il grembo di questa natura imponente.  Si possono ancora notare approssimativi segni delle costruzioni temporanee edificate dalle varie tribù per ripararsi nei giorni della riunione dell’assemblea.

logberg nei Parlament Fields

Il punto più sacro dei Parlament Fields è la Logberg, la Roccia della Legge, segnata con una bandiera. Qui sedevano in circolo i capi dei villaggi, e intorno tutti coloro che li avevano accompagnati potevano udire anche se non partecipare.

Questo luogo simbolico fu anche quello in cui dopo la prima guerra mondiale l’Islanda ottenne  l’autonomia e poi dopo la seconda guerra mondiale fu  proclamata l’indipendenza islandese dalla Danimarca. Infatti l’Islanda era colonia danese, e quando la Danimarca fu occupata dai tedeschi, l’Inghilterra mandò qui esigue truppe a prendere possesso formalmente dell’ isola per evitare che venisse reclamata come possedimento tedesco. I soldati inglesi, più tardi raggiunti da truppe canadesi e americane, per il vero non trovarono qui da combattere nè molto da fare.

Alla fine della guerra, il 17 giugno 1944,  l’Islanda proclamò in questo luogo la definitiva indipendenza e la natura di repubblica parlamentare del Paese, e al re danese non restò che congratularsi col popolo islandese.

Casette riscaldate, pecore, cavalli e il gelato a km 0.

Continuando il percorso del Circolo d’Oro, attraverso una zona di verdi pianure, dove sorgono case di villeggiatura degli abitanti di Reikjavik, che sono molto costose e per questo spesso sono utilizzate in forma di sharing. Sono autonome energeticamente e ben riscaldate con l’energia geotermica.

Molto popolare per gli islandesi è la vacanza in camper, che permette di scegliere di volta in volta nuovi luoghi immersi in una natura che regala speldidi paesaggi. Mi domando come sia compatibile con le temperature proibitive.

Una cosa che mi colpisce è che non ci sono alberi, almeno non ci sono come vegetazione autoctona in tutta l’Islanda, e quei pochi che si vedono sono stati piantati, ma solo pochi sono attecchiti e sono mezzo spelacchiati, il terreno è troppo roccioso ed il vento e il gelo lo tempestano.

alberi islandesi

Incontro molti allevamenti di pecore e cavalli. Nessuno su quest’isola potrebbe o vorrebbe rubarli, e quindi pascolano indisturbati e non sorvegliati nei vasti campi.

pecore islandesi

Ci sono più pecore che persone in Islanda: oltre 400.000 pecore e circa 350.000 esseri umani. Impossibile stare loro dietro se non lasciandole libere per parte dell’anno. Così si nutrono principalmente di erba vagando negli altipiani, anche se qualcuno le accusa ingiustamente di essere state la rovina dei pochi alberi rimasti in Islanda. Si moltiplicano bene perchè non hanno nemici naturali se non la volpe artica, la bella volpe che d’inverno si mimetizza con la neve.

volpe artica

Le pecore sono di due tipi, con o senza le corna, sono delle palle rotondette di lana, tanta lana, sono molto carine ma altrettanto fifone e antipatiche. Poichè sono abituate a pascolare da sole sono diffidenti rispetto all’uomo e appena cerchi di avvicinarti per fotografarle ti danno il posteriore e si allontanano.

Infatti le pecore passano le estati libere sui campi dei proprietari o di altri allevatori, poi vengono collettivamente radunate in autunno e smistate, ognuno riprende le sue e le porta nelle stalle dove vivono nei mesi freddi mangiando il fieno raccolto l’estate prima, perchè le condizioni degli inverni islandesi sarebbero proibitive.

I cavallini islandesi sono una razza autoctona, sono piccoli e compatti, quasi simili ad un pony, con una folta criniera che sembra quasi una capigliatura (guardate se i capelli delle due bionde qui sotto non si assomigliano!), e al contrario delle pecore sono molto amichevoli.

cavalli islandesi

Sono resistenti e poco soggetti alle malattie, e per questo vengono utilizzati come animali da lavoro, ma prendono parte anche alle competizioni equine, e ahimè sono sfruttati anche per la loro carne.

cavallino islandese biondo

Mi fermo  in una fattoria dove la guida mi dice che viene prodotto il miglior gelato islandese, a km zero, anzi a metri zero, visto che intorno allo chalet dove si trova il bar sono delle vetrate che si affacciano direttamente sulle stalle, dove al calduccio se ne stanno tranquille le mucche con i vitellini, e così mi viene voglia di assaggiare il latte caldo, fantastico!

latte fattoria islandese

Haukadalur, la valle dei Geyser e lo Strokur

La mia prossima tappa è la valle Hakadalur, un’area geotermale  dalle cui profondità ribollenti del terreno sgorgano i geyser, dei getti  di acqua bollente  potentissimi che che si  manifestano con eruzioni periodiche di spruzzi di vapore che si innalzano al cielo, quando ad intervalli abbastanza regolari scaricano l’energia geotermica accumulata nel sottosuolo.

valle di geyser islanda

Sembra di camminare in una valle infernale, con pozze ribollenti di acqua e con getti di vapore di diversa altezza che rendono surreale il paesaggio.

Tutti gli occhi dei visitatori sono concentrati sullo Strokkur, il geyser più alto d’Islanda, che  soffia acqua calda fino a 30 metri di altezza ogni 5-10 minuti. Il getto non è sempre lo stesso, dipende da quanta energia si è caricata nel terreno tra un soffio e l’altro.

islanda valle dei geyser

Questa energia geotermica, che nella valle Haukadalur esplode nei geyser, altrove produce sorgenti calde ed è preziosa per l’economia islandese. Quando facendo un buco sotto la terra si incontra una sorgente calda, la popolazione la imbriglia e la utilizza per avere energia elettrica a costi irrisori e acqua calda gratis tutto l’anno nelle case.

geyser

Un curioso utilizzo del calore sotterraneo è per cuocere il pane, che viene messo sotto terra in dei cestini e viene poi raccolto cotto.

Il vulcano Hekla, porta dell’Inferno

E a proposito di energie sotterranee,  qui si trova il Vulcano Hekla, uno dei più noti vulcani islandesi (ne parla anche Leopardi nelle Operette Morali), che ha eruttato recentemente nel 2000.

eruzione vulcano Hekla Islanda

Il suo nome significa “incappucciato” e difatti la sua cima è sempre coperta da una coltre di nubi.

Le sue eruzioni sono frequenti, dopo un’esplosione si innalzano pennacchi di fumo e poi colate di lava. Mi dicono che ultimamente il vulcano Hekla sta mostrando segni di nuova attività e probabilmente sta preparando una nuova eruzione, che potrebbe essre violenta perchè sono più di 20 anni che si sta accumulando energia.

vulcano Hekla

Nel Medioevo questo vulcano attivo alto 1491 metri, che si trova al centro della faglia tra le placche tettoniche che taglia l’Islanda, era ritenuto  la porta dell’Inferno. Un’altra leggenda dice che le streghe si fermano una volta all’anno sulla cima di questo vulcano per ballare.

Del resto bisogna pensare che un tempo le eruzioni dei vulcani in Islanda erano molto più frequenti e importanti, spesso coprivano tutto il cielo con le loro nubi che  arrivavano fino all’Europa continentale provocando sconvolgimenti climatici.

La Fridheimar Tomato Greenhouse

Dopo aver visitato tutte queste meraviglie naturali, il Golden Circle mi riserva ancora una sorpresa, frutto dell’ingegno dell’uomo che ha saputo reagire alla scarsità di risorse alimentari di questsa terra sfruttando la tecnologia e l’abbondanza di acqua ed energia elettrica.

islanda tomato greenhouse

La Fridheimar Tomato Greenhouse  è una serra dove vengono coltivati pomodori in coltura idroponica, sfruttando nelle serre l’energia dei geyser che viene trasformata in energia elettrica che alimenta potenti lampade solari, che danno luce alle piante,  e utilizzando l’acqua calda a 40 gradi con cui vengono costantemente irrigate le piante di pomodori che raggiungono un’altezza di 9 metri, tanto che vengono arrotolate su se stesse.

fridheimar greenhouse

La potenza di energia impiegata sarebbe sufficiente ad alimentare una città di 6000 abitanti, ma qui in Islanda è quasi gratuita e quindi non è un investimento antieconomico.

Le piante non sono assoggettate a trattamenti chimici, ma per proteggerle dai parassiti viene utilizzato un metodo del tutto naturale: vengono liberate delle mosche verdi che mangiano le larve delle mosche bianche, che sono gli inserti più dannosi per i pomodori.

alveari bombi per greenhouse islanda

I fiori di pomodoro vengono impollinati dai bombi, che vengono importati in scatole dall’Olanda, con i loro alveari con l’ ape-bombo regina e tute le apette operaie intorno.

i tantissimo pomodori vengono raccolti passando con un carrello su rotaie poste tra le file dei pomodori.

zuppa e chesscake al pomodoro

Nella serra è presente un curioso ristorante dove mi fermo a mangiare, tutto rigorosamente a base di pomodoro. E’ un”esperienza curiosa ed è tutto buonissimo, stendendo un velo pietoso sui prezzi islandesi (una bottiglia di succo di pomodoro costa l’equivalente di 9 euro). Il mio pranzo? Zuppa di pomodoro con pane, cheescake al pomodoro, liquorino al pomodoro e the al pomodoro.

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