Kiev, capitale sospesa tra due mondi che vuole essere frontiera d’Europa

Kiev è la capitale di una nazione, l’Ucraina, sospesa tra la costellazione russa e l’Europa. In queato suo essere frontiera tra due mondi è una città antica, ma invasa e violentata cosí tante volte dalla guerra, e dalla guerra sempre rinata, che si stenta a riconoscerne a prima vista l’identità attuale, un cuore urbanistico che le dia un carattere.

IMG_20170805_153238Larghi, bei viali alberati, edifici tra la prima e la seconda metà del 1900, alcuni inequivocabilmente di stampo sovietico, tantissimo verde che si insinua nel centro in vasti quasi boschivi parchi collinari, il grande fiume Dniepr che divide in due la città, lasciando praticamente da un solo lato tutta la parte monumentale e il patrimonio artistico, e dall’altro quartieri popolari con i suoi casermoni nati all’ombra dell’industria pesante sovietica.

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Nel lato storico della città, svettano qua e là dorate cupole di bellissime cattedrali e monumenti civili di grande interesse e fascino.

Inizio la mia visita dal viale Khreschatik, largo viale alberato con negozi e bar, molto animato, che si stende per un km e ha il suo punto centrale nella Piazza dell’Indipendenza (Maidan Nezalezhnosti),

IMG_20170805_133414così chiamata per celebrare l’indipendenza del paese dall’ex-Unione Sovietica, che oltre ad essere di grande impatto scenografico è anche un luogo simbolo, per essere stata nel 2004 teatro della Rivoluzione Arancione che ha portato all’indipendenza del Paese e anche nel 2014 della seconda rivoluzione che ha scacciato il presidente filorusso, liberato l’eroina Tymoshenko, ripristinato la costituzione del 2004 e avvicinato l’Ucraina all’Unione Europea.

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Vi furono molti morti durante questa seconda rivoluzione, in gran parte ragazzi aderenti al movimento Euromaiden, che sono ricordati uno per uno nella piazza, con la fotografia e una grande croce, mentre sempre sulla piazza l’edificio sede dei sindacati che era quartier generale dell’Euromaiden, bruciato dalla polizia, è ora in ristrutturazione ricoperto da un grande telone su tutta la facciata che rappresenta una catena spezzata nel cielo azzurro e la scritta “freedom is our religion”.

Sulla piazza domina un’alta colonna con in cima una fanciulla che rappresenta la dea della madrepatria, e ai due lati della piazza vi sono grandi gruppi scultorei di bronzo.

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C’è anche una fontana con gli sbuffi d’acqua che sgorgano dal pavimento e tutti i bambini(e qualche adulto) che si divertono a camminare e giocare tra l’acqua a piedi nudi.

La piazza è animatissima, e ci sono artisti di strada di vario tipo, oggi un concerto di rokkettari un po’agee e ragazzi vestiti da peluche giganti che offrono foto con colombi ammaestrati.

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In fondo al viale un monumento con un grande pallone da calcio circondato da bandiere ricorda che in Ucraina sono stati giocati gli Europei di calcio 2012 e del resto qui è la patria del famoso Dinamo Kiev (a proposito, sapevate che tutte le squadre “Dinamo” erano del KGB?).

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A questo punto tocca scarpinare un pochino, scegliendo tra salita a destra e salita a sinistra, due boscose colline entrambe ricche di attrattive.

A destra raggiungiamo l’ Arco dell’Amicizia, un monumentale arcobaleno di metallo lucido che si staglia alto nel cielo con lo sfondo del fiume Dniepr e dei vasti panorami dietro di esso. Mi è piaciuto tanto, anche se non compare nelle usuali liste dei must see di Kiev.

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Scendiamo  verso le banchine del fiume, e ci fermiamo a guardare il panorama. Fanno contrasto i grandi casermoni bianchi dei quartieri dormitorio e il verde intenso e incontaminato delle isole e di altri vasti spazi; addirittura esiste un’isola con lunghissime spiagge dorate su cui gli abitanti di Kiev prendono il sole sotto gli ombrelloni.

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 Al porto fluviale mi faccio tentare da una venditrice ambulante di una non meglio precisata bevanda fatta dal grano, un bicchiere l’equivalente di 20 centesimi, ma è una rivelazione: una sorta di birra dolcissima ad 1 grado e mezzo, squisita e dissetante; scopro che è il kvass, e in questi giorni ne approfitto spesso, visto che si trova praticamente in ogni strada.IMG_20170805_160007

Passeggiando arriviamo alla piazza Kontraktova con un giardinetto dove artisti dipingono le loro opere, un bell’edificio liberty, e la curiosa fontana di Sansone che apre la bocca ad un leone, scultura insolitamente policroma sotto un tempietto biancoIMG_20170805_165709

e da  lì imbocchiamo (in salita) la Discesa di Sant’Andrea, la più caratteristica e meglio preservata strada della Kiev Medievale, con le su antiche case e l’acciottolato della pavimentazione e le tante bancarelle di souvenir, oggetti tipici, piccolo antiquariato, quadri di artisti di strada.IMG_20170805_140119

Qui sorge il curioso “one street museum” che ripercorre tutta la storia di Kiev nella storia di queata strada. E pensare che apprendiamo da dei ragazzi che stanno raccogliendo firme per una petizione, che su questo delizioso angolo di medioevo è stata progettata la costruzione di un alto palazzone moderno.

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In cima alla discesa di S.Andrea sorge la pittoresca chiesa celeste e bianca di S.Andrea, purtroppo inaccessibile per restauri, inconfondibile e ben visibile in cima al colle nel panorama cittadino.

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Anche se non entriamo a s.Andrea, non mancano certo bellissime chiese a Kiev, ed inizio il tour poco più in là con la chiesa di S. Michele, dedicata all’arcangelo protettore della città, distrutta dai sovietici con non-chalance per motivi di ripianificazione urbanistica, ed in realtá in odio alla religione ma anche all’identità nazionale forte che attraverso la religione si esprimeva. Era una sistematica scelleratezza che ho potuto constatare anche a Mosca, con la distruzione della cattedrale di Cristo Salvatore. Come quella, anche San Michele è stata ora ricostruita (e dipinta di un azzurro un po’piatto) ed è gremita di fedeli.

IMG_20170806_140836La più bella chiesa di Kiev è l’antica cattedrale di Santa Sofia, edificata sul modello dell’omonima cattedrale di Costantinopoli, sfavillante con le sue cupole d’oro.IMG_20170806_140231Oggi è chiusa al culto ed è uno splendido museo dove ogni centimetro è ricoperto di affreschi e mosaici.

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Invece è centro di grande devozione l’altra cattedrale ortodossa di San Vladimiro, sede del patriarcato di Kiev, dove sono custodite le reliquie di un santo che si dice guarisca dal mal di testa. IMG_20170806_123521

Mi fermo ad osservare i fedeli, uomini compunti  e donne col velo in testa, che baciano con fervore le icone sacre e assistono alle interminabili cerimonie con una devozione palpabile, una fede intensa.

E’ un aspetto importante per comprendere la popolazione di questa città, sospesa tra un Paese contadino e una modernità arrivata tutta di un colpo dopo il crollo dell’impero sovietico.

E’ una modernità che ha portato anche molta polarizzazione della ricchezza, che si può osservare nelle vistose differenze tra macchinone e negozi di gran lusso da un lato e i quartieri dormitorio dall’altro.

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Tra gli edifici civili sicuramente è imponente l’opera, che ha ospitato tanti musicisti celeberrimi, soprattutto della scuola russa.

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Ma la cosa più singolare è la ricostruzione  fatta negli anni ’80 sugli scavi della Porta d’Oro dell’XI secolo.IMG_20170806_131415

E’ un tuffo nel medioevo della fondazione di Kiev. Un corpo centrale in muratura è affiancato da due grandi fiancate spioventi  di legno, e dentro un museo che raccoglie i non molti reperti, quali armi e scheletri metallici di piccole imbarcazioni.IMG_20170806_132933

Ci riporta al tempo di popolazioni nomadi di usi simili ai mongoli: il fondatore, coi capelli rasi sui lati della testa tranne un lungo ciuffo scuro pendente, dormiva a fianco del suo cavallo sotto il cielo stellato e mangiava strisce di carne essiccata o frollata sotto la sella.

Nella lingua però non  rimane nulla di queste origini, ed è una sorta di dialetto più dolce del russo. Anche il carattere della popolazione ucraina mi appare più dolce di quello russo.

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Mi allontano dal centro antico di Kiev seguendo il lungo Dniepr, verso un luogo patrimonio Unesco, il complesso dei monasteri delle Grotte. IMG_20170806_185709

Non è una sola chiesa, ma tutto un vasto sito disseminato di chiese dalle cupole d’oro, e cunicoli sotterranei, e alloggi dei monaci, un luogo considerato molto sacro dagli ucraini.

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E poi, su una collina che sovrasta il corso del Dniepr, c’è il monumento mastodontico alla Madrepatria, che si staglia con un’altezza di oltre 62metri, la spasa sguainata e lo scudo su cui (ancora per poco visto che si è deciso di smantellarle in segno di “desovietizzazione”) troneggiano falce e martello.

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Di fronte alla gigantesca statua c’è un altrettanto grande braciere ove brucia il fuoco eterno della nazione, e grandi complessi scultorei molto belli che rappresentano i vari aspetti della seconda guerra mondiale, a cui è dedicato anche un museo che custodisce carri armati, aerei  ed altri mezzi bellici.

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L’Ucraina ha visto passare tante guerre e tante occupazioni sul suo suolo, ed anche oggi non dobbiamo dimenticarci che al confine russo, nonostante la normalitá della vita di Kiev, si combatte ancora uno strano conflitto per il possesso della provincia di Donetsk, storicamente territorio ucraino ma dove vive un maggioranza di etnia russa.

Il conflitto che ha fatto quasi 10.000 morti e di cui si parla poco, ha assunto un senso più forte di quello locale, coinvolgendo il posizionamento geopolitico dell’Ucraina che si è avvicinata all’Unione Europea; e non dimentichiamoci che dall’Ucraina passano i metanodotti russi.

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Non posso mancare la visita ad un luogo che ricorda un’altra tragedia da non dimenticare: il museo di Chernobyl, dove con immagini d’epoca e reperti drammatici di protagonisti delle operazioni di “liquidazione” della centrale e dei poveri abitanti dei villaggi devastati, si racconta la più grande catastrofe nucleare mai avvenuta, a soli 100km dalla capitale ucraina. IMG_20170807_122452

E’ un monito potente, in questi giorni in cui scriteriati dai due angoli del mondo si minacciano a chi ha la potenza nucleare più devastante.

Per finire tornando sul leggero, una cosa che non manca mai nei miei giri: una visita al mercato coperto, il Bessarabian Market, rivela grande varietà  di ortaggi freschi,  pesci  essiccati che per averli assaggiati contro ogni apparenza vi assicuro che sono squisiti, molti insaccati locali, carne bianca e di maiale. IMG_20170805_125743A tale proposito, si dice che la grande quantità di carne di maiale presente nella cucina ucraina derivi da un espediente storico per evitare i saccheggi da parte di invasori musulmani  che non toccavano la carne di maiale.

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 E poi il caviale, delizioso in tutte le varietà, venduto in scatolette o anche a mestoli.

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Questa visita mi ha messo fame ed è l’ora giusta per un ristorantino tradizionale. La cucina ucraina non lascia delusi.

Intanto le zuppe, non solo calde, ma anche fresche per l’estate, prima fra tutte il tradizionale borsh di rapa rossa e panna acida, poi la deliziosa okroska, con pezzetti di carne, uovo,  verdure su cui viene versato a scelta brodo speziato o una specie di kefir. I pilmeni sono molto simili ai nostri tortellini solo chiusi con una forma diversa, con carne di maiale.  

Per secondo (anche se non ho capito se è un primo o un secondo) holubcy, involtini di foglia di cavolo con riso e carne macinata.

E poi grande scelta di buoni dolci, io ho optato per un sirniki, che è un pancake di ricotta, uova e farina ben glassato, tanto per completare il dolce ricordo di Kiev.

One thought on “Kiev, capitale sospesa tra due mondi che vuole essere frontiera d’Europa

  1. Di Kiev mi ispirano le origini vichinghe. Stavo rileggendo dei testi di storia che ne parlavano proprio giorni fa. Questa è una di quelle città in cui andrei subito. A dire il vero è l’Ucraina ad attirarmi molto, soprattutto dopo aver letto Jonathan Safran Foer.

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