Viaggio nella biodiversità del Madagascar del nord tra lemuri e baobab

Come nei film fantastici in cui qualcuno trova un passaggio dimenticato in una foresta e precipita in una valle in cui l’evoluzione della terra ha preso altre strade, arrivare in Madagascar significa fare un tuffo in un mondo naturalistico parallelo, che conserva una biodiversità unica al mondo, con un’impressionante quantità  (l’80%) di specie animali e vegetali endemiche che si possono ammirare solo qui. E’ una natura generosa e grandiosa che lascia a bocca aperta e che per la sua specialità si è guadaganata molti luoghi tra quelli riconosciuti dall’Unesco come patrimonio mondiale dell’Umanità.

madagascar pan de sucre tra mangrovie

Perchè in Madagascar  esistono così tanti animali e piante che non si trovano in nessun altro luogo al mondo? Perchè questa grande isola si è staccata dal continente africano 140 milioni di anni fa,  e ha continuato a modo suo l’evoluzione delle specie viventi, senza contaminazioni con gli altri paesi nè intromissioni dell’uomo che abita questi luoghi da meno di 2000 anni.

In particolare mentre in Africa si evolvevano e diffondevano i grandi predatori, in Madagascar senza i big five si  sviluppava incontrastata una pletora di animali di media e piccola dimensione che diventavano gli incontrastati abitanti delle foreste che occupavano gran parte del territorio malgascio,

madagascar montagne d'ambre foresta

In Madagascar ci sono 19 parchi nazionali, 26 riserve di cui 5  integrali, e non sono tutti analoghi, ogni zona del Paese ha un ecosistema diverso, si va dalla savana alle foreste pluviali, alle formazioni rocciose degli Tsingy ai paesaggi dominati dalle palme o dai baobab, ai campi di riso,  alle distese di mangrovie e alle spiagge sull’oceano.

Il mio viaggio nel nord del Madagascar, spostandomi “mora mora” in 4×4 sulla dissestata rete stradale del Paese e dormendo spesso in ecolodge immersi  nel profondo della natura,  oltre che avvicinarmi alla cultura malascia venendo a contatto con gli abitanti dei villaggi, mi ha permesso di fare trekking in alcuni dei più bei parchi e di venire scoprire tante meraviglie naturali, delle quali vi voglio parlare in questo post.

camaleonte madagascar

Il lemure, vero padrone di casa del Madagascar

Prima di tutto però vi devo presentare il padrone di casa del Madagascar, il simbolo distintivo di questa terra, colui che incontrerete nelle  sue varie versioni in ogni vostra escursione nei parchi nazionali e perfino sugli alberi nelle spiagge, e non dimenticherete per il resto della vostra vita: il Lemure!

lemure coronato

Il Lemure prende il nome degli spiriti della notte della mitologia romana, ma non tutti i lemuri sono notturmi, vi sono molte specie che vivono durante il giorno.

La prima domanda di chi non ha mai visto un lemure, giacchè i lemuri  come specie in libertà vivono solo in Madagascar ed è anche difficile trovarne negli zoo europei, è : a che cosa somiglia un lemure? La risposta è: il lemure assomiglia solo a se stesso, non potete fare un paragone tra questi piccoli e curiosi primati nè con le scimmie di cui condividono l’agilità, nè con i gatti con cui condividono la stazza, gli occhi tondi su un muso da furetto  e il sempre indipendente ma dolce rapporto con l’uomo.

lemure barbuto

Non c’è nemmeno un unico concetto di lemure: in Madagascar ne esistono oltre 100 specie, alcune si sono putroppo estinte ed altre sono a rischio di estinzione,  a causa del ridursi del loro habitat naturale ad opera della deforestazione da parte dell’uomo nonchè a causa del bracconaggio, nonostante siano animali protettissimi.

Alcuni tipi di lemuri pesano anche 10 kg e sono alti fino a 75 cm (una specie estinta pesava oltre 100 kg!) altri sono piccoli tanto da stare in una mano e pesano intorno ai 60 grammi. La loro fisionomia ed i colori del loro mantello sono molto variegati.

madagascar lemure indri

I lemuri sono dei primati, animali intelligenti, agili saltatori e abili con le delicatissime zampine con il pollice opponibile, molti sono notturni,hanno occhioni tondi sempre spalancati e una bellissima lunga coda, vivono sugli alberi e hanno le zampe posteriori più lunghe e forti di quelle anteriori per potersi dare lo slancio per saltare da un albero all’altro, sono tutti vegetariani ed insettivori, adorano le banane e le papaye, sono curiosi e si addomesticano facilmente, ma un lemure in libertà vive intorno ai 25 anni, un lemure abituato ad essere ingozzato di cibo dai turisti nei vari resort  ( la specie “lemure rincoglionito” secondo la definizione del nostro biologo) vive in media 10 anni.

I lemuri vivono in gruppi familiari e sono fedeli al compagno/a tutta la vita. Ogni anno si accoppiano durante i mesi invernali (la nostra estate) e dopo 4 mesi di gestazione danno alla luce un cucciolo. Ad agosto, quindi, durante la mia visita, molte delle signore lemuri erano in dolce attesa.

madagascar lemure bianco

Tra i lemuri comandano le femmine, che si distinguono in molte specie dai maschi per colore più bello e brillante e maggiore stazza, ed esercitano il loro diritto di primedonne scacciando il maschio se si avvicina ad un cibo offerto prima che loro siano sazie; ho visto diversi lemuri maschietti decisamente intimoriti dalla loro compagna.

I lemuri anche non addomesticati ma abituati alla presenza dell’uomo si dimostrano molto amichevoli e sono particolarmente dolci con l’umano,  sulle cui spalle e testa si calano volentieri, accettando frutta in dono senza insistenza ma con grande delicatezza di movimenti, acchiappando anche in alcuni casi con la loro manina (sì, è il caso di chiamarla proprio così) la mano umana per leccare anche gli ultimi residui di banana. Come diceva la nostra guida malgascia, “banana è telecomando di lemure”.

lemure barbuto

Anjahakely e il parco di Andrafiamena

Il primo scrigno di biodiversità che ho visitato  in Madagascar è quello di Andrafiamena, massiccio ricoperto da una foresta subtropicale vicino al villaggio di Anjahakely, nella provincia di Diego Suarez. Raggiungerlo dal porto di Anfiky ha comportato un viaggio di 250 km compiuto in 6 ore, prima su strada dissestata e poi su sentieri sterrati che sembrava non portassero da nessuna parte su un territorio di savana tra campi, pietraie, guadi, distese di polvere e sterpaglie, una gomma distrutta, un’ imprevista partecipazione ad un corteo funebre, un eccessivo interessamento di uno zebu ai miei bisogni fisiologici dietro all’unico albero della zona.

Ma alla fine sono arrivata al Black Lemur Camp, unico appoggio logistico della zona, completamente mimetizzato nella natura, che domina dall’alto di una collina una foresta dove abita il raro Lemure Nero, oltre al Lemure Coronato, il Lepilemure o lemure sportivo, vari camaleonti, gechi. serpenti ed uccelli. Non è ancora un parco formalmente protetto, ma vi sono associazioni che stanno lottando per il suo riconoscimento, che merita tutto.

Vicino al lodge c’è un piccolo villaggio, alcuni lavorano per il lodge o fanno da guida nel parco,  altri si dedicano alle coltivazioni e all’allevamento degli zebu; la specialità del villaggio è la preparazione per la vendita del riso raccolto, un riso bianco particolarmente pregiato che cresce nel Madagascar e che viene quasi tutto esportato per poi importare riso di minore qualità per i fabbisogni alimentari della popolazione.  Sia al lodge sia nel villaggio e anche con i ragazzi locali che fanno da guida nella foresta è un po’ difficile comunicare pienamente, perchè anche la conoscenza del francese è molto basica, ma la disponibilità e la gentilezza aiutano a comprendersi quanto basta.

villagio vicino black lemur camp

Si parte la mattina presto per poter avvistare la maggior parte dei piccoli abitanti della foresta subtropicale che occupa il massiccio, un habitat unico perchè alle parti boschive che si estendono su un terreno di arenaria si alternano blocchi di calcare, tratti di foresta secca e in transizione, in un ecosistema dove vivono moltissime specie endemiche.

Con un trekking di 2 ore e mezzo circa, abbastanza facile, si costeggia la montagna addentrandosi nella parte di foresta tropicale, alla ricerca soprattutto del tipo di lemure che vive solo qui, il lemure nero. Siccome i lemuri vivono in gruppo e sono animali molto territoriali, le guide sanno bene in quali zone avvistarli, e una volta individuatone uno facilmente ce ne saranno altri in giro.

lemure nero

Accanto al lemure nero, ho potuto avvistare anche un tipo di lemure notturno, il lepilemure, anche detto lemure sportivo, accovacciato a dormire nell’incavo di un tronco, con gli occhi spalancati per ingannare possibili predatori, così sporgenti e fissi che sembrano gli occhi di Gollum nel Signore degli anelli. Ha un aspetto davvero buffo a metà tra il gatto e l’orsetto.

lemure notturno

Diversi serpentelli mi hanno tagliato la strada, ma tutti innocui, mi rassicurano le guide. Continuando la camminata un po’ in saluta fino a 5 ore, si può arrivare ad una cascata che forma una bella piscina naturale dove si può fare un bagno in tutta sicurezza.

La pianura d’Irodo e gli Tsingy Rouge

Dopo Anjahakely e il parco di Andrafiamena, è il momento di cambiare decisamente paesaggio: ci dirigiamo infatti, cambiando lungo la strada più volte gli scenari naturali,  a circa 60 km di strada verso la pianura  alluvionale d’Irodo, una depressione dove prima la combustione e poi l’erosione ad opera dei venti e delle piogge della pietra di laterite, rossa  per diversi ossidi mescolati, hanno creato delle formazioni geologiche stranissime, conosciute come gli Tsingy Rouge.

Questi Tsingy sono pinnacoli calcarei che si ergono dal terreno in una vastissima valle, in varie altezze e sfumature di rosso, un paesaggio quasi marziano, muteveole e sempre rimodellato dagli elementi naturali.

madagascar tsingy rouge

Gli Tsingy rossi, che sembrano quasi argilla, sono fragili e bisogna stare attenti a rispettarli nel percorso in parte attrezzato e in parte libero di discesa nella vasta depressione che li contiene, ma ad un belvedere sono messi a disposizine alcuni campioni di terre di vari colori derivanti dagli tsingy con cui, bagnandole con un po’ d’acqua, si può sperimentare  la pittura magari su una mano.

tsingy rouge

Finito questo percorso che fa faticare un pochino per le tante scale ma fa ammirare da vicino le formazioni degli Tsingy lasciando a bocca aperta per la loro grandezza e varietà, si può salire sulla cima di una grande duna sabbiosa rossa e affacciarsi dall’alto su un panorama che permette di abbracciare la depressione nella sua vastità.

tsingy rouge

Diego Suarez: la nostra base per l’esplorazione del Nord

Lasciata la pianura d’Irodo e i suoi spettacolari Tsingy rossi, mi dirigo verso la città di DiegoSuarez, in malgascio Antsiranana, che costituirà la base dei miei spostamenti nei parchi naturalistici della regione.

Diego Suarez, che prende il nome dalla curiosa contrazione del nome dell’uno e del cognome dell’altro dei due capitani delle navi di coloni portoghesi che approdarono qui in momenti successivi, è la città più importante del nord e il terzo porto del Madagascar, e si trova in una posizione strategica per il turismo, perchè è a al centro di molti luoghi di grande interesse paesaggistico e di una baia con incantevoli spiagge.

Come città dice decisamente poco, il palazzo della regione (Diego suarez è il capoluogo della regione Diana) e il municipio, che mi vengono mostrati come monumenti, sono piuttosto insignificanti.

palazzo della regione Diego Suarezx

Più bello doveva essere il palazzo coloniale che ospitava un hotel per i naviganti, il Palace del la Marine, distrutto da un alluvione non molti anni fa, di cui si vedono ancora le suggestive rovine a fianco di un belvedere con classico gazebo tondo per la musica.

hotel palace de la marine Diego SUAREZ

Una passeggiata per la via principale però è interessante perchè permette di acquistare numerosi souvenir, prodotti locali quali la rinomata cioccolata, il caffè compreso quello masticato ed espulso dai lemuri, olio di ylang-ylang, e oggetti tipici artigianali di ogni tipo. Troverete anche numerosi ristoranti dove si mangia pesce fresco e piatti di buona cucina malgascio-francese a prezzi davvero straordinari.

diego suarez gazebo

Diego Suarez fu base dell’esercito coloniale francese, di cui ancora si possono vedere, nella zona della “Montagna dei Francesi” e lungo una zona litoranea circostante, numerosi resti di fortificazioni ed edifici militari del presidio di Orangea, tra le cui rovine la legione straniera viene ancora ad esercitarsi. Qui durante la seconda guerra mondiale vi furono sanguinosi scontri tra i soldati inglesi, acquartierati poco lontano, e i soldati coloniali francesi delle repubblica filonazista di Vichy; un cimitero militare ricorda quegli avvenimenti di guerra che sembrano tanto lontani dall’incanto di questi luoghi.

montagna dei francesi diego suarez faro

Baobab

Proprio sulle pendici della Montagna dei Francesi sorge un certo numero di imponenti Baobab della specie a T. I baobab sono alberi davvero straordinari,  con la loro caratteristica forma a bottiglia e i rami spogli nella stagione secca, la loro imponenza esprime forza e la loro longevità richiama rispetto, sono un simbolo della sacralità della natura, e non a caso molti esemplari pluricentenari sono particolarmente sacri agli animisti malgasci.

diego suarez babobab a t

In generale tutti i baobab sono considerati sacri dagli animisti, e così vi sono dei progetti di rimboscamento delle foreste del Madagascar attraverso la piantumazione di baobab, che in quanto sacri non verranno toccati mai dalla deforestificazione ad es. per ricavare carbone da vendere. Nell’ambito di questi progetti, alcuni anche tecnologicamente attrezzati su internet, per pochi euro potrete acquistare un baobab e seguirlo nella sua crescita, contribuendo alla salvaguardia dell’ecosistema del Madagascar. Fa impressione vedere nel vivaio tanti piccolissimi germogli che diventeranno degli immensi baobab, e questi baobab in miniatura  mi fanno sorridere ricordando la preoccupazione del Piccolo Principe che un baobab cresciuto per caso possa distruggere con le radici il suo pianeta e soffocare la sua rosa.

vivaio baobab

Il baobab è un albero che si è adattato a vivere in climi caratterizzati dall’alternanza tra stagioni di grandi piogge e stagioni calde e secche. Durante queste ultime perde tutte le foglie per utilizzare meno energie possibili, e i suoi imponenti rami stagliati contro il cielo sembrano quasi radici capovolte. Una leggenda malgascia narra infatti come il baobab fossse un tempo un albero verde e molto lamentoso, e che lo spirito creatore, stufo dei continui piagnistei, lo abbia preso e capovolto, lasciando  la sua chioma sotto terra e in alto le sue radici.

Lungo una piccola deviazione sulla pista per raggiungere  la spiaggia di Sakalavada Diego Suarez si trova questo splendido baobab di cui potete vedere le proporzioni con mia figlia sotto.

baobab nord madagascar

Il frutto del baobab è una sfera dura e vellutata molto bella, che sembra una palla di Natale. Ne ho raccolta una proprio con questa intenzione!

Inoltre in una sorta di farmacia di rimedi naturali erboristici ho acquistato un sacchetto di polvere di baobab, che pare abbia proprietà strabilianti per diversi mali. E’ ricca di magnesio, potassio e fibre ed aiuta le difese immunitarie aiutandoci a combattere i tipici virus stagionali,  è un ricostituente, stabilizza l’intestino, aumenta il colesterolo buono e induce sazietà aiutando le diete, in alcuni Paesi africani viene usato  contro le disfunzioni erettili e in altri come crema per la pelle.  Insomma, qualcosa di buono farà pure, quindi vai col baobab!

Le spiagge della baia di Diego Suarez

La baia di Diego Suarez con i suoi 156 km è la seconda al mondo per estensione dopo quella di Rio de Janeiro, ed è in realtà un susseguirsi di tre  vastissime baie, una più bella dell’altra: la baia di Sakalava, la baia dei Piccioni, la  baia delle Dune.

Costeggiando la baia di Diego Suarez con la Montagna dei francesi sull’altro lato, il panorama che ci si presenta lungo il Boulevard Duplex è affascinante. Questa zona è fortemente infulenzata dalle maree e le magrovie, che  immergono il loro fusto nel mare con l’ alta marea lasciando scoperta la chioma, ccostituiscono chiazze di quel verde intenso della vegetazione sempre irrorata d’acqua ,  nell’azzurro forte di questo limpidissimo mare.

baia di diego suarez e Pan de Sucre

Ci fermiamo per ammirare la bellezza dell’isolotto  di Nosy Lonja, noto come Pan de Sucre, pan di zucchero imitando il nome della montagna di Rio, di cui è una copia in miniatura, e sembra davvero un dolce, una sorta di grande panettone conico. Nessuno abita sul Pan de Sucre, perchè è un isolotto ritenuto molto sacro dagli animisti, che vi celebrano cerimonie fijoroana entrando in comunicazione con gli antenati ed offrendo sia piccoli sacrifici propiziatori sia grandi sacrifici di ringraziamento.

pan de sucre diego suarez

La baia di Sakalava è faticosa da raggiungere attraverso una pista sterrata veramente malandata e, per questo o forse per il forte vento, non è molto frequentata dai bagnanti anche se la lunga spiaggia bianca è molto bella, ma è il paradiso dei kite surfer.

tre baie diego suarez

Da Sakalava a piedi si può raggiungere la Baia dei Piccioni, che secondo me è la più spettacolare, per la lunghissima candida distesa con alcune interessanti formazioni rocciose su un estremo, ed il mare particolarmente trasparente. Non ci siamo fermati perchè un po’ ventos,a ma col senno di poi avrei preferito scegliere questa spiaggia per un bagno ristoratore.

baia dei Piccioni, Diego Suarez

Ci siamo invece fermati sulla spiaggia di Ramena, molto frequentata dai malgasci, che sì è graziosa, ma non regge il paragone con le altre. Infatti c’è un piccolo locale di ristoro con un paio di ombrelloni ma soprattutto ci sono alberi  che permettono di sdraiarsi all’ombra, mentre innocui ma un po’ insistenti branchi di cagnolini cercano la vostra compagnia.

sakalava cani su spiaggia

La bellissima sorpresa è che gli alberi proprio sulla spiaggia sono abitati da lemuri coronati semiaddomesticati, quindi avendo a disposizione qualche banana il divertimento è assicurato; non così la penserà una coppia di turisti sotto l’albero vicino al nostro a cui è arrivata una bella pipì di lemre addosso. Sempre in tema scatologico, spostandosi per una cinquantina di metri, la spiaggia è disseminata di cacche di zebu, che anche loro devono campare, ma insomma proprio sulla più frequentata spiaggia di Diego Suarez anche no.

lemure a Sakalava

Ramena è un villaggio di pescatori, e si mangia benissimo: pesce a km 0, gamberetti e ogni prelibatezza di mare. Ci sono poi le donne che cercano di vendervi sulla spiaggia qualcosina di artigianale come ovunque in Madagascar, ma offrono anche la pittura tradizionale con le terre bianche sul viso, che io trovo davvero bella e quindi mi sono tolta questo sfizio. Ho accettato anche un massaggio malgascio sulla spiaggia, fatto con tanta buona volontà  con profumatissimo olio di ylang ylang, ma con le mani ruvide da contadina che l’hanno trasformato in uno scrub.

baia diego suarez

Per completare le meraviglie marine di Diego Suarez, un po’ più lontano, raggiungibile con un’escursione in barca ma ben visibile anche dalle tre baie come un luogo dai colori incantati, si staglia il meraviglioso Mare di Smeraldo,  dove fare snorkeling vicino alla barriera corallina.

Ma ora è tempo ti spostarsi dal mare alla montagna, per esplorare il Parco nazionale de la Montagne d’Ambre e poi spostarsi ad ammirare gli Tsingy della Riserva dell’Ankirana,  per cui zaino in spalla e seguiteci nel prossimo post!

 

 

 

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