Avila è una città spagnola a 200 km a nord-ovest di Madrid e a meno di 90 km da Salamanca, protetta da una straordinaria cinta muraria medievale perfettamente intatta, la più bella d’Europa.
L’unica altra cinta muraria così integra è quella della nostra Montagnana. Se consideriamo che Avila non è una città piccolissima, il colpo d’occhio di queste alte mura è davvero straordinario.
La cinta muraria
Le mura difensive, costruite da Alfonso VI nell’XI secolo, furono completate e irrobustite da Filippo II sono alternate ad intervalli regolari da torri e torrioni.
Ci sono 9 porte d’accesso, fra cui le più importanti sono la Puerta de San Vicente, e la puerta del Alcazar, fiancheggiate da torri gemelle alte 20 metri.
Lì vicino una parte delle mura difensive è costituita dall’abside della cattedrale che ingegnosamente vi è stata inglobata come un solidissimo torrione.
E’ d’obbligo un giro panoramico sulla cima delle mura, accompagnato da un’ottima audioguida che si può ascoltare comodamente ed igienicamente dal proprio cellulare.
L’accesso è possibile da tre punti, il primo alla Casa della Carniceria, vicino all’abside della cattedrale, il secondo alla Puerta del Alcazar e l’ultimo alla Puerta del Puente.
Il percorso comprende oltre la metà della cinta muraria e si possono ammirare dall’alto molti dei più importanti palazzi e delle chiese di Avila.
Patrimonio dell’Umanità UNESCO
Dentro questa cinta muraria c’è uno scrigno di tesori. Le chiese di Avila e i suoi antichi palazzi sono stati dichiarati Patrimonio dell’Umanità Unesco.
Ci sono così tanti palazzi storici che alcuni sono stati trasformati anche in hotel di charme, come il cinquecentesco Palacio de los Velada in cui ho alloggiato nel cuore di Avila, di cui questo qui sotto è il cortile.
Diversi monumentali chiese sono anche fuori dalle mura, nella campagna circostante, e difatti l’Unesco ha incluso anche queste nel patrimonio dell’Umanità.
La storia di Avila
Avila ha una storia antica, fu infatti colonia fenicia nell’ VIII secolo a.C., poi fu cartaginese, romana, visigota, araba, riconquistata dei re castigliani.
Ebbe grande prosperità sotto Filippo II, che a 50 km da qui costruì l’Escorial e nel XVI secolo conobbe un periodo di grande prosperità economica e di fioritura religiosa, con la costruzione di tanti importanti monasteri e chiese.
Anche le opere civili fiorirono, e nel XVII secolo nacque l’Università Cattolica.
In questo clima nacquero ad Avila e nei suoi dintorni San Giovanni della Croce e Santa Teresa d’Avila. Quest’ultima è considerata il personaggio più importante della città, ed è ricordata un po’ dovunque, come San Francesco ad Assisi.
Teresa d’Avila, chiamata anche Teresa di Gesù, nacque nel 1515, animata sin da bambina da un fortissimo senso religioso, a 20 anni entrò nel convento del Carmelo dell’ Encarnation, Fondò poi l’ordine delle monache e dei frati Carmelitani Scalzi, riformando radicalmente l’ordine carmelitano, e scrisse numerosi libri mistici e dottrinali.
Teresa fu una mistica dal pensiero complesso che raggiunse lo stato dell’estasi, non ebbe vita facile perchè le sue visioni furono inizialmente prese con scetticismo dalla stessa Chiesa, ma l’autenticità della sua esperienza e la grandezza della sua opera furono infine riconosciute e fu canonizzata dopo soli 40 anni dopo la morte e nominata dottore della Chiesa. Le sue spoglie furono contese in varie parti della Spagna e praticamente smembrate. Il suo cuore estratto mostrò incredibilmente i segni compatibili con l’essere stato trafitto da una lama, confermando l’episodio di tranverberazione descritto da Teresa, quando aveva dichiarato di aver provato un voluttuoso dolore trafitta da un dardo d’oro di origine divina.
Fuori dalle mura, a fianco di una delle porte è la piazza di Santa Teresa, con una bella statua bianca di Santa Teresa d’Avila in estasi.
La cattedrale
La cattedrale di Avila è bellissima ed è il primo esempio di gotico in Spagna, nel periodo della transizione tra il romanico ed il gotico. Infatti si può notare come gli elementi costruiti per primi nell’XI secolo siano ancora romanici, e man mano la costruzione procedette in stile sempre più apertamente gotico fino al XV secolo.
All’esterno la cattedrale appare come una fortezza imponente, con la facciata tra due torri. Al centro della facciata un grande portale a sesto acuto, sui cui lati sono le figure di due selvaggi chiamati Gog e Magog.
All’interno della cattedrale, insieme al biglietto d’ ingresso viene dato un link per poter comodamente ascoltare un’audioguida molto dettagliata sul proprio cellulare, seguendo i vari numeri bene indicati lungo il percorso.
La pianta della cattedrale è a croce latina con tre ampie navate, e intorno all’abside si susseguono diverse cappelle.
Nella cappella della Vergine della Carità vi è l’immagine della Madonna a cui si affidò come mamma celeste Santa Teresa d’Avila dopo la morte della madre.
In diverse cappelle sono poste tombe monumentali di personaggi importanti del medioevo di Avila, e vi sono belle pale dedicate a San Pietro, a San Ildefonso ed altri santi, alla Madonna Signora della Grazia, nonchè belle sculture policrome.
Il coro ligneo è particolarmente maestoso, con in rilievo figure di santi, mostri e geni, apostoli, e la scultura policroma di sant’Isidoro; ma quello che mi è piaciuto di più sono gli altorilievi di marmo che rivestono esternamente il coro; sono diverse scene dell’infanzia di Gesù, come la presentazione al tempio, la strage degli innocenti, l’adorazione dei magi (con la testa di Baldassarre scura!), la fuga in Egitto.
La pala dell’altare maggiore risale al 1499 ed è un dipinto di Pedro Berruguete che rappresenta i 4 dottori della Chiesa e gli evangelisti, il ciclo della Passione di Cristo, l’Annunciazione e la Crocifissione, mentre altre scene dopo la morte del pittore furono realizzate da Santa Cruz e poi daJuan de Borgoña.
Sono molto interessanti anche la Sacrestia, la Sala Capitolare.
Lo splendido grande chiostro gotico, da cui si gode una bella vista sulla fiancata della cattedrale, dà l’affaccio a tre cappelle.
Completano la visita la sale di un ricco museo di opere pittoriche e di oggetti preziosi di arte sacra.
La chiesa di San Vicente
Avila è una città fortemente intrisa di profondo spirito religioso, e numerose sono le belle chiese da visitare, molte legate in qualche modo a Santa Teresa.
Tra gli edifici religiosi ricordo la Chiesa de San Pedro, il monastero di San Tomas, l’Hermita de la Virgen des Sonsoles.
Una chiesa che mi è particolarmente piaciuta, appena fuori dalle mura, è la chiesa di San Vicente, dedicata a Vicente, Sabina e Cristela, tre fratelli martiri sotto Diocleziano, giustiziati in questo luogo, le cui reliquie si conservano all’interno della chiesa, in un cenotafio che è un capolavoro di arte romanica spagnola.
Si dice che lo stesso persecutore che emise la sentenza di morte per i tre martiri, pentito e convertitosi, fece costruire la chiesa.
Il convento e museo di Santa Teresa
Il convento de la Encarnation dove entrò giovinetta Teresa è oggi un museo dedicato alla santa, dove i luoghi sono stati preservati così come erano quando lei vi era presente, e nonostante sia molto visitato, conserva un’atmosfera intima, che aiuta a far conoscere da vicino la vita quotidiane e la spiritualità di Teresa.
L’adiacente chiesa di Santa Teresa, sulla piazza di Santa Teresa a ridosso delle mura, è anch’essa una chiesa semplice, e davanti ad essa si erge una statua della santa.
La Plaza Major
La Plaza Major, o Plaza del Mercato Chico, è il cuore laico di Avila. E’ situato in una posizione centrale tra le animate strade pedonali ricche di negozi e di ristoranti.
Questa piazza era nell’XI secolo il luogo del mercato cittadino, poi qui fu costruito il Palazzo del Municipio e begli edifici ai quattro lati della piazza, porticati come gran parte delle Piazze Maggiori di Spagna.
E’ una piazza piena di vita, dove gli abitanti di Avila si incontrano e si fermano a discutere o a spizzicare tapas nei bar sotto i portici.
Sulla piazza sorte anche la Chiesa di San Giovanni Battista, dove si trova il fonte battesimale dove fu battezzata Santa Teresa.
Los cuatro postes
C’è un luogo presente in tutte le cartoline di Avila, un punto panoramico su una piccola collina fuori dalle mura. Sono quattro colonne doriche poste a quadrilatero, sormontate da un architrave che lascia libera la vista verso il cielo e verso lo spettacolo della città nella possente cinta muraria.
In mezzo è una croce di granito, nel luogo dove si dice che Teresa bambina e suo fratello furono ritrovati dallo zio mentre, abbandonata la loro casa, si erano messi in marcia verso la Terrasanta con l’intento di morire da martiri contro gli infedeli.
Sempre in questo posto si dice che Teresa, lasciata Avila dopo le incomprensioni che aveva subito, voltandosi a guardare la città disse che di Avila non si sarebbe portata dietro neanche la polvere.
Io invece da qui mi fermo a guardare per l’ultima volta lo spettacolo di questa città, delle sue chiese, delle sue mura, della sua intensa vita, una città di cui non vorrei dimenticare nemmeno la polvere.