Sardegna: Bosa, città colorata sul fiume Temo all’ombra del castello

Bosa, paese situato nel Logudoro, in prossimità della costa occidentale sarda tra Oristano ed Alghero,  è un’anomalia in Sardegna. Per una volta tanto non è il mare a prendersi la scena; anche se Bosa Marina vanta delle belle spiagge, una torre, diversi locali e hotel, il porto turistico, resta solo un’appendice del paese di Bosa, che si dipana sulle rive del fiume Temo, con le sue case coloratissime che si estendono fino a un’alta collina dove sorge il Castello Malaspina.

bosa marina

Sul fiume Temo

Il fiume Temo è uno degli unici due fiumi navigabili della Sardegna, e questa caratteristica viene ben sfruttata in prossimità di  Bosa,  dove si vedono solcare le acque frequenti colorate imbarcazioni da pesca oon le loro reti rosse, da trasporto ordinario di persone e cose, nonchè canoe variopinte. Sul fiume Temo si può noleggiare una barca e navigare, un’esperienza davvero insolita in Sardegna.

Bosa fiume Temo

Prima dei Fenici

Già i Fenici avevano apprezzato questa particolare caratteristica del luogo, facendone un porto fluviale ben riparato dal maestrale, ma forse le origini di Bosa sono ancora più antiche, perchè la mitologia la vuole fondata dalla misteriosa Calmedia, sposa del re ancestrale Sardus Pater. Certo è che nella valle del temo sono numerose le testimonianze prenuragiche, come le piccole tombe chiamate domus de janas, case delle fate.

Le concerie

Sulla riva sinistra del Temo si susseguono delle caratteristiche case dal tetto spiovente, che storicamente erano le concerie di Bosa, prima che il turismo in espansione le trasformasse in localetti, preservandone una secondo la sua funzione originaria come Museo delle Conce. Qui si possono imparare le tecniche particolari usate  qui a Bosa nei secoli per la concia dei pellami per cui era famosa.

Le concerie erano nate dall’altra parte del fiume, isolate dal paese, perchè il loro cattivo odore non disturbasse gli abitanti, ma contemporaneamente potessero godere di abbondanza di acqua di cui avevano bisogno.

concerie di Bosa

Fateci caso, il paesaggio  di questa riva sud ricorda più una cittadina del nord Europa che un paese sardo.

Da qui l’immagine del paese sull’altra riva è da cartolina, con il fiume, il Ponte Vecchio, il paese  che si sviluppa in altezza ed il castello.

bosa
immagine tratta da www.sardegnaturismo.it

Il Ponte Vecchio

Il Ponte Vecchio è un delizioso antico ponte di pietra ad arcate. Risale al 1871 e in diverse classifiche è stato inserito anche tra i ponti più belli d’Italia. Percorretelo a piedi per scattare tante foto suggestive.

bosa ponte vecchio

Il quartiere storico di Sa Costa

Il quartiere storico del paese, Sa Costa, si estende a partire dal lungofiume e dal parallelo corso principale, Corso Vittorio Emanuele II che rivela, attraverso i palazzi secolari che ancora mantengono stemmi e simboli sui portoni, la antica nobile storia di Bosa. Da qui partono tante stradine strette  e caratteristiche con le loro case colorate a toni vividi.

bosa corso vittorio emanuele II

Sul Corso si apre Piazza Costituzione, con la Fontana Manna, un grande fontanone di marmo, con lo sfondo del Palazzo Delitala.

fontana manna bosa

Artigianato e ottimo cibo

Sul corso e nelle stradine che salgono ripide verso il castello, i negozi attraggono con i prodotti tipici dell’artigianato locale, dai ricami a filet che sono veri capolavori d’arte, al corallo che qui è lavorato sin dal 1200, ai costumi, ai ricami a filet con motivi tradizionali, ai lavori di filigrana in oro, al ferro battuto, alle nasse, e soprattutto ai prodotti culinari e vinicoli.

bosa filet

Come non riportare come ricordo di Bosa una bottiglia della celebre Malvasia di Bosa, vino dolce e intenso che viene accompagnato ai buonissimi dolcetti tipici?

Nei tanti ristoranti presenti a Bosa si gusta una cucina squisita, a base di specialità locali inconfondibili. Dai malloreddus, alla pasta ai ricci, al pesce aromatizzato con la Malvasia, ai piatti di carne cotta nel vino naturalmente. Vi consiglio il ristorante “Sa Nassa”, sul lungo Temo, dove ho mangiato molto e bene.

La Cattedrale dell’Immacolata Concezione

La Cattedrale di Bosa, dedicata all’Immacolata Concezione.  si trova nel quartiere storico, e risale alla seconda metà del 1300, ma il suo aspetto attuale, con le due cupole coperte di maioliche colorate ed il campanile di arenaria rossa, si è andato delineando nei secoli, con una drastica ristrutturazione nel corso dell’800 a causa delle piene del fiume.

cattedrale di bosa

interno cattedrale bosa

Il Castello Malaspina

Alto sul Bosa domina il Castello, chiamato il Castello di Serravalle, o   Castello Malaspina. Fu costruito nel corso del 1100 dalla famiglia toscana dei Malaspina, con la tipica struttura del maniero con funzioni difensive, con le mura possenti e 7 torri.

castello Malaspina a Bosa

Poi passò agli Arborea e infine agli Aragonesi, ma a quest’epoca Bosa aveva avuto già il titolo di città imperiale ed era svincolata dagli obblighi feudali. Quello aragonese è il periodo d’oro di Bosa, poi nel 1600  iniziò la decadenza con lo sbarramento della foce del Temo a scopo difensivo e con l’arrivo della peste, che non risparmiò nemmeno il castello, e Bosa iniziò a spopolarsi, per poi rifiorire nel 1800 e 1900 grazie alle attività di concia delle pelli.

castello malaspina Bosa

All’interno il castello come struttura architettonica non è molto interessante, perchè tutti gli ambienti sono rovine, si individuano ancora i ruderi della Torre Alta, che era a tre piani, ma va assolutamente visitato per  due motivi:  innanzitutto per lo splendido panorama che si gode dalle sue mura, che abbraccia tutto il paese, il fiume, la pianura e il mare, e poi per l’antica chiesetta di Nostra Signora de sos Regnos Altos, piccola e di grande fascino.

Nostra Signora de sos Regnos Altos

Nella cappella palatina della chiesa della Signora de sos Regnos Altos, durante i lavori di restauro sono venuti alla luce e resi completamente visibili dei suggestivi e importanti affreschi del 1300 e 1400.

nostra signora de sos regnos altos bosa

Tra di essi, oltre ad una bella teoria di martiri e santi, particolarmente interessante è la scena di tre cavalieri che tornando dalla caccia col falcone incontrano un monaco che li conduce a vedere tre tombe, in cui giacciono un uomo appena morto, ancora con i tratti delicati del sonno, un cadavere in decomposizione ed uno scheletro, e li ammonisce sul fatto che essi erano ciò che i cavalieri ora sono, e i cavalieri saranno ciò che i morti ora sono.

nostra signora de sos regnos altos

La Chiesa di Nostra Signora de sos Regnos Altos  contiene anche  un statuina della Vergine che fu ritrovata nel 1847 da un bambino che giocava tra le rovine del castello, e da allora è oggetto di grande devozione da parte degli abitanti di Bosa, che la prima domenica di agosto festeggiano la Signora de sos Regnos Altos con una processione di barche adornate con fiori e bandierine colorate.

signora de sos regnos altos

Il Carnevale di Bosa

L’altra festa molto singolare e nota di Bosa è il carnevale bosano, che è connotato da rituali antichi, come “s’attittidu”, lamento funebre cantato per il bambino carnevale che sta morendo da maschere in total black con un bambolotto in braccio, che chiedono ai passanti un po’ di latte. La sera, vestiti invece di bianchi lenzuoli e federe in testa, vanno a cercare Giolzi, il re carnevale per bruciarlo in grandi falò, mentre gruppi in maschera  girano le case intonando canti satirici in cambio di cibi per imbandire il cenone carnascialesco.

Tra antiche tradizioni tramandate e tanta giovane vivacità che si incontra per le strade, tra mare, fiume, colori, arte, buon cibo, Bosa è uno di quei borghi di cui ci si innamora davvero.

bosa

 

 

 

 

 

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