#Mytravelrules

#Mytravelrules è un hashtag ideato da Daniela, la blogger di The daz box . L’occasione di partecipare alla discussione, giunta attraverso Voce del Verbo Partire , è troppo ghiotta. Ecco allora le “regole” , il perimetro entro cui muovono i passi i miei viaggi.

  1. La “Grundnorm” per dirla con Kelsen, la regola fondamentale da cui si dipartono tutte le mie altre, è VIAGGIO PER CONOSCERE TUTTO CIO’ CHE POSSO DELLA VARIETA’ E DELLA BELLEZZA DEL MONDO, che richiama un concetto filosofico complesso che cercherò di riassumere così: LO FACCIO PER COMBATTERE LA MIA FINITEZZA DI ESSERE UMANO. Fin da quando ero bambina  ho  desiderato  essere capace di fare tante cose diverse e forse incompatibili e conseguentemente ho sempre sofferto della necessità di scegliere e di rinunciare a tutte le opzioni alternative che la scelta esclude,che segnano inesorabilmente la mia finitezza, perchè ogni cosa che in potenza potrei fare e non metto in atto, ogni cosa che potrei conoscere e non ho mai conosciuto è una lapide ai miei limiti . Se non posso combattere i limiti di tempo, combatto i limiti di spazio (un po’ come nella battuta “se non posso passare alla storia voglio passare alla geografia”) e desidero viaggiare per tutta la vita e vedere quanto più possibile delle meraviglie del nostro pianeta, farle mie, come se mi fosse concesso di vivere non solo la mia vita ma anche un pezzo di tutte le vite che mi circondano e che mi hanno preceduto. Questo concetto alto ha il risvolto pratico di una sorta di BULIMIA DA VIAGGIO, e quando torno alla mia vita quotidiana che pure amo tanto, ho presto voglia di ripartire. Ho fatto il conto che  al  mondo ci sono 206 Stati (196 quelli riconosciuti sovrani). Ad oggi ne ho visitati 52. Diciamo che a spanna dovrei VISITARE ALMENO 5 PAESI NUOVI ALL’ANNO, in ordine sparso altrimenti in ordine alfabetico mi toccherebbe iniziare dall’Afghanistan.
  2. Bergen15UN VIAGGIO E’ COMPLETO SOLO SE FATTO CON I 5 SENSI Viaggiare non è solo vedere, è ascoltare, toccare, annusare, gustare; come dice Baudelaire i sensi si corrispondono, e la realtà non è la stessa se non si compone di tutti gli elementi sensoriali. Quindi riempirsi gli occhi di colori, assaggiare piatti tipici anche se si rivelano schifezze (ma prima non lo potrei mai sapere), sentire gli odori inconfondibili che caratterizzano i luoghi, dai profumi di incenso agli odori delle cucine domestiche, ascoltare le persone e cercare di farsi capire anche a gesti, perchè si comunica anche con un sorriso, ma anche se possibile andare a sentire un concerto di musica tradizionale o una rappresentazione di arte popolare,
  3. DSC_0669MAI VIAGGI PRECONFEZIONATI PERCHE’ TOLGONO IL PIACERE DI ORGANIZZARE. Lavoro tanto, in un campo completamente diverso da quello turistico, con grandi responsabilità e soddisfazioni ma naturalmente con poco tempo da passare all’altro capo del pianeta rispetto a quello che io vorrei.  Quindi inizio a sognare molto tempo prima i miei viaggi (quelli lunghi e impegnativi, naturalmente i week end low cost sono rigorosamente last minute), per prima cosa leggo un libro di qualche grande scrittore ambientato nei luoghi che mi incuriosiscono o con suggestioni legate ad essi. Così incominco a entrare in fissa: leggo i blog di chi c’è stato, guardo le foto, leggo le info sui posti, cerco le curiosità e gli aspetti di nicchia, cerco di entrare in contatto con le cooperative di guide locali,  faccio e disfo l’itinerario per affinarlo e arricchirlo di dettagli,  poi comprimo l’itinerario in formato “zip” in maniera che entri tutto e di più nei pochi giorni a mia disposizione, poi mi rendo conto che così il viaggio diventa un tour de force e incomincio a sfoltire, poi mi pento e riaggiungo tutto quello che ho tolto. Insomma alla fine il viaggio mi assomiglia e io ne ho già assaporato la gioia per diversi mesi. Analogamente dopo il viaggio scrivere il mio blog prolunga le emozioni e fissa i ricordi.
  4. DSCN9838SONO ABBASTANZA UMILE DA CONSIDERARMI UNA TURISTA E NON UNA VIAGGIATRICE. Confessiamolo, va un po’ di moda con fare snob non considerarsi turisti. Ma caspita, se si visita un grande Paese con millenni di storia e cultura in 15 giorni, si può anche essere sacrosantamente attenti e rispettosi, cercare di immergersi nella vita locale, parlare con la gente,  ma si lambirà sempre solo la superficie. Humbold è un viaggiatore, Terzani è un viaggiatore, io no. (Nella foto io e mio marito al Carnevale di Venezia)
  5. Alcuni souvenir dalla Terra del Fuoco ALL’ANDATA IL MIO ZAINO E’PICCOLO E LA VALIGIA DELLA BAMBINA E’ ENORME, AL RITORNO LO ZAINO DI GIULIA E’ PICCOLO E LA MIA VALIGIA E’ ENORME. Niente trucchi, ora ve lo spiego. Io sono abituata a viaggiare leggera, ormai ho compreso che è inutile portare 10 cambi per 2 giorni, pretenzioso portarsi una trousse da trucco per fare il trekking, et similia. Al contrario ho cercato di applicare la regola alla mia bimba di 3 anni che come sapete è ormai accanita viaggiatrice come me, ma non funziona, perchè per quanto si possa prevedere ci sarà sempre qualcosa che manca: 10 cambi possono pure essere pochi tra pipì non controllate e salti nelle pozzanghere, il giocattolino ingombrante può essere l’arma vincente nei momenti in cui l’angioletto si trasforma nella più perfida rompiscatole, le merendine kinder sono la soluzione  quando in un luogo magico in mezzo al nulla scoppia una crisi di fame improvvisa e irresistibile, e così via. Molti degli stuff della bimba in realtà sono di genere consumabile e quindi destinati a diradarsi durante il viaggio. E qui genialmente inverto zaino e valigia e inizio a riempirla con i souvenir che compro ovunque. La foto con alcuni souvenir comprati in Terra del Fuoco vi può dare un’idea.  Sono per lo più oggetti di artigianato dai più vari usi decorativi o pratici che saranno anche molto turistici ma che adoro poi ritrovare in casa e ripensare attraverso di essi al viaggio. E poi ci sono i regalini per gli amici, perchè mi piace tanto renderli un po’ partecipi con una piccola cosa simbolica, e poi ci sono le patches di stoffa con gli stemmi che attacco sulle valigie, e poi ci sono i dolcetti e le spezie, e poi ci sono le cose inutili che compro da chi mi fa tenerezza, e poi ci sono le bottigliette di shampo degli hotel che non so perchè continuo a collezionare visto che sono tutte uguali. Insomma, un fritto misto che la mia casa (e mio marito molto stilish e minimalista) ormai faticano a digerire.
  6. DSCN9711AMO IL LUSSO MA NON SOFFRO A DORMIRE IN UNA CAPANNA.LA BELLEZZA PUO’ STARE DOVUNQUE. Se posso mi piace scegliere il meglio per soggiornare e concedermi un po’ di relax in hotel (piscina, massaggi, colazione strepitosa), e prediligo gli hotel di charme, ricavati da dimore storiche o costruiti in armonia con lo stile architettonico locale. 20111005_071820Rifuggo come la peste i grattacieli  delle grandi catene internazionali, troppo standardizzati. Già mi fa senso girare per le strade di Buonos Aires o di Hanoi e trovare sempre i soliti nomi di negozi globalizzati e uguali, almeno gli alberghi li voglio unici. Però ci sono luoghi ancora così genuini e privi di turismo in cui la cosa migliore è abitare in una povera casa, o magari dormire nella foresta su un’amaca, e questo è assolutamente perfetto per me.

Ecco, queste sono alcune “regole” di massima, ma  al di fuori di queste il bello dei viaggi è proprio che sono senza regole, il regno della libertà e dell’esplorazione. Ora sono curiosa di leggere le vostre idee, e per questo non faccio nomination ma lascio aperto l’hashtag #mytravelrules. Leggete le regolette (queste sì) dell’ideatrice e cimentatevi anche voi.

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