Esiste una città dove gli gnomi convivono pacificamente con gli uomini, intrufolandosi praticamente dappertutto e sbucando da dove meno te li aspetti: è Wroclav, in Polonia, che in Italia conosciamo con il nome storpiato di Breslavia. Beh, insomma, non sono proprio esserini in carne e ossa, ma centinaia di simpatiche lillipuziane sculture di bronzo che hanno invaso ogni angolo della città e ne sono diventate il segno distintivo.
Come è nata questa buffa curiosità? Con un motivo molto serio: come irriverente silenziosa protesta del movimento “Alternativa Arancione” contro il regime comunista, negli anni in cui in Polonia incominciava a crescere il sindacato Solidarnosc che catalizzò e guidò la pacifica lotta per la libertà. Ogni notte infatti comparivano qua e là per la città scritte contro il regime firmate dal graffito degli gnomi burloni. Qualcuno ha voluto ricordarli poi con piccole statuine dopo la caduta della cortina di ferro, e la cosa è piaciuta, gli gnomi si sono moltiplicati fino a diventare il simbolo stesso della città: oggi quelli censiti da una mappa ufficiale degli gnomi, in vendita all’ufficio turistico (davanti al quale sta lo gnomo turista con la piantina in mano), sono 170, ma la situazione è fuori controllo e i piccoletti sono molti di più, messi dai privati davanti alle loro vetrine o nei cortili delle case, quindi non vi fate scappare una divertentissima caccia allo gnomo, per scoprire chi ne avvista di più mentre si visita questa deliziosa città.
Questo è il papà nano, il primo gnometto, quello originario di Alternativa Arancione, molto amato dagli abitanti di Wroclav, a suo modo una specie di eroe cittadino.
Poi gli gnometti hanno assunto una fisionomia più classica, e se vogliamo iniziare la caccia, l’avventura parte dallo gnomo guardiano, che vigila (o meglio sonnecchia) davanti all’ingresso della piccola città sotterranea degli gnomi.
La chiesa di Santa Caterina domina la Piazza del Mercato con il suo alto campanile, su cui si può salire con molti molti scalini per ammirare il panorama. Ha l’impianto originario del XIV secolo, ma fu costruita nelle attuali forme soltanto intorno alla metà del 1400, poi rimaneggiata nel 1700. Purtroppo nel 1976 ha subito una grave perdita a causa di un incendio che ha distrutto il soffitto originario e anche il magnifico organo barocco; si è salvata però una ricchissima collezione di epitaffi, oltre 300, conservati nel museo annesso alla chiesa. A fianco alla chiesa ci sono le due belle case dei novizi. All’interno la chiesa è molto vissuta, come tutte le chiese polacche, segno di una fede molto viva e integrata nella quotidianeità: mi è capitato spesso in Polonia di vedere tanti giovani affollare le messe anche in giorni non festivi o semplicemente entrare per una breve preghiera, anche se dalla scomparsa di Giovanni Paolo II ho potuto notare una certa secolarizzazione e una diminuzione di questa forte devozione che andava forse oltre il mero senso religioso e indicava appartenenza ad una comunità nazionale stretta intorno a dei valori; comunque a Santa Caterina troneggiano l’immancabile copia della Madonna di Czestochowa e il monumento al Papa polacco circondato da candele e fiori. Di fronte alla chiesa sorge il monumento a Dietrich Bonhoffer, pastore evangelico e teologo, morto nel campo di concentramento.
La piazza del Mercato è la piazza principale di Wroclav, e la seconda più grande della Polonia dopo la Piazza di Cracovia. Presenta molte belle case che vanno dal Rinascimento fino al XX secolo, tutte allegramente colorate e ciascuna con il proprio nome, alcune ancora con le originarie volte gotiche.
Non si coglie subito tutta la sua ampiezza perchè in mezzo alla piazza sorge il Municipio, con diversi corpi attaccati e stretti vicoli che passano tra loro, e l’unica piazza sembra divisa in tante diverse piazze.
Le diverse facciate del Municipio presentano diversi stili e sono una più affascinante dell’altra. Sul lato sinistro rispetto al municipio sorgono alcune delle case più belle, come la Casa dei sette Elettori (dipinti sul muro ocra) o la Casa del Sole Giallo (dall’insegna col sole sul lampione prospiciente la casa).
Questa sopra è la facciata neogotica del Municipio, con questi belllissimi particolari.
e qualche figura inquietante..
Ma ci sono tantissime altri palazzi da ammirare nella piazza e nelle vie adiacenti, molti ricostruiti dopo la guerra ma non per questo meno affascinanti. Questi sono i magazzini della Fenice
e questo è il mastino che dà il nome del palazzo”al segugio d’oro”.
In piazza scovo lo gnomo viaggiatore con la sua valigia, davanti all’Art Hotel, che è sicuramente il mio gnomo custode!
In mezzo alla piazza del Mercato c’è una bella, originalissima fontana moderna, come un blocco di iceberg, con lastre di vetro, alcune trasparenti e altre opache, e spruzzi d’acqua che si gettano da un lato all’altro delle lastre.
Ecco qui altri tre gnomi, contro ogni barriera architettonica: lo gnomo cieco, quello sordo e quello sulla sedia a rotelle.
Questa istallazione riproduce i graffiti che erano presenti sui muri della città nel 1988, fatti con il metodo dello stencil per poter essere riprodotti in fretta e scappare.
Davanti ad una birreria trovo la gnoma birraia, e davanti ad una gioielleria lo gnomo gioielliere; questa gioielleria è specializzata nel fare anelli con gli gnomi sopra, e il suo marchio distintivo sono due martelli con sopra il cappello da gnomo. Insomma le tradizioni possono nascere anche non nel corso dei secoli ma in pochi anni, specie quelle che fanno incrementare il turismo!
Davanti ad un ristorante uno gnomo con la forchetta aspetta di gustare uno dei famosi “pirogi”, una specie di ravioli spesso serviti con panna acida, che sono il primo piatto tipico della Polonia.
Davanti ad un altro ristorante ho trovato questo gnomo qui, il mio preferito, che ha mangiato tanto che si è stravaccato nel piatto con la cerniera dei pantaloni aperta per quanto ha la pancia piena!
Un edificio (con tanto di gnomo dietro alle sbarre e palla al piede) quasi senza finestre è l’antica prigione dall’aspetto massiccio e opprimente.
E’ in mattoni rossi, come gran parte dei monumenti di Wroclav, fra cui quasi tutte le chiese, che per questo motivo finiscono per assomigliarsi tra di loro.
L’università di Breslavia è famosa per la sua antica tradizione: fu fondata come accademia da Leopoldo I nel 1701, e poi trasformata in università nel 1811. Doveva essere un’università molto ricca, a giudicare dai suoi interni così sfarzosi da sembrare una reggia. Il suo prestigio è legato soprattutto al mondo della scienza, tanto che si contano bel 8 premi Nobel tra le file dei suoi studenti, tra cui Max Born, lo scopritore dell’atomo.
All’interno è notevole la Sala Leopoldina, affrescata con bellissimi dipinti allegorici della scienza e della conoscenza, arredata con i banchi degli alumni e gli scanni del rettore e dei professori con le loro decorazioni dorate, e recante in alto la scritta latina augurale, evidentemente rinnovata ogni anno “quod felix faustum fortunatumque sit 2018 2019”. Tra i suoi corridoi dalle alte volte mi colpiscono poi l’aula di “metafisica”, le bacheche dei mille cimeli, le scale che si innalzano tra splendidi ambienti affrescati.
Questa statua nella piazza davanti all’Università ne è diventata un po’ il simbolo.
Poco più avanti L’Orsolineum tutto bianco e rosso è un’importante biblioteca e museo di stampe e foto.
Questo nanetto si è posato su un davanzale in groppa ad un piccione.
Caccia allo gnomo fruttuosa da queste parti: a destra il nanetto che tira e il nanetto che spinge una grossa pietra rotonda.
Le chiese sono tante e quasi attaccate l’una all’altra: la Chiesa del Santissimo nome di Gesù, sobria e quasi anonima fuori e molto barocca dentro, la chiesa di mattoni di San mattia, che era dei cavalieri di Malta, la chiesa cattolica di rito greco di San Vincenzo.
Un grazioso edificio in mattoni con le raffigurazioni in pietra delle varie attività commerciali è un mercato coperto, e mi ci butto subito dentro perchè i mercati sono sempre lo specchio delle abitudini e della qualità di vita di una nazione. Mi incuriosisce un banchetto di pelle di pecora e muffole, perchè qui il freddo non scherza, e poi noto tantissima e varia frutta e verdura, e tante composizioni floreali, comprese quelle destinate alla decorazione delle tombe.
Un ponte rosso sul fiume Odra (l’Oder) mi porta sull’Isola di Ostrow Tumski, l’ isola della cattedrale. Ostrow Tumski è il vero cuore storico di Wroclav, che la leggenda vuole fondata in questo luogo dal duca Bratislao di Boemia. Nell’anno 1000 divenne sede vescovile e crebbe sotto il potere ecclesiastico. poi la città iniziò a svilupparsi sull’altra riva del fiume e infine nel XIX secolo il lato nord del fiume fu prosciugato e così in realtà Ostrow Tumski non è più un’isola.
Subito dopo il ponte incontriamo il palazzo dell’antico monastero agostiniano, oggi biblioteca univesitaria, e la nera chiesa di Santa Maria della Sabbia, restaurata dopo la seconda guerra mondiale.
Attraverso il ponte Tumski entro nel cuore dell’ “isola”, e mi trovo di fronte ad un impressionante concentrato di chiese ed edifici ecclesiastici.
Subito c’è la chiesa della Santa Croce, con davanti la statua di San Giovanni Nepomuceno, confessore della regina di Praga, che fu gettato nel fiume per essersi rifiutato di rivelare i segreti ricevuti in confessione; il suo corpo fu ritrovato perchè sull’acqua luccicavano tante piccole stelle, e infatti lui è sempre raffigurato con una corona di stelle.
Segue la piccola chiesa romanica di S.Egidio la più antica chiesa di Wroclav, la chiesa di San Martino con davanti la statua di papa Giovanni XXIII (che si riconosce dal naso), la chiesa di San Diego, e poi il palazzo del rettorato, il palazzo arcivescovile, il museo dell’arcidiocesi.
Infine la cattedrale, che è un insieme di stili diversi, una parte del 1200, un’altra del 1400, la torre ancora più tarda, poi è stata in parte distrutta dalla guerra e riedificata completamente, tranne il presbiterio e la cappella di S.Elisabetta.
Attraversando di nuovo il fiume la cosa che mi colpisce di più dell’esterno del Museo nazionale è l’edera che lo ricopre, che già ha assunto i colori dell’autunno, ed in parte è verde, in parte gialla e rossa e l’effetto è davvero fantastico. Al suo interno sono ospitate opere degli artisti della Slesia e del modernismo polacco. Nel parco davanti al museo sono disseminate graziose sculture.
Sosto davanti al monumento innalzato per ricordare l’eccidio di Katyn: tutti gli ufficiali polacchi, che costituivano l’intellighenzia della nazione e che potevano essere l’unica opposizione al regime comunista, furono trucidati dai russi presso le fosse di Katyn, e su questo episodio cadde per decenni un silenzio omertoso. Mentre sono qui arrivano diversi polacchi che si fanno il segno della croce e si raccolgono in preghiera, segno che questo episodio è ancora vivo nel ricordo e nel dolore della nazione polacca.
Un curioso edificio circolare contiene il Panorama Raclawicka, un dipinto circolare e immersivo lungo 120 metri che raffigura la Battaglia di Racławice, in cui i polacchi guidati da Kosciuszko nel 1794 sconfissero i russi contro cui si erano ribellati. Al suo interno sembra di essere davvero al centro della battaglia!
L’antico monastero dei bernardiniani con la chiesa di S.Bernardino da Siena è oggi il museo dell’architettura.
Questo nanetto è proprio difficile da stanare, eh, mentre si arrampica su un palo della luce, forse per scappare dal dentista che ha la sua insegna lì davanti!
Le vecchie stalle del mattatoio sono state restituite a nuova vita e sono diventate una serie di gallerie d’arte e negozi di artigianato; la sua antica funzione è ricordata dalla scultura di alcuni animali: un’oca che ha appena fatto un uovo, una capra, una scrofa con un maialino e un coniglio.
Un modo simpatico per indicare il numero civico 2 insegnando la matematica: 1+1 ! Vicino ad un negozio di fiori si godono la vita altri due gnometti, uno che suona il mandolino e un altro che lo ascolta.
La cattedrale di S.Maria Maddalena, che si riconosce per il tetto bianco e rosso, fu costruita dal 1330 al XV secolo, ma ingloba anche parti di una chiesa precedente. devastata dalla guerra, ha salvato però dei capolavori come il famoso portale romanico, trasportato qui nel 1500 da un monastero, o il pulpito in pietra del 1500.
Tra le tombe antiche anche queste di due bambini, e una lapide con una candela sempre accesa “per coloro che hanno costruito questa chiesa e per coloro che l’hanno difesa”.
Continuiamo il giro della città insieme al nano escursionista (che non è nella guida, l’ho trovato da sola!)
Ancora chiese (incredibile quante ce ne sono!): questa volta dedicata ai santi Stanislao (polacco) Dorotea (tedesca) e Venceslao (ceco): la chiesa fu infatti costruita nel 1300 per consolidare il legame tra queste tre nazioni.
Wroclav ha ancora tanto da vedere: ecco i possenti Bastioni dei partigiani…
…il teatro dell’Opera con davanti delle sculture di uccelli volanti (che sembrano piuttosto infilzati sui pali)…
…il Teatro Lalek delle marionette, che è prioprio un’istituzione qui…
…la statua equestre di Voleslav il Valoroso, con lo sfondo del centro commerciale Renoma.
Questo gruppo scultoreo che rappresenta l’umanità nelle sue varie sfaccettature, che emerge dalla terra e cammina nella città, è molto impressionante.
Non posso mancare una visita al famoso Orto Botanico, fondato nel 1811 sui terreni delle vecchie fortificazioni e poi ampliato nella seconda metà dell’800, anche colmando una parte dell’alveo del fiume e inglobando uno stagno, ha una serra per ricreare climi diversi, e oltre 11.000 specie e varietà botaniche di tutti i continenti. Sono gli accostamenti di colori diversi, infinite sfumature di verde, di giallo e di rosso, a rendere affascinante questo parco. E qui devo necessariamente far parlare le immagini.
Non poteva mancare lo gnomo giardiniere intento a trasportare una cariola dove un grosso bulbo da piantare ha quasi schiacciato un altro gnomo!
Dopo tanto girare anche io sono stanca, come questo gnomo…
… ma anche innanorata di Wroclaw, che mi ha riservato dante sorprese e che ora mi tiene il cuore in mano!
Fantastica la storia degli gnomi contestatori. Voglio quello con la valigia!
Pensa che è da tempo che vorrei visitare Wroclav! Sono già stata a Cracovia e Varsavia e mi sono letteralmente innamorata di questo paese! Oltretutto ho molti amici polacchi che mi hanno parlato benissimo di Breslavia, per cui sarei proprio curiosa di farci un salto! Secondo te quanti giorni ci vogliono per visitarla?
Come sempre il tempo necessario è relativo rispetto al livello di approfondimento. Wroclav è abbastanza piccola e si gira bene a piedi ma molto densa di monumenti, musei, parchi: molto piacevole un weekend, ma con qualche giorno in più non ci si annoia.
Ma che carini questi gnometti. Al di la di queste buffe statue, Breslavia, il vero nome non saprei come pronunciarlo, è molto bella. La Polonia, a parte Varsavia, non la conosco affatta ma mi rendo conto che sia una meta da prendere in considerazione, soprattutto con cittadine come queste.
Non conoscevo affatto la città degli gnomi!
La moglie di un nostro amico è polacca e ci ha sempre invitati ad andare a visitare la sua terra, specie in autunno quando i colori delle foglie rendono i luoghi ancora più magici e suggestivi.
Non ne abbiamo avuto ancora oaccasione ma, spero di poterci andare presto e di sicuro non mancherò di andare a vedere con i miei occhi, la città degli gnomi!
Molto particolare 🙂
Non avevo idea che ci fosse la città degli gnomi, e mi ha davvero affascinata la storia della loro comparsa. Gli gnomi contestatori sono davvero dei rivoluzionari XD
Sono simpaticissimi e carinissimi. Che bello vederseli spuntare qua e là mentre si cammina per la città. E poi sapere che hanno un significato ben preciso e non sono solo decorativi, me li fa amare ancora di più!
foooorte non conoscevo questa città degli gnomi!!!!
Non lo sapevo…queste cose mi fanno impazzire..girerei tutta la città alla ricerca degli gnometti.
Grazie mille per l’articolo !!
Gran Città, gran pezzo di Polonia non troppo “inflazionato” dal turismo di massa. Wroclav mi è piaciuta molto. L’ho vista in un giorno d’inverno freddissimo ma speciale!
Non conoscevo per niente questa interessante e originale città polacca.
Ho visto altre città in Polonia, ma questa mi manca, mi ha incuriosito un sacco il tuo racconto!
Ci farò un pensierino!
Le città ricche di statue come queste mi fanno impazzire… non conoscevo la storia di questi gnomi, che bella!
Bellisssimoooooo! Non sapevo di questa città degli gnomi. E ora è nella mia lista “to visit asap”. L’idea di cercarli e di censirli uno ad uno ora quello che preferirei fare al mondo. 😉 Grazie
Sapevo dell’esistenza degli gnomi a Breslavia ma non avevo mai letto nulla sul perché della loro presenza: quindi non è solo una cosa “decorativa” ma c’è una motivazione storica e politica.
Mi incuriosisce molto il mercato e in generale trovo che queste città non ancora troppo famose siano molto affascinanti.
Buon weekend in anticipo 😍
Molto interessante questa città, non conoscevo proprio la tradizione degli gnomi. Un po’ come ad Adelaide dove nel centro si trovano diverse statue di maialini ognuno con un nome diverso.
Che carini questi gnomi. Dev’essere divertente cercarli su e giù per la città. Carino lo gnomo guardiano!!
Carini gli gnomi da cercare su e giù per la città. Mi è piaciuto lo gnomo guardiano e quello con la palla al piede.
Non ho mai visitato Cracovia, ma solamente Varsavia, ma il fascino e l’aria di magia e fiaba è similare. Cracovia è veramente una città delle fiabe con i suoi gnomi, non conoscevo questa particolarità polacca
Ora che hanno messo il Bari Wroclaw non posso non andarci. Questa cosa degli gnomi non la sapevo e ora sono ancora più impaziente.
La mia bambina interiore si è divertita tantissimo leggendo questo post e ammirando gli gnomi nelle foto! Lo gnomo viaggiatore mi ha completamente rubato il cuore.
Wroclaw è una delle città che vorrei presto visitare. Il tuo racconto mi ha confermato che deve essere una città davvero interessante ed accogliente.
Molto interessante la storia di questi gnometti! E sono anche molto divertenti!
Io adoro la Polonia: sono stata solo a Varsavia e a Cracovia e me ne sono innamorata.
È da un po’ che vorrei fare un bel road Trip per il Paese e passerei sicuramente anche da qui!
Quanto tempo consigli di starci?
Quella degli gnomi è una cosa bellissima, ci andrei solo per scovarli tutti 🙂
Che forte!Ne avevo già sentito parlare ma finora non ho avuto ancora modo di vederla, spero di partire presto!
Noooo che bello! Ti ringrazio tantissimo per questo post, adoro le storie di questo tipo, sono quelle che fanno l’anima delle città. Tutto ciò che è un po’ ludico è bello, ai miei occhi; se poi c’è sotto un’origine tanto importante è il top. Ho visitato solo Varsavia e Cracovia ma ora sento il bisogno impellente di andare anche a Breslavia a cercare gli gnomi! (Ma anche il Panorama, non so perché siano particolarmente diffusi nel mondo slavo, comunque sono una forma d’arte davvero originale e immersiva, ricordo ancora quello di Mosca!)