Dopo i giorni sospesi tra mare e cielo di Toberua Island, il mio viaggio nelle Fiji ha cambiato volto.
Ho trascorso due giorni a Suva, la capitale, accompagnata da un ragazzo del posto: un’esperienza che mi ha aperto gli occhi su un Paese diverso, vibrante e contraddittorio, dove la vita quotidiana scorre lontana dai resort e dai tramonti perfetti.
🖼️ Immagine consigliata: panorama urbano di Suva con cielo nuvoloso
Alt text: “Veduta panoramica di Suva, capitale delle Fiji, con palme e cielo tropicale”
Contrasti sociali: dalle baracche alle ville dei politici
Suva è una città di contrasti forti. Nei quartieri più poveri, le baracche di lamiera affastellate sullo sterrato ospitano famiglie numerose: fino a trenta persone condividono una stanza. La droga circola nei vicoli, eppure, a pochi isolati, compaiono eleganti ville dei politici locali e residenze coloniali con giardini curati.
È il riflesso di una società sospesa tra il passato e la modernità, tra antiche disuguaglianze e desiderio di riscatto.
Suva è una città popolosa, importante centro portuale in cui attraccano le grosse navi sia da crociera sia commerciali. E’ stata un piccolo villaggio sino al 1882, quando a tavolino si decise dovesse essere la capitale, e da allora ha avuto un’espansione urbanistica molto forte, e risulta una città in parte coloniale ed in parte moderna, con forti differenze tra quartieri. Le case costano in generale molto.

Il Parlamento e la pioggia sull’orgoglio nazionale
Il Parlamento di Suva è un grande edificio che si affaccia su una piazsza vastissima utilizzata anche come campo sportivo. Davanti al Parlamento di Suva, mi sono imbattuta in una scena singolare: centinaia di studenti, ragazzi e ragazze in uniforme, schierati sotto la pioggia per un’esercitazione di stampo marziale.

Durata un’intera mattina, è parte di un programma scolastico obbligatorio. “Serve a insegnare disciplina e senso civico e a invogliare ad entrare nell’esercito”, mi ha spiegato il mio accompagnatore. Una disciplina rigida, ma che per molti è motivo d’orgoglio; personalmente mi farebbe desistere da qualsiasi desiderio di abbracciare la carriera militare.
Il Museo delle Fiji: tradizioni, oceano e cannibali
Tra le tappe imperdibili di Suva c’è il Fiji Museum, un luogo che racconta con passione la storia dell’arcipelago. All’esterno dell’edificio c’è una graziosa torre dell’orologio che risale all’epoca coloniale.

Nel museo si trovano antiche canoe oceaniche, strumenti rituali, monili, corazze ed elmi in materiali tradizionali, utensili, testimonianze delle influenze indiane e cinesi, e curiosità come la storia del passato tribale.

Mi ha colpito la storia del missionario Thomas Baker che aveva così affascinato gli indigeni da essere cotto nel forno e divorato dai cannibali per diventare come lui; ne fu sputata solo una scarpa esposta nel museo, e molti anni dopo la tribù chiese al governo di poter andare in America a chiedere perdono alla famiglia, per fermare il karma negativo che secondo loro avrebbe colpito la tribu.
Nella foto delle graziose “barbie” di legno vestite con le stoffe tradizionali, fatte dai missionari per i bambini dei villaggi nel secolo scorso

Un museo piccolo ma affascinante, che aiuta a capire le radici culturali di questo popolo fiero e composito.
Chiese, templi e il ricordo del colonialismo
Suva è un mosaico spirituale. Poichè è stato luogo privilegiato di missione per secoli, ci sono centinaia di chiese cristiane di ogni denominazione e un enorme tempio mormone, con l’angelo Mormon dorato sulla cima, dove i non adepti non possono entrare.

La Cattedrale cattolica del Sacro Cuore è un edificio del 1902 che è architettonicamente interessante, che è stato visitato dal Papa.

Tra le strade del centro si alternano edifici coloniali come la Gouvernment House, che è l’alloggio del Presidente delle Fiji.
Si trova su Victoria Parade, una delle arterie principali di Suva, e risale al periodo del protettorato britannico. È circondato da giardini rigogliosi e da alte palme, e ospita cerimonie ufficiali e ricevimenti di Stato.
È uno degli edifici più eleganti della capitale e un simbolo dell’eredità coloniale inglese ancora visibile nelle Fiji.

Il Bose Levu Vakaturaga è l’edificio dove si riunivano i capi villaggio. Questo organo, oggi non più attivo, aveva un ruolo fondamentale nella politica e nella cultura delle Fiji, fungendo da ponte tra il governo e i capi tradizionali. L’edificio originario fu distrutto durante la dittatura militare e poi ricostruito, mantenendo la tipica forma “bure” con tetto alto che simboleggia il legame tra cielo e terra.

Il volto moderno: campus, parchi e mercati
Suva non è solo memoria del passato. Il grande campus universitario, che è il maggiore di tutto il Pacifico del sud, e i parchi verdi come l’Albert Park mostrano una città in evoluzione, frequentata da giovani che guardano con fiducia al futuro. I giardini Thruston, risalenti al 1913, sono un bellissimo orto botanico con tante specie del pacifico meridionale.

Nel mercato dell’artigianato, invece, il tempo sembra fermarsi: gli intagliatori di legno scolpiscono con pazienza maschere, canoe in miniatura e strumenti tradizionali, tramandando la manualità dei loro antenati.

La mia guida mi ha detto con un sorriso amaro: “Qui è meglio non ammalarsi”. Gli ospedali pubblici, infatti, sono lontani dagli standard occidentali. È un dettaglio che racconta la fragilità delle infrastrutture di un Paese che vive ancora in equilibrio precario tra sviluppo e tradizione.
Le dune di sabbia di Sigatoka: archeologia e vento
Suva è anche un ottimo unto di partenza per esplorare altri aspetti dell’isola. A circa due ore da Suva, sulla costa sud-occidentale di Viti Levu, si estende il Parco Nazionale delle Dune di Sabbia di Sigatoka, il primo parco naturale istituito nelle Fiji e oggi patrimonio mondiale dell’UNESCO.

Le guide sono state straordinariamente gentili ad accompagnarci nonostnte fossimo arrivati oltre l’orario di chiusura. Il percorso passa tra sentieri panoramici che si dipanano nella folta vegetazione, arricchita dagli arancioni alberi di tulipani africani, una specie non endemica e infestante ma splendidamente colorata.

Le dune, alte fino a sessanta metri e modellate dal vento dell’oceano, formano un paesaggio quasi lunare, dove si trovano antichi insediamenti umani risalenti a più di duemila anni fa. Tra i resti archeologici sono stati rinvenuti utensili in pietra e sepolture, testimonianze della prima presenza umana nelle isole del Pacifico meridionale.

Il rumore del vento, l’odore dell’oceano e il contrasto tra la sabbia dorata e il verde della vegetazione costiera creano un’atmosfera primordiale, lontana dal turismo di massa. Poi, al tramonto, un altro spettacolo inatteso: nella foresta monta un’orchestra di suoni intensi, migliaia di pipistrelli della frutta appesi agli alberi si alzano in volo alla ricerca di cibo.

Perché visitare Suva
Suva non è la Fiji da cartolina. È una città autentica, dove convivono disuguaglianze e orgoglio, memorie coloniali e fede, cultura indigena e modernità.
Dopo il paradiso marino di Toberua, è stato come entrare nel cuore pulsante dell’arcipelago, dove le onde si infrangono non solo sul reef, ma sulla complessità della vita reale.

Consigli pratici
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Come arrivare: Suva si trova sull’isola di Viti Levu, raggiungibile in auto o bus da Nadi in circa 4 ore. Noeggiare un’auto con autista per/da Nadi non costa molto e permette di fermarsi lungo la strada al Parco di Sigatoka.
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Dove dormire: il Grand Pacific Hotel, con la sua eleganza coloniale, è il luogo ideale per respirare la storia della città.
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Cosa non perdere: il Fiji Museum, il mercato dell’artigianato, i giardini Thurston e una visita al Parco Nazionale delle Dune di Sigatoka, patrimonio naturale e culturale delle Fiji.
