Rotorua è uno dei luoghi più sorprendenti della Nuova Zelanda: una città costruita sopra un cuore di fuoco e vapore, dove la terra ribolle e respira, e dove le antiche tradizioni del popolo Māori si intrecciano con la vita quotidiana. Qui si vive un viaggio che mescola spettacoli della natura, identità culturale e benessere rigenerante.
La nostra giornata a Rotorua è stata intensa: dai geyser di Te Puia ai rituali di accoglienza Māori, dalle piscine della Polynesian Spa alla cena hangi nel Mitai Māori Village.
Te Puia: dove la terra respira
Te Puia è un grande parco geotermale, in cui ci sono ben 67 geyser che emergono da un paesaggio lunare con un terreno fumante, e pozze di fango ribollenti. Ma all’interno del parco ci sono anche un centro di cultura Maori, e un centro di conservazione del kiwi, che rendono l’esperienza completa.

Il cuore di Te Puia è il geyser Pohutu, il più grande dell’emisfero australe, che erutta fino a 30 metri d’altezza più volte al giorno, con una cadenza precisa. Vederlo in azione è un’esperienza che toglie il fiato: un rombo sordo precede l’esplosione di vapore e acqua bollente, in un paesaggio che sembra appartenere a un’altra epoca della Terra.
Secondo le leggende Māori, i geyser e le sorgenti termali erano doni degli dèi, usati come fonte di energia vitale. Alcuni racconti narrano che le pozze di fango servissero a curare le ferite dei guerrieri, mentre le sorgenti calde erano considerate sacre e utilizzate nei rituali di purificazione.

Il Kiwi: il timido simbolo della Nuova Zelanda
All’interno del Kiwi Conservation Centre abbiamo potuto osservare il raro uccello kiwi. In Nuova Zelanda non ci sono canguri o altri grossi mammiferi degni di fama, e quindi il simbolo della fauna locale è diventato questo grasso uccello tutto tondo. È un animale notturno, privo di ali visibili, con un becco lungo e sensibile che usa per cercare insetti e vermi nel terreno. Depone uova enormi rispetto alla sua taglia, un vero miracolo della natura.
Il kiwi è così importante che ha dato il soprannome agli stessi neozelandesi: chiamarsi “Kiwi” è motivo di orgoglio nazionale.

Il kiwi non dà grandi soddisfazioni ai turisti, perchè essendo un animale notturno non si riesce a vedere comunemente, ma in questo centro di conservazione del kiwi è stato ricreato un ambiente notturno buio in cui il kiwi si muove di giorno e può essere spiato agli infrarossi dai visitatori. Qui una coppia di kiwi, fatto molto raro, si è riprodotta in cattività e quindi si può vedere anche un tondo cucciolotto.
Cultura Māori: integrazione e identità
Rotorua è il cuore della cultura Maori neozelandese e a Te Puia si possono scoprire molti aspetti di questo popolo che ha un grane patrimonio di tradizioni. A differenza di altri popoli indigeni come gli aborigeni australiani, i Māori sono oggi più integrati nella società neozelandese.
Pur avendo subito in passato discriminazioni e perdita di terre, hanno mantenuto una forte identità e ottenuto importanti riconoscimenti:
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Il trattato di Waitangi (1840) è ancora oggi il documento fondativo che regola i rapporti tra Māori e Stato.
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La lingua te reo Māori è stata a lungo messa in secondo piano, ma dagli anni ’80 è rinata con scuole bilingue e programmi televisivi. Oggi è lingua ufficiale insieme all’inglese e al linguaggio dei segni.
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Le arti, i tatuaggi facciali (moko) e i rituali sono incoraggiati e valorizzati come parte integrante dell’identità nazionale.

Le donne Māori portavano il moko kauae sul mento, simbolo di prestigio, saggezza e appartenenza alla propria tribù. Oggi alcune giovani donne hanno scelto di riappropriarsi di questo tatuaggio sacro, trasformandolo in un atto di fierezza e resistenza culturale.
La cerimonia pōhiri e il significato della haka
Durante la visita abbiamo partecipato a un pōhiri, la cerimonia di benvenuto. Non si può partecipare alla cerimonia con la testa coperta o con occhiali da sole, e occorre tenere un atteggiamento rispettoso, evitando di ridere alle facce feroci che vengono mostrate dai guerrieri, che per loro hanno un significato rituale importante.

Il capo del villaggio ci ha accolti con un rituale solenne: un guerriero ha deposto a terra un oggetto sacro. Raccoglierlo ha significato dichiarare amicizia e rispetto, e da quel momento il gruppo è stato accettato nella comunità.
Il momento più emozionante è stata la haka, la danza più famosa dei Māori. Da noi è diventata così nota perchè eseguita dagli All Blacks. Non è solo una danza guerriera: esprime forza, coesione, orgoglio e spirito comunitario. Ogni gesto – le mani che battono, i piedi che colpiscono il suolo, la lingua tirata fuori dalla bocca con gli occhi strabuzzati e minacciosi – è un linguaggio simbolico di potenza e appartenenza. I canti sono anche molto melodiosi per la sensibilità occidentale.

L’artigianato Maori
Nel centro culturale di Te Puia c’è una scuola di arti e mestieri tradizionali che specializza molti giovani Maori nella produzione di oggetti delle cultura indigena di grande valore artistico. I visitatori possono osservare da vicino gli apprendeisti e i loro maestri che lavorano i vari materiali.

Le sculture in legno Māori (whakairo rākau) rappresentano uno degli elementi più importanti della cultura tradizionale della Nuova Zelanda. Non sono semplici ornamenti, ma veri e propri veicoli di identità, genealogia e spiritualità.Moltissime sculture raffigurano tūpuna (antenati), spesso con tratti esagerati e stilizzati.Le figure scolpite all’ingresso delle case comuni (wharenui) o delle canoe da guerra (waka) hanno funzione protettiva.Alcune sculture richiamano divinità Māori o figure mitologiche, come Tāne Mahuta (dio delle foreste e degli uccelli) o Tangaroa (dio del mare).
Qui i pezzi più belli si possono ammirare in un interessante museo; si possono anche acquistare, ma hanno comprensibilmente prezzi altissimi.

Poi ci sono i gioielli in giada, assai particolari. Oltre al loro valore estetico, queste pietre verdi sono profondamente spirituali: si ritiene che accumulino mana (prestigio e forza spirituale) man mano che vengono trasmesse da una generazione all’altra.
Alcuni gioielli sono molto stilizzati, come ad es. quelli a forma di uncino da pesca, la spirale a foglia di felce, ma i più curiosi e particolari sono gli Hei Tiki (figura umana stilizzata)
Rappresentano gli antenati o la prima figura umana nella mitologia Māori. Associati a fertilità, saggezza e protezione spirituale, sono spesso tramandati come cimelio familiare.

Rotorua: la città del vapore
Rotorua stessa è una città unica: l’aria porta l’odore caratteristico di zolfo e dal terreno emergono fumarole anche nei parchi cittadini. Passeggiando lungo il lago Rotorua, si possono ammirare cigni neri e sorgenti calde che ribollono accanto alle panchine.
Oltre a Te Puia, le attività da non perdere includono:
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una passeggiata ai Government Gardens con l’edificio storico del Bath House;
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il Rotorua Museum (attualmente in restauro), dedicato alla storia locale;
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le esperienze avventurose come lo zorbing, ovvero rotolare giù da una collina dentro una sfera trasparente;
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escursioni nella foresta di Redwoods Whakarewarewa, con passerelle sospese tra alberi giganti.
Polynesian Spa: acque calde e panorami unici
Dopo la parte culturale, ci vuole un pomeriggio di puro relax. Alla Polynesian Spa ci si immerge in piscine di acqua termale naturale tra i 36°C e i 42°C. Alcune acque, ricche di silice, sono ottime per la pelle; altre, più acide, come la famosa “vasca del prete” rilassano muscoli e articolazioni.

Immergersi guardando il tramonto sul lago Rotorua è un’esperienza unica. Noi abbiamo abbinato uno strepitoso massaggio che deve essere fatto rigorosamente dopo almeno un’ora di immersione nelle vasche caldissime per preparare i pori della pelle ad assorbire meglio le sostanze nutritive.
Mitai Māori Village: canti, canoe e cucina hangi
Alla sera, un’altra immersione nella cutura Maori. Al Mitai Māori Village abbiamo vissuto una serata indimenticabile. L’arrivo dei guerrieri in waka (canoa) illuminata dalle torce ha creato un’atmosfera magica.

La cena hangi, cucinata in un forno sotterraneo chiamato umu, è stata la scoperta più affascinante: pietre incandescenti riscaldano il terreno e, coperte di foglie e terra, cuociono lentamente carne e verdure, mantenendole succose e profumate.

Come arrivare a Rotorua
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Da Auckland: Rotorua dista circa 230 km (3 ore in auto). Sono disponibili autobus diretti InterCity e voli giornalieri (45 minuti) ma vi consiglio un’auto a noleggio. Qui il mio articolo di Auckland
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Da Hobbiton (Matamata): il set del Signore degli Anelli dista 70 km (circa 1 ora in auto). Molti tour organizzati collegano Hobbiton a Rotorua. Qui il mio articolo su Hobbiton
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Da Rotorua a Waitomo Caves: per proseguire verso le famose grotte delle lucciole, si percorrono 140 km (2 ore di auto). Anche qui ci sono collegamenti bus. Qui il mio articolo sulle waitomo Caves
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Il mio consiglio di itinerario è di partire da Auckland, fermarsi un giorno a Hobbiton, quindi andare a dormire a Rotorua per due notti, e il terzo giorno partire per le Waitomo Caves e quindi fare ritorno a Auckland
Conclusione
Rotorua è molto più di una tappa turistica: è un ponte tra la forza primordiale della natura e la resilienza culturale di un popolo. I geyser, i kiwi, i rituali Māori, le terme e le esperienze avventurose la rendono una destinazione completa, capace di sorprendere ogni viaggiatore.
